Nel maggio del 1930 si tiene al Teatro Massimo (l’attuale Teatro Nuovo Menotti) un’importante mostra di respiro nazionale per presentare i migliori oli d’oliva del paese. La mostra è organizzata dall’Istituto Sperimentale di Olivicoltura di Spoleto, prestigiosa istituzione operante in città dal 1903, quando venne fondata sotto il nome di Regio frantoio sperimentale. Sono oltre 500 i produttori che partecipano al concorso, accolti da una città agghindata a festa.
Sono conservati alla biblioteca “Carducci” alcuni articoli dell’edizione locale del “Messaggero”, pubblicati nei primi mesi del 1930, che ci aiutano a ricostruire le varie tappe organizzative e celebrative di questo importante avvenimento, al centro di questo nuovo appuntamento con la rubrica “Accadde a Spoleto”.
La prima occorrenza che si riscontra in rassegna è del gennaio del 1930 quando viene annunciata l’autorizzazione del Capo del Governo che, tramite decreto del 14 gennaio, incarica ufficialmente l’Istituto Sperimentale di Spoleto di promuovere una mostra nazionale di oli d’oliva, vetrina importante e – scrive il “Messaggero” – «opera tanto più benefica questa, perché l’insegnamento dell’Umbria, maestra in questo campo, si rivelerà in ogni zona olivicola d’Italia».
Il mese successivo appaiono ulteriori dettagli sulla kermesse: la rassegna della produzione olearia italiana – in predicato di tenersi a Spoleto dal 18 al 29 maggio- si «propone di far conoscere quanto di buono si può produrre in Italia in materia di olii [sic] di oliva». Gli espositori dovranno essere necessariamente produttori diretti. Per la migliore riuscita dell’evento viene profuso un grande sforzo con il supporto economico del Ministero dell’Agricoltura, dei Consigli provinciali e di altri enti dell’Umbria. Un comitato ordinatore, presieduto dal regio commissario della Società Nazionale degli Olivicoltori conte Giuseppe Pavoncelli, è incaricato di sovrintendere l’intera macchina organizzativa con l’aiuto di un comitato esecutivo di cui è a capo l’allora presidente dell’Istituto Sperimentale di Spoleto Giulio Cesari. La produzione olearia sarà ammessa al concorso suddivisa in due categorie: gli oli mangiabili e quelli industriali. I mangiabili sono ulteriormente classificati in due sottocategorie: gli oli naturali o di pressione e quelli raffinati, mentre le due sottocategorie degli oli industriali sono quella dedicata agli oli d’inferno, lavati e simili e quelli estratti dalle sanse con solventi.
Nel mese di marzo si confermano le date della manifestazione, si rassicura sull’ingente numero di «domande di partecipazione dai più svariati paesi olivicoli» e si sottolinea come «numerose medaglie, parecchie delle quali di notevole valore, sono state messe a disposizione» non solo dal Ministro dell’Agricoltura e dalla Società Nazionale degli Agricoltori ma anche dal Comune di Spoleto e da vari istituti di credito. Le date della mostra vengono in realtà aggiustate in corso d’opera. I tre articoli del “Messaggero”, che raccontano, con rassicurante enfasi, il successo dell’iniziativa, riferiscono che l’inaugurazione si è tenuta domenica 26 maggio 1930 – di fronte ad una città imbandierata, che risponde con sfarzo ed entusiasmo – proseguendo in realtà per due settimane, fino a domenica 8 giugno.
Tra il profluvio, elencato in maniera certosina, di autorità e personaggi di spicco presenti alla inaugurazione, ci si concentra massimamente sulla presenza del Governo nella persona del Sottosegretario per la bonifica integrale Arrigo Serpieri che – riferisce il Messaggero nell’articolo del 26 maggio – «elogia gli organizzatori di questa mostra che oggi si tiene a Spoleto ove da più di venticinque anni con ben disposte istituzioni si dà incremento alla coltura dell’olivo e si insegnano i nuovi sistemi dell’oleificio […] Terminata la cerimonia inaugurale autorità ed intervenuti sono passati alla splendida Sala XVII Settembre, annessa al Teatro Massimo, ove ha luogo la mostra. Nell’ambiente, magnifico per le decorazioni, e ben disposta la bella esposizione che contiene oltre 600 campioni di 530 espositori rappresentanti 50 provincie. A tutta la organizzazione artistica della mostra ha provveduto l’egregio prof. Giacomo Panetti di Spoleto, autore anche del caratteristico cartello réclame».
Nel secondo articolo di maggio si dice che «nella vetrina di oreficeria Subbioni al Corso Vittorio si vedono esposte bellissime medaglie d’oro di valore, quasi tutte identiche per grandezza; e, ripetiamo, di valore, perché quella della Banca Popolare di Spoleto sappiamo – ci perdoni il Direttore dell’imprudenza – costa L. 1100».
L’articolo di giugno è dedicato alla sfarzosa parata dei premiati. Molti i riconoscimenti per la produzione locale: tra la categoria degli oli naturali o di pressione un diploma di gran premio d’onore e la medaglia d’oro del Comitato va all’Oleificio cooperativo di Spoleto per gli oli extra fruttati o dolci. Sottocategoria che vede premiati anche il sig. Giuseppe Benedetti del Rio di Poreta (diploma e la medaglia d’oro della banca Popolare di Spoleto) e Pietro Piccioni di San Giacomo (medaglia d’oro del Comune di Spoleto). Per gli oli finissimi diplomi e medaglia vermeil del Ministero dell’Agricoltura al sig. Massi Benedetti di Bazzano, a Luigi Marini di Terraia e al conte Morelli de’ Pazzi mentre il diploma e la medaglia d’argento vanno della Società Nazionale Olivicoltori vanno alla Società Commerciale Industriale Agricola di Spoleto. A Vincenzo Desantis la medaglia di bronzo del Ministero dell’Agricoltura per la categoria degli oli fini. Nella categoria degli oli d’inferno, lavati e simili la medaglia d’argento del Consiglio Provinciale dell’Economia è assegnata al conte Morelli de’ Pazzi.
Tutti i premi, i risultati e le considerazioni finali sui prodotti della mostra e sugli esiti dell’evento sono contenuti all’interno di una pubblicazione, conservata in biblioteca, curata dall’Istituto Sperimentale di Olivicoltura e stampata quello stesso anno dalla Premiata Tipografia dell’Umbria; un volume da cui sono tratte le immagini che vi proponiamo.
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