Terrae Motus / Motus Animae

“Terrae Motus / Motus Animae”, uno spettacolo tratto dalle testimonianze di chi vissuto il sisma del centro Italia
Sabato 26 ottobre al Caio Melisso

Inserito negli eventi di Spoleto d’Autunno va in scena sabato 26 ottobre al Caio Melisso (ore 21) lo spettacolo “Terrae Motus / Motus Animae”.

La performance è stata concepita ed elaborata da Maria Anna Stella, nata e residente a Norcia, presso il C.U.T Centro Universitario Teatrale di Perugia con cui collabora ormai da sei anni dopo essersi diplomata in Tecniche Teatrali Performative e in Scrittura Scenica. Il materiale audio/video più interessante, da lei raccolto nel territorio nursino tra il 2016 e il 2017, all’indomani del terremoto, per il ciclo di trasmissioni radiofoniche “Tre Soldi”, mandato in onda dalla RAI nell’autunno 2017, è stato successivamente elaborato drammaturgicamente nel corso di un altro anno di lavoro al fine di realizzare un evento performativo unico nel suo genere. I risultati delle sue ricerche e le testimonianze raccolte in forma di confessione in mesi di attività sulle ‘sismicità interiori’ sono stati montati secondo un percorso artistico molto personale, avvalendosi della consulenza drammaturgica del direttore artistico del C.U.T. Roberto Ruggieri.

Questi materiali sono confluiti a delineare un’antologia di confessioni – una sorta di Spoon River Anthology in versi liberi – elaborate quasi in forma di epitaffio, concernenti la vita di alcuni residenti nel comune di Norcia e dintorni, parte dei quali oggi sepolti nel cimitero locale. Quelle narrate da Maria Anna Stella sono storie di vita di un microcosmo sperduto tra gli Appennini e di un tempo presente già eternamente trapassato. Nella sua performance in modo netto e scarno, Maria Anna Stella è riuscita a restituire ai personaggi la propria voce, con gesti e posture personali, senza declamazioni e pantomime, secondo uno stile che può richiamare alla mente la tecnica affabulatrice di Mistero Buffo di Dario Fo. Lo scopo per lei è anche di liberare il teatro dai confini angusti della rappresentazione di opere letterarie affinché ritrovi la propria utilità sociale e spirituale riconnettendosi a processi vitali, alla verità della vita nel suo fluire, tornando ad essere il luogo dove la realtà stessa viene esaminata nella sua realtà.

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