Proseguiamo il viaggio nella storia dei Festival dei Due Mondi attraverso le pagine degli Annuari del Festival conservati alla Biblioteca Comunale Carducci e consultabili anche presso il Centro di Documentazione a Casa Menotti.
Per il 18° Festival Gian Carlo Menotti è coinvolto in numerosi progetti: cura la regia dell’opera d’apertura il “Don Pasquale” di Donizetti mentre da sue opere sono tratte “Il telefono” per la regia di Franca Valeri e “Il ladro e la zitella” per la regia di Pierluigi Samaritani. Il balletto quell’anno – siamo nel 1975 – vanta nomi come Twyla Tharp, nuovo fenomeno della danza USA che presenta in prima mondiale “Ocean’s Motion” e ancora Carla Fracci e Mikhail Baryshnikov che sono tra i grandi danzatori che partecipano al concerto di musica e danza ideato in omaggio al grande compositore Samuel Barber.
L’opera satirica del brasiliano Roberto Athayde viene messa in scena da Giorgio Albertazzi con la grande interpretazione di Anna Proclemer. Per la prosa è in programma anche “Un tram che si chiama Tallulah” di Fleur Jaggy sulla vicenda dell’attrice Tallulah Bankhead alle prese con il capolavoro di Tennessee Williams. Per il concerto finale in piazza, diretto per l’ultima volta da Schippers, vengono proposti i “Gloria” di Antonio Vivaldi e di Francis Poulenc.
Annuario del 1975
Nel 1976 l’opera è rappresentata da “La Dama di Picche” di Ciakovski per la regia di Filippo Sanjust e “Rape of Lucretia” di Britten per la regia di Rhoda Levine che cura anche “L’imperatore di Atlantide” ma il trionfo è per “La Gatta Cenerentola” di Roberto De Simone con la Nuova Compagnia di Canto Popolare. Torna il Balletto del Teatro Statale di Stoccarda e le acrobazie muscolari e virtuosistiche del Pilobus Dance Theatre. Altra particolarità del festival è “Umabatha”, il Macbeth zulu, di Welcome Msomi. Per il teatro sono in cartellone anche “Le neveu de Rameau” di Denis Diderot per la regia di Jean Marie Simon e lo spettacolo di maschere e mimi “Mummenschanz”. Per il concerto in piazza il Festival perde uno dei suoi protagonisti assoluti: Schippers è già malato e deve rinunciare. Il Requiem di Verdi viene diretto da Giuseppe Patanè.
Annuario del 1976
L’annuario del 1977 – che contiene pagine speciali virate in seppia dal titolo “Fogli d’album della famiglia del Festival” e alcuni contributi introduttivi di Romolo Valli, del Sindaco Gianni Toscano e di Gian Carlo Menotti in cui definisce Spoleto città ideale – pone in risalto lo spettacolo “Napoli Milionaria” trasposizione operistica di Nino Rota su libretto tratto dall’omonima commedia di De Filippo. Menotti mette in scena la sua “Maria Golovin”, mentre è Giorgio De Lullo a curare la regia del “Cosi fan Tutte” di Mozart. Per la danza ci sono i due spettacoli della Compagnia di Balletto contemporaneo di Dennis Wayne, la compagnia svedese di Birgit Cullberg, il balletto folclorico giapponese Minzoku Buyo Dan e la maratona di danza di Alberto Testa con Carla Fracci e Paolo Bortoluzzi. Per la prosa Giorgio Celli, insieme alla cooperativa teatrale Il Gruppo della Rocca, presenta “Vita e meravigliose avventure di Lazzarino di Tormes” diretto da Egisto Marcucci con musiche di Nicola Piovani, di Aldo Trionfo e Lorenzo Salveti c’è “Simplicissimus” mentre Giancarlo Sbragia cura la regia di “Notizie dal Mondo” di Pirandello e Romolo Valli – che legge anche testi beethoveniani – un trio di atti unici di Samuel Beckett. Oltre al concerto-maratona su musiche di Richard Strauss e Maurice Ravel, in piazza Duomo esordisce come direttore d’orchestra al Festival di Spoleto Lorenzo Ricci Muti, impegnato nella “Creazione” di Haydn.
Annuario del 1977
Nel 1978 ci sono per l’opera classici come “La Cenerentola” di Rossini, il “Falstaff” di Verdi, viene riproposto “Così Fan Tutte” mentre Menotti presenta “La bugia di Martin” e “L’uovo”, due opere da chiesa in un atto. La danza proviene da tutto il mondo (Nederlands Dans Theater, Ballet Internacional de Caracas, Murray Louis Dance Company, Ballet Royale de Wallonie). Per la prosa spiccano “La Duchessa di Amalfi”, “Gin Game” con Paolo Stoppa e Franca Valeri, due spettacoli di Giancarlo Sepe e la prima mondiale di “Virgilio” di Gerard Gelas. Christian Badea in piazza Duomo dirige il “Te Deum” di Bruckner e l’”Aleksandr Neskij” di Prokofiev. Ma le pagine più toccanti sono quelle in onore di Thomas Schippers, scomparso da pochi mesi, il cui talento e la cui personalità hanno contribuito enormemente a fare grande il Festival.
Annuario del 1978
Gli anni 70 si chiudono con un Festival che fa a meno delle opere e delle regie di Menotti che però viene celebrato durante il concerto finale, diretto ancora da Badea, quando, oltre al “Gloria” di Poulenc, viene eseguita di Menotti “Missa O Pulchritudo”. Per l’opera si scelgono “La Sonnabula” di Bellini e “L’incoronazione di Poppea” di Monteverdi. Ha grande spazio la danza con il Ballet Nacional Espanol di Antonio Gades, il Bournonville Festival, The Joyce Trisler Danscompany e il teatro danzato del Grupo Corpo di Belo Horizonte. Lina Wertmuller presenta la sua commedia “Amore e Magia nella Cucina di Mamma”, di Ceronetti viene messo in scena “Diaboliche imprese, trionfi e caduta dell’ultimo Faust” e di Marivaux l’“Arlecchino educato dall’amore”.
Annuario del 1079
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