Luglio 1904: a Spoleto arriva finalmente il telefono pubblico
L’11 luglio 1904 un manifesto annuncia l’arrivo a Spoleto del servizio telefonico pubblico. I collegamenti si svolgeranno sia su rete urbana sia su linea intercomunale con Terni. L’avviso specifica che chi vuole abbonarsi o semplicemente chiedere informazioni sul nuovo ritrovato tecnologico può farlo recandosi all’albergo Lucini, in piazza Mentana, allora la struttura ricettiva più prestigiosa della città. Quel manifesto porta la firma di Virgilio Alterocca, imprenditore ternano, famoso per aver introdotto la moda delle cartoline illustrate e per la sua copiosa attività tipografica, uomo dai molteplici interessi che, sul finire dell’800, aveva già scommesso sul successo della comunicazione telefonica, avviando a Terni una delle prime linee telefoniche pubbliche in Italia.
La notizia a Spoleto è accolta con grande soddisfazione. Lo dimostra un articolo del 3 luglio dello stesso anno apparso tra le pagine del periodico socialista “Giovane Umbria” in cui il «moderno mezzo di comunicazione delle idee» viene salutato sia come panacea tecnologica per abbattere il cronico isolamento di Spoleto, sia come salvifico salvacondotto verso la modernità e lo sviluppo del territorio, nei confronti del quale non può che rappresentare un immenso vantaggio, «perché se vi è città ove occorre correggere ed ovviare artificialmente agli svantaggi di una disgraziata situazione e struttura topografica, è proprio Spoleto. La città nostra è non solo tagliata fuori dai centri e dalle linee degli scambi commerciali, ma è in sé stessa tanto disgregata e sezionata per le forti pendenze, che è quasi suddivisa in due altre città o nuclei di vita collettiva, aventi per centri il Corso Vittorio Emanuele [l’attuale Corso Mazzini] ed il Corso Garibaldi, con scarsi scambi e rapporti reciproci. […] Come l’automobile ovvia per ora alla mancanza di ferrovia ed alla difficile strada per la montagna, così il telefono ovvierà in parte agli svantaggi delle salite e scese entro la città, ed alla posizione appartata di Spoleto rispetto a Terni, Foligno, Norcia […] Chiunque conosca la fulminea rapidità dei moderni contratti di affari, e la nervosa oscillazione di tutti i prezzi, comprende subito quale vantaggio sia il non essere privi di un sussidio così potente come è il telefono […] Sarà insomma per la città nostra una fonte di utili diretti, di cui neppure è possibile vedere anticipatamente tutta la portata».
Sempre la “Giovane Umbria” dedica tutta la prima pagina del numero del 17 luglio agli aspetti tecnici, organizzativi ed economici dell’accordo stretto dall’Amministrazione di allora, guidata dal Sindaco Domenico Arcangeli, con Virgilio Alterocca. Lo fa attraverso un articolo a cinque colonne in cui vengono illustrate le ragioni – eminentemente legate a complesse questioni normative e burocratico-amministrative – del perché si è proceduto ad affidare il servizio ad un privato invece di ricorrere ad una gestione municipalizzata diretta, spiegando altresì che il Comune, tramite una clausola favorevole, può avvalersi della possibilità di riscattare l’impianto dopo cinque anni. Particolarmente curiosi i dettagli sui costi del servizio: «Gli abbonamenti di una posta telefonica entro la città costano L. 96 annue. […] Ogni conversazione telefonica con Terni per 5 minuti costerà L. 0, 50 per tutti, abbonati o no. Alla Stazione ferroviaria vi sarà una posta telefonica gratuita ad uso di tutti gli abbonati.»
Passano un po’ di anni. Si arriva al gennaio 1907. La città è pronta a festeggiare un altro grande evento, ancora più importante del primo: l’allaccio telefonico di Spoleto alla rete telefonica nazionale. La cerimonia è prevista per domenica 13 gennaio alle ore 11, di fronte alle massime autorità della città. Come prima conversazione telefonica è previsto il saluto a Carlo Schanzer, Ministro delle Poste e Telegrafi sotto il Governo Giolitti che, per l’occasione, ha concesso l’uso gratuito delle linee interurbane pubbliche tra Roma, Ancona e Perugia.
Sono i giornali di quei giorni – la “Giovane Umbria” del 31 dicembre 1906 e del 13 gennaio 1907, “Il Messaggero” del 10 gennaio 1907 e un manifesto fatto affiggere il 12 gennaio del 1907 dal Sindaco Arcangeli – a gettare una luce retrospettiva su tutta la vicenda dell’accordo con Alterocca di Terni. Tramite quel manifesto, Arcangeli scrive agli spoletini che in una legge del 1903 «[…] Spoleto non veniva compresa tra le città che dovevano avere una pubblica cabina telefonica. Quest’Amministrazione, per evitare che la nostra città venisse tagliata fuori dalle nuove comunicazioni comode e celeri […] provvide sollecitamente alla costruzione di una propria rete e di una linea speciale di raccordo con Terni, e quindi con la rete generale. Cosi anche in questo caso Spoleto deve ai propri sforzi essersi procurato quei vantaggi che la legge non le ha concessi».
Sia “il Messaggero” sia la “Giovane Umbria” rimarcano il fondamentale ruolo giocato dal Ministro Carlo Schanzer nella felice conclusione della trattativa, quello stesso Schanzer, grande amico della città, che di lì a qualche anno si rivelerà fondamentale per la realizzazione del grande progetto della ferrovia Spoleto-Norcia.
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