Le guide turistiche di Spoleto #2

Un vertiginoso colpo d’occhio sulla Spoleto dei primi decenni del ‘900, uno sguardo a volo d’uccello che ci offre la straordinaria opportunità di fare un confronto tra epoche, per osservare come è cambiata la nostra città o per accorgersi invece di come le sue bellezze e i suoi caratteri siano rimasti sostanzialmente immutati: tutto questo grazie a tre pubblicazioni, tutte accompagnate da un prezioso apparato illustrativo e fotografico, su cui abbiamo scelto di concentrare l’attenzione per l’appuntamento settimanale con la rubrica ACCADDE A SPOLETO.

Si tratta di una guida sul Duomo di Spoleto, edita nel 1925 dalla Unione Tipografica Nazarena; di un fascicoletto pubblicitario, a mo’ di veloce guida turistica sulla città, stampato dalla Panetto e Petrelli e curato dall’Albergo Tordelli, struttura ricettiva, tra le prime sorte a Spoleto, che si trovava all’interno dell’omonimo palazzo in corso Vittorio Emanuele 17 (l’attuale corso Mazzini); infine da una dettagliata descrizione in volume, firmata da Domenico Pacieri, della passeggiata del Giro del Ponte delle Torri, stampata nei primi mesi del 1920 per i tipi della Premiata Tipografia dell’Umbria.

Spoleto a volo d'uccello | Guida hotel Tordelli

Sia la guida dedicata al Duomo sia il volumetto dell’Albergo Tordelli forniscono, con l’ausilio di qualche pregevole scatto fotografico, una rapida storia della città e delle opere d’arte e dei monumenti notevoli che tutt’ora la caratterizzano. Ma essendo anche un veicolo promozionale, il libello dell’albergo Tordelli, in formato tascabile, desta curiosità sopratutto nella descrizione dell’hotel, definito “casa di prim’ordine, in posizione centrale ed incantevole”, un “soggiorno ideale per primavera, estate, autunno” dotato di “tutto il confort moderno: termosifone – ascensore – bagni”, di “ristorante e sala da the” e “garage”.

La narrazione del Giro del Ponte delle Torri del dott. Pacieri è un documento notevole sia per la suggestione delle splendide fotografie che nobilitano il testo, sia per la forza evocativa della sua prosa che descrive in dettaglio, con slancio lirico e appassionato, i vari scorci che il viaggiatore incontrava durante la passeggiata: un giro panoramico di circa due chilometri che partiva da una delle vecchie porte, poi demolite, della città (Porta Romana) ubicata di fronte all’ingresso della Spoletosfera, procedeva lungo l’attuale viale Giacomo Matteotti, proseguiva verso la salita che conduce alla scalinata della chiesa di San Pietro, si svolgeva principalmente alle falde del Monteluco, prima di attraversare il Ponte delle Torri e raggiungere infine Piazza Campello.

Guida Pacieri | La passeggiata

Il racconto è pieno di particolari, sia per quanto riguarda il paesaggio, con riferimenti precisi agli scorci, alle prospettive, alla flora – impressionano i tanti uliveti che costeggiavano il cammino – sia a notazioni di carattere architettonico, come le frequenti descrizioni dei villini incontrati o scorti lungo il percorso: da quello dell’ingegner Ambrosini, “elegantissimo per i suoi loggiati dai parapetti a traforo di color bianco marmoreo” o quello del prof. Santoro, poi trasformato nell’attuale hotel Gattapone, splendido per “i suoi grandiosi loggiati e per la sua posizione”. 

Prima di raggiungere la fontanella a ridosso del Fortilizio dei Mulini si incontravano paesaggi di selvaggia bellezza: “sembra di essere in una foresta incantata. Il sole vi penetra fra le frondi e lo sguardo placido riposa su quel verde formato di foglie, di erbe e di licheni”. Una Spoleto diversa si vede anche nell’ultima foto, una volta raggiunta la meta di piazza Campello, il cui “lato destro è quasi tutto occupato dalla elegante cancellata che separa la piazza dalla vigna del Conte Luparini”, spazio che allora segnava l’inizio dell’attuale Giro del Ponte. Mirabile, ora come allora, la vista che da lì si poteva gettare verso il duomo e la valle Umbra: “ove città e borghi chiese e fortilizi, ville sontuose e rustici casolari, or si adagiano alle falde dei monti, ed or si distendono mollemente nella verde pianura, lambiti da torrenti, da fiumi e da bianche strade”.

ARCHIVIO NEWS

Pin It

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *