Nella primavera del 1891 muore, all’età di 69 anni, Achille Sansi, figura di straordinaria importanza per la città di Spoleto. Il Barone Sansi scompare nelle prime ore del 5 maggio e dai toni gravi e solenni dei necrologi e dei messaggi di cordoglio, complice la coincidenza di data, sembra che per tutta la comunità spoletina risuoni una sorta di manzoniano “Ei fu”.
Certamente per Spoleto la perdita fu enorme e in qualche modo epocale. Basterebbe citare quanto Rinaldo Gherghi, l’allora direttore della biblioteca di Spoleto, ebbe a scrivere in una nota di commento al manifesto, tutt’ora conservato in biblioteca, che il Municipio fece affiggere in città come invito al funerale: «Scompare dalla scena del mondo uno dei più grandi cittadini di Spoleto».
6 maggio 1891 | Partecipazione della morte da parte della famiglia
6 maggio 1891 | Partecipazione della morte da parte della famiglia
Achille Sansi, nato nel 1822, fu non solo, secondo l’Accademia degli Ottusi, “il maggiore storico spoletino” ma una personalità di molteplice ingegno e di eclettica erudizione, capace di giocare un ruolo importante per la crescita del prestigio culturale della città in virtù delle sue ricerche storiografiche ma anche per il suo contributo dato al mondo della scuola e dell’insegnamento, per il suo interesse archivistico e museale, per il suo impegno politico e amministrativo.
La biblioteca Carducci conserva tre manifesti fatti stampare come invito pubblico alle esequie: uno pubblicato a nome della famiglia, uno, già ricordato, a nome dell’Amministrazione Comunale e uno della Società di Mutuo Soccorso Luigi Pianciani che recita così: “Consoci Operai. Dopo una vita indefessamente operosa spesa tutta a vantaggio e lustro del suo paese natale chiudeva per sempre gli occhi alla luce il chiarissimo nostro concittadino B.ne Achille Sansi lasciando tra noi interminabile desiderio di sè e culto perenne di ammirazione e di gratitudine. Invitandovi ad accompagnarne dimani all’ultima sua dimora la salma, noi intendiamo chiamarvi a tributare onore a voi stessi. Quanto più sarà manifesto che ben sapeste ricordare e apprezzare l’alto valore e benemerenza dell’illustre defunto, tanto più apparirete degni d’essergli stati concittadini”.
Il corteo che parte nel pomeriggio di venerdì 8 maggio dalla chiesa di San Domenico al cimitero è però, sempre secondo i commenti di Gherghi, “numeroso ma non imponente come avrebbe meritato l’estinto”.
La statura del personaggio e i suoi numerosi e importanti contributi a favore della città sono riassunti nel necrologio del Sindaco di Spoleto Salvatore Fratellini, il quale, durante il funerale, pronunciò, tra le altre, queste parole: «Fu il Sansi che salvò le biblioteche delle corporazioni religiose soppresse, le riordinò, le raccolse. E Membro della Commissione Municipale nel 1860, dopo aver dato mano alla emancipazione delle opere pie dalla dipendenza ecclesiastica, riunì le memorie storiche preziose infino allora incivilmente neglette, ricomponendole con senno e dotandone il Civico archivio con intelletto d’amore. Fu Membro dell’Accademia di Belle Arti in Firenze; fu l’anima della nostra Accademia degli Ottusi. Per oltre trent’anni Consigliere del Comune, fu prudente, operoso, solerte amministratore della pubblica cosa. Sopraintendente alle scuole, a Lui è dovuto il pareggiamento del nostro Ginnasio, a Lui la fortunata elezione di valorosi insegnanti, a Lui il disciplinato ordinamento dei nostri Istituti educativi. Commissario per l’Ornato, per la Statistica, per l’Archeologia, a Lui è dovuta la novella denominazione delle nostre vie…».
È intriso di accenti più umani il ricordo di Sansi pronunciato, sempre da Fratellini, nella seduta consiliare del 26 maggio 1891: «Egli fu d’aspetto severo, ma si compiacque dello scherzo vivace ed arguto. Ebbe amici affettuosi, ammiratori non invidi. Appena risorte a libera vita le nostre terre, fu dai suoi concittadini eletto Consigliere del Comune; e a questo ufficio, mai interrotto, segnò termine la morte […] E le nostre scuole furono fiorenti per lui, e il nostro Archivio raccolse ignorati tesori, e la nostra Città conquistò fama di colta e civile. […] Fu lodato e onorato da illustri italiani e stranieri, ma di elogi non si giovo, ché con eccesso di modestia furono arsi da lui molti documenti di lode, forse mal soffrendo che, dopo morte, fossero noti. D’origine patrizia, insignito di due ordini equestri, tenne alle opere più che al nome di Nobile e Cavaliero!»
Nel 1972 l’Accademia Spoletina, di cui fu per tanti anni segretario, in occasione del 150° anniversario della nascita, ne volle ricordare la memoria attraverso numerose iniziative, tra cui un convegno, una mostra documentaria a palazzo Mauri e la ristampa anastatica delle sue opere storiche sulle vicende della città dal XII al XVII, un corpus monumentale consultabile interamente anche on line: https://bit.ly/3gHwbDv.
Ad Achille Sansi è co-intitolato il Liceo di Spoleto e la seicentesca dimora (palazzo Leti-Sansi) dove visse per lunghi anni.
Nota bibliografica:
Cenni necrologici e discorso pronunciato dal Sindaco di Spoleto Fratellini al Cimitero di Spoleto, l’8 maggio 1891
Fabrizio Antolini, Achille Sansi accademico e segretario dell’Accademia Spoletina degli Ottusi, Spoletium, n.16-17 (1972)
Manifesto pubblico del Municipio di Spoleto del 6 maggio 1891
Manifesto pubblico della famiglia Sansi del 6 maggio 1891
Manifesto pubblico della Società di Mutuo Soccorso “L. Pianciani” del 7 maggio 1891.
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