Accadde a Spoleto – Due giornate di aviazione a Spoleto

Iniziamo la rubrica ACCADDE A SPOLETO raccontando di un avvenimento che testimonia del rapporto della città con la modernità.

Il 25 e 26 marzo 1911 venne organizzata una due giorni dedicata all’aviazione. La stampa locale annunciava che grazie all’iniziativa di un comitato di cittadini Spoleto avrebbe ospitato, prima fra tutte le città dell’Umbria, il nuovo spettacolo dell’aviazione. Protagonisti, Raimondo Marra e il suo biplano Farman.

Marra fu un inventore e pioniere del volo in Italia, un pilota autodidatta che si costruiva gli aerei, provandoli presso il Campo di aviazione di Centocelle. Piazza d’Armi fu scelta come sede della manifestazione spoletina. L’ingresso era a pagamento: una lira in tribuna e 50 centesimi sul prato. Il comitato organizzatore avrebbe poi devoluto gli utili netti all’erigendo ospedale. Dal manifesto destinato alla pubblica affissione apprendiamo anche della presenza di un servizio carrozze e automobili.

La stampa ne tratta come di uno straordinario evento, parla di impressionanti esperimenti di volo, di spericolati sorvoli della città e della Rocca. Purtroppo gli esperimenti si conclusero il primo giorno. Infatti, dopo un decollo perfetto, il biplano Farman si diresse verso il Colle San Tommaso ma un colpo di vento rovesciò il velivolo facendolo precipitare fra gli alberi della strada di San Sabino. Fortunatamente il pilota ne uscì illeso, riportando solo leggere ferite. In suo onore e in segno di incoraggiamento, la sera gli venne offerto un banchetto all’albergo Lucini.

Dopo Spoleto, Marra si esibì a Lucca e a Parigi. Da altre fonti sappiamo che due soli mesi dopo l’esperienza spoletina, la sua carriera fu tragicamente interrotta nell’aerodromo di Tor di Quinto a Roma. All’incidente assistette anche l’allora sottotenente di Cavalleria Francesco Baracca che fu tra i primi a prestargli soccorso. Sembra che sia stata proprio questa drammatica esperienza a fargli maturare la decisione di abbandonare la Cavalleria per dedicarsi all’Aviazione e diventare il personaggio che tutti conosciamo, asso dell’aviazione e medaglia d’oro al valor militare della prima Guerra Mondiale.

Poco dopo la due giorni di Piazza d’Armi, in città si tornò a parlare di aviazione. Ed è un sacerdote a farlo. Don Aldo Bernetti, parroco a Terraja, tenne sul tema dell’aviazione due conferenze il 6 e 7 aprile presso la Sala Mauri. Appassionato cultore della materia, in quell’occasione presentò anche un modello di aeroplano da lui stesso inventato e che contava di mettere in produzione quanto prima.

Del luglio 1915 è la poesia che Fernando Leonardi dedica all’aeroplano, L’ariopranu. L’apparizione di quell’invenzione della tecnica ancora suscita stupore, interesse e curiosità. Manca però lo spensierato entusiasmo che accolse l’arrivo dell’aeroplano a Piazza d’Armi solo quattro anni prima.

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