Musei comunali: presentato il programma estivo

Il direttore Saverio Verini:”Le iniziative comprendono mostre, installazioni, incontri, laboratori: l’obiettivo è quello di incoraggiare la contaminazione tra ambiti disciplinari e saperi”

E’ stato presentato il progetto per la rete dei musei comunali di Spoleto, che prevede una direzione coordinata delle sei sedi che la compongono nel segno dell’arte e della creazione contemporanea.

Questa mattina a Palazzo Collicola il direttore Saverio Verini, insieme al sindaco Andrea Sisti e all’assessore Danilo Chiodetti, ha illustrato nel dettaglio il programma estivo, studiato con l’obiettivo di creare connessioni tra i vari siti, ponendoli al centro di una serie di progetti capaci di unire storia e presente, aperti a pubblici e contesti differenti.

In concomitanza con il Festival dei Due Mondi – ha spiegato il direttore Saverio Verinila rete dei musei propone un ricco programma di iniziative, che comprende mostre, installazioni, incontri, laboratori: l’obiettivo è quello di incoraggiare la contaminazione tra ambiti disciplinari e saperi, grazie all’intervento diretto degli artisti all’interno dei diversi spazi. La programmazione che presentiamo ha preso forma in tempi rapidi, perché era indispensabile tenere il passo della città ed essere pronti per l’imminente inizio del Festival dei Due Mondi. Quello che proponiamo è un programma multidisciplinare, che spazia dall’arte visiva a quella moderna e contemporanea, fino ai laboratori a metà tra didattica, arte e scienza, il tutto grazie al lavoro di molti artisti che realizzeranno interventi e opere nelle diverse sedi espositive della città”.

Palazzo Collicola, la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, il Museo del Tessuto e del Costume, la Casa Romana, il Museo delle Scienze e del Territorio, il Museo delle Miniere, ossia tutte le sedi del circuito museale cittadino, saranno interessate da interventi artistici che ne valorizzeranno i contenuti, ampliandone le possibilità di lettura. Attraverso questo programma, la rete dei musei di Spoleto intende caratterizzarsi come una piattaforma dedicata alla ricerca, alla divulgazione, all’incontro e alla sperimentazione.

Il coinvolgimento di fasce d’età e di pubblici diversi è tra gli obiettivi principali dell’Amministrazione Comunale, che in questo intende rafforzare il ruolo dei musei come luoghi di aggregazione e scambio, nonché centri di produzione culturale in grado di dare impulso alla vita artistica e sociale della città. Altro tratto distintivo delle iniziative è la capacità di generare collaborazioni, tra gli artisti coinvolti e le professionalità che si occupano della gestione dei musei, così come con diverse realtà – fondazioni e associazioni, cittadine e non – che hanno proposto dei contenuti per le sedi della rete.

Avevamo bisogno di mettere in rete le diverse risorse di questa città, per avanzare proposte e creare partecipazione intorno ad un progetto, che si presenta come progetto di territorio – sono state le parole del sindaco Andrea Sisti – Siamo molto soddisfatti della scelta fatta, perché a guidare questo percorso abbiamo un direttore giovane e capace come Saverio Verini. Noi dobbiamo continuare a costruire nel segno della sperimentazione e della progettualità”.

È un progetto che abbiamo fortemente voluto proprio per coinvolgere i musei comunali – ha aggiunto l’assessore Danilo Chiodetti – Questa prima programmazione ci fa capire le potenzialità di un’impostazione di questo genere e Saverio Verini è stato capace, in tempi necessariamente molto brevi per il tipo di proposta artistica presentata, di interpretare l’inizio di questo percorso nel migliore dei modi. Abbiamo massima fiducia nel suo operato”.

La programmazione, che prenderà il via a fine giugno, accompagnerà il pubblico per tutta l’estate, fino all’autunno.



PALAZZO COLLICOLA

Intervallo
Mostra personale di Flavio Favelli
Dal 24 giugno al 16 ottobre 2023

Le stanze del Piano Nobile, cuore dell’edificio, ospiteranno Intervallo, mostra personale di Flavio Favelli (Firenze, 1967), artista unanimemente riconosciuto tra i più importanti della scena contemporanea italiana, grazie anche alle sue partecipazioni a due edizioni della Biennale di Venezia, nel 2003 e nel 2013 (in quell’occasione invitato a rappresentare il Padiglione Italia). Le sale del Piano Nobile saranno attraversate dalle opere di Favelli, che entreranno in cortocircuito con gli arredi già presenti nei diversi ambienti: la pratica dell’artista, infatti, si fonda sull’utilizzo di vecchi mobili dismessi, suppellettili ed elementi decorativi come specchi e cornici, insieme ad altri materiali dal carattere familiare come bottiglie, vasi e vassoi. Questa galassia di oggetti – che conserva un rapporto con la memoria e l’identità italiana, sottolineando le tensioni tra lo spazio privato della casa e quello pubblico della strada – viene ricombinata per dar luogo a opere stranianti, riconoscibili ma tutt’altro che rassicuranti.

Oltre alle opere di matrice più strettamente installativa e scultorea, Favelli propone per l’occasione anche una serie di cartoline d’epoca nelle quali, attraverso la tecnica del collage, le vedute di alcune piazze dell’Umbria vengono mescolate tra loro: il titolo della mostra, curata da Saverio Verini, parte proprio dalla suggestione della celebre trasmissione Rai – Intervallo, appunto – nella quale le immagini da cartolina di piazze e monumenti delle città d’Italia venivano mostrate in sequenza, accompagnate da brani di musica classica, tra cui la celebre Toccata in La maggiore composta da Pietro Domenico Paradisi. Nel ricordo dell’artista, le immagini arrivano a fondersi tra loro, generando delle ibridazioni tra contesti urbani diversi, seppur accomunati dall’atmosfera riconoscibile della provincia italiana. La mostra può essere di fatto considerata come una vera e propria retrospettiva dell’artista, che espone per la prima volta a Spoleto.

La sostanza agitata
Mostra collettiva con la partecipazione di Francesco Bendini, Paolo Bufalini, Lucia Cantò, Giovanni de Cataldo, Binta Diaw, Bekhbaatar Enkhtur, Roberta Folliero, Jacopo Martinotti, Lulù Nuti, Giulia Poppi, Davide Sgambaro
Dal 24 giugno al 16 ottobre 2023

Al piano terra, sarà allestita una mostra collettiva che comprende le proposte di alcuni dei più interessanti profili emergenti dell’arte contemporanea attivi in Italia. La sostanza agitata, questo il titolo dell’esposizione a cura di Saverio Verini, presenta le opere di undici artisti under 35: una mostra di forte impianto generazionale, che possa dare conto della varietà e della vitalità della ricerca artistica nel nostro paese. Oltre al taglio anagrafico, gli artisti in mostra sono legati da un comune interesse per la dimensione installativa e plastica e, in generale, per la relazione tra l’opera e l’ambiente che la accoglie. Il titolo, La sostanza agitata, fa riferimento al carattere sperimentale e difficilmente classificabile delle opere in mostra, alla eterogeneità dei materiali utilizzati e a un approccio che – tra leggerezza e monumentalità, tra ironia e questioni che riflettono i cambiamenti sociali in atto – è di chiara derivazione scultorea, in linea con la storia di Spoleto, indissolubilmente legata alla dimensione plastica a partire dall’esperienza di Sculture nella Città (1962). Gli artisti invitati sono: Francesco Bendini (Sansepolcro, 1996), Paolo Bufalini (Roma, 1994), Lucia Cantò (Pescara, 1995), Giovanni de Cataldo (Roma, 1990), Binta Diaw (Milano, 1995), Bekhbaatar Enkhtur (Ulan Bator, 1994), Roberta Folliero (Roma, 1993), Jacopo Martinotti (Milano, 1995), Lulù Nuti (Roma, 1988), Giulia Poppi (Modena, 1992), Davide Sgambaro (Padova, 1989).

La sostanza agitata vuole caratterizzarsi come un cantiere di proposte – alcune delle quali inedite e realizzate dagli artisti sul posto –, un laboratorio aperto a diversi sguardi: a ogni artista è affidata una stanza, offrendo così al visitatore l’opportunità di immergersi nelle singole poetiche, tra materiali organici e industriali, verticalità e orizzontalità, movimento e staticità, opere formate da pezzi unici e altre che tendono a una disseminazione se non a una vera e propria moltiplicazione.

Pittura preziosa. Dipinti su pietra, rame e vetro
Opere provenienti da: Fondazione Marignoli di Montecorona, Spoleto; Collezione già Palazzo Valenti, Trevi; Fondazione Camillo Caetani, Roma
Dal 24 giugno all’8 ottobre 2023

Il Piano Nobile di Palazzo Collicola ospiterà anche Pittura Preziosa, mostra dedicata alla pittura su pietra e rame, a cura di Michele Drascek, Duccio K. Marignoli, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò. Sin dal Cinquecento si è data grande importanza a dipinti realizzati su superfici che hanno un valore intrinseco in sé, come la pietra – marmi, alabastri, lastre semipreziose –, il rame e il vetro. È questa una pittura eccentrica e di curiosità, conservata spesso in gabinetti privati, dove l’oggetto si rivelava meraviglioso al di là della sua qualità artistica, definito appunto pittura preziosa dai curatori. Questo genere, alimentato da un collezionismo dedicato alle rarità e agli effetti smaglianti, oggi riscuote il crescente interesse degli studiosi che vi hanno dedicato recenti mostre di grande successo.

La mostra Pittura preziosa offre dunque l’occasione di approfondire il tema attraverso l’esposizione di oltre quaranta opere, perlopiù inedite, provenienti dalle collezioni della Fondazione Marignoli di Montecorona di Spoleto e dell’antica famiglia Valenti di Trevi, alle quali si è aggiunto un prezioso alabastro generosamente concesso dalla Fondazione Camillo Caetani di Roma. I dipinti, spesso di piccole dimensioni, spaziano dal Cinquecento all’Ottocento e offrono un affascinante affondo su questo particolare genere artistico attraverso nomi più o meno noti: dal rame tradizionalmente attribuito a Boccaccio Boccaccino al raro Sigismondo Laire, dalle opere degli umbri Providoni e Refini, a quelle dei più famosi Mastelletta, Cavalier d’Arpino, Lanfranco, Filippo Lauri fino ai meno conosciuti Wals e Mosman. Pittura preziosa sarà accompagnata da un catalogo pubblicato per i tipi di Editoriale Artemide, con contributi di Sante Guido, Duccio K. Marignoli e Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, con schede delle opere a cura di Federico Donnini, Michele Drascek, Duccio K. Marignoli, Elisa Martini, Livia Nocchi, Stefania Petrillo, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Giovanna Sapori, Vincenzo Stanziola.

Rock’n’Roll – il metallo quello puro non arrugginisce
Mostra personale di Gabriele Donati
Dal 24 giugno al 9 luglio 2023

Infine, spazio anche alla fotografia con una mostra dedicata a Gabriele Donati (Spoleto, 1982 – 2022), autore spoletino prematuramente scomparso. Rock’n’Roll – il metallo quello puro non arrugginisce, questo il titolo dell’esposizione a cura dell’Associazione Frak, sarà ospitata al piano seminterrato di Palazzo Collicola (ingresso da via Vittori Loreto) per tutto il periodo del Festival dei Due Mondi, dal 23 giugno al 9 luglio. Il progetto nasce per iniziativa di un gruppo di persone di Spoleto, accomunate dalla volontà condivisa di valorizzare l’opera di Gabriele Donati. Ne è nata una mostra monografica che raccoglie una selezione di opere particolarmente significative dell’autore, illustrandone l’evoluzione della ricerca.

Si tratta di oltre 50 fotografie, che seguono tre percorsi tematici: la fotografia di scena e backstage teatrali, dalle esperienze all’Accademia La Scala di Milano, ai palchi di tutto il mondo e del Festival di Spoleto; la fotografia di architettura, con un’attenzione specifica alle opere di grandi architetti contemporanei che arricchiscono i piccoli centri urbani e le grandi metropoli; momenti di vita quotidiana, con uno sguardo che ha saputo cogliere sfumature di vita con rara sensibilità artistica e umana. L’allestimento della mostra, con stanze oscurate e tracce musicali rock e metal riarrangiate al pianoforte in sottofondo, intende offrire ai visitatori un’esperienza immersiva e coinvolgente.

Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Al secondo piano sarà visibile la collezione di arte contemporanea del Museo, in gran parte basata sul fondo donato da Giovanni Carandente e sulle acquisizioni legate alle varie edizioni del Premio Spoleto, tenutosi tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. L’allestimento ripercorre alcune delle vicende principali dell’arte tra XX e XXI secolo, con un’attenzione particolare alle esperienze che hanno trovato in Spoleto il proprio epicentro: i bozzetti di alcuni degli interventi realizzati in occasione di Sculture nella Città del 1962, accompagnati dalle fotografie di Ugo Mulas; le opere di Leoncillo, tra i principali interpreti della scultura italiana e internazionale del Novecento; i dipinti degli artisti del Gruppo di Spoleto (Giuseppe De Gregorio, Filippo Marignoli, Giannetto Orsini, Ugo Rambaldi, Piero Raspi, Bruno Toscano), a cui si deve, tra le altre cose, il merito di aver animato il Premio Spoleto, che ha portato nel tempo all’acquisizione di lavori iconici come la Coda di cetaceo di Pino Pascali, il Balcone di Mario Ceroli e il Cemento armato di Giuseppe Uncini; fino alle opere di Alexander Calder e Sol LeWitt, entrambi legati a Spoleto da un rapporto affettivo oltre che strettamente artistico.

In esposizione anche una selezione di opere in comodato d’uso provenienti dalla collezione Attolico: undici lavori di altrettanti artisti prodotti nel periodo 1965-2002, capaci di restituire un’immagine rappresentativa delle tendenze dell’arte italiana degli ultimi decenni, grazie alle opere di Vincenzo Agnetti, Getulio Alviani, Stefano Arienti, Alberto Burri, Pierpaolo Campanini, Enrico Castellani, Gino De Dominicis, Jannis Kounellis, Piero Manzoni, Mario Schifano, Francesco Vezzoli.

CHIESA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO

Ancacronismo
Installazione di Paolo Icaro
Dal 24 giugno al 16 ottobre 2023

Nella cornice della Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, la cui origine risale al XII secolo, Paolo Icaro (Torino, 1936), tra i più importanti scultori della scena artistica contemporanea, è invitato a dialogare con la suggestiva architettura medievale. Icaro ha immaginato un intervento poetico realizzato direttamente sul posto, che parte proprio dalla relazione con l’ambiente circostante: l’installazione si compone di lastre di vetro specchiante collocate sopra dei piccoli elementi rialzati, che catturano e riflettono i dipinti delle pareti attorno, amplificandoli. In questo modo, l’osservatore è invitato a un’inedita interazione tra la propria posizione, il proprio sguardo e le immagini che lo circondano.

Anacronismo sancisce il ritorno a Spoleto di Paolo Icaro, a distanza di oltre cinquant’anni dalla partecipazione al Premio Spoleto (1966) e alla storica mostra Undici artisti italiani degli anni Sessanta (1967), curata da Giovanni Carandente a Palazzo Ancaiani, alla quale presero parte autori come Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Eliseo Mattiacci, Pino Pascali. Negli stessi anni Icaro partecipò a importanti esposizioni ricordate oggi come momenti fondamentali della storia dell’arte e delle mostre del secolo scorso, come Arte Povera Im-Spazio alla Galleria La Bertesca di Genova (1967); Arte povera più azioni povere ad Amalfi; Op Losse Schroeven. Situaties en cryptostructuren allo Stedelijk Museum di Amsterdam; When Attitudes Become Form alla Kunsthalle di Berna (1968-1969). Tra le istituzioni che hanno ospitato le sue opere si ricordano inoltre: GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; UCLA – University of California, Los Angeles; Fondazione Querini Stampalia, Venezia; Università Statale, Milano. I suoi lavori sono presenti in alcune delle più importanti collezioni pubbliche internazionali, tra cui: Centre Pompidou, Parigi; La Galleria Nazionale, Roma; Collezione dei Musei Civici, Milano; MAMbo, Bologna; MAXXI, Roma.

MUSEO DEL TESSUTO E DEL COSTUME

Teatrino
Installazione di Adelaide Cioni
Dal 24 giugno al 24 settembre 2023

In una delle sale del Museo del Tessuto e del Costume, la cui riapertura è prevista nei prossimi giorni dopo oltre quattro anni di chiusura, Adelaide Cioni (Bologna, 1976) si inserisce con un intervento che dialoga giocosamente con il patrimonio ospitato all’interno della sede espositiva. Fin dagli esordi, l’artista ha manifestato un’attrazione particolare per il tessuto, impiegato per la realizzazione di opere di forte impatto visivo e, insieme, dotate di grande essenzialità formale.

Teatrino è il titolo dell’installazione: si tratta di tre costumi realizzati dall’artista per una serie di performance tenutesi in occasione della prestigiosa mostra personale che lo spazio espositivo Mimosa House, a Londra, le ha recentemente dedicato. I costumi, parte di una ricerca sui motivi decorativi astratti che l’artista conduce da anni, saranno esposti all’interno di teche in legno realizzate con la collaborazione dell’artigiano spoletino Leonardo Sacaramucci: l’idea è quella di ricalcare l’allestimento del Museo del Tessuto e del Costume, che presenta abiti conservati all’interno di vetrine, mescolandosi alla collezione e al tempo stesso risultando pienamente riconoscibile. Le teche, infatti, non presenteranno il tradizionale vetro, ma saranno foderate da una serie di tessuti dipinti dall’artista, creando così un habitat ideale per i costumi.

Adelaide Cioni è legata al territorio umbro da un rapporto speciale: dopo essere stata in residenza ai Mahler & LeWitt Studios e dopo aver risieduto per alcuni anni a Bevagna, l’artista ha scelto Spoleto come luogo dove vivere e lavorare. Teatrino rappresenta dunque un omaggio da parte di Cioni alla sua nuova città e al Museo del Tessuto e del Costume.

CASA ROMANA

DreamHouse
Installazione di Alice Paltrinieri
Dal 24 giugno al 1° ottobre

La Casa Romana, sito archeologico risalente a I secolo dopo Cristo, ospita un progetto dell’artista Alice Paltrinieri (Roma, 1987), a cura di Spazio Taverna. L’intervento è incentrato sull’antica funzione abitativa del luogo. Per l’occasione, il visitatore sarà accolto da un’installazione sonora basata sui racconti di sogni da parte di persone intervistate dall’artista.

Le testimonianze selezionate sono incentrate sul tema della casa – intesa come luogo di rifugio, e deposito di memorie –, con l’intento di accorciare la distanza che spesso viene posta tra il mondo contemporaneo e i siti archeologici. L’intervento di Alice Paltrinieri si propone di far entrare il visitatore in un’atmosfera in cui i sogni contemporanei prendono vita da un luogo che, oltre 2000 anni fa, ha visto vivere e sognare altre persone. Le descrizioni dei luoghi e degli spazi narrati all’interno dei sogni si sovrappongono all’immaginario evocato dagli ambienti della Casa Romana; la dimensione quotidiana e familiare che caratterizzava in origine il luogo riemerge a distanza di secoli sotto forma di sogni, il cui racconto è diffuso nei diversi ambienti della domus.

MUSEO DELLE SCIENZE E DEL TERRITORIO

Il Soffio del Gatto
Mostra e laboratorio di Giulia Mangoni, in collaborazione con Int.Geo.Mod. e Hyla
Domenica 9 luglio 2023

In linea con la vocazione didattica del Museo e delle sue attività, l’artista Giulia Mangoni (Isola del Liri, 1991) proporrà un progetto a metà tra una mostra e un laboratorio. Caratterizzato da una forte attitudine partecipativa, Il Soffio del Gatto, prevede diversi momenti. Dopo aver effettuato dei sopralluoghi nello spazio espositivo e nell’area di Monteluco – accompagnata dagli operatori di Int.Geo.Mod. e Hyla, le due realtà che gestiscono il Museo – Giulia Mangoni ha realizzato una serie di opere di piccolo formato (dipinti e sculture) ispirate al fondo conservato al Museo delle Scienze e del Territorio, basato sulle collezioni del conte Francesco Toni e del professor Bernardino Ragni. Successivamente, l’artista installerà le opere all’interno del Bosco Sacro di Monteluco nell’arco di una giornata, domenica 9 luglio, in concomitanza con la “Festa dei Boschi”: i dipinti e le sculture saranno di supporto alle attività didattiche del personale del Museo previste per la giornata, offrendo un’ulteriore possibilità di narrazione del patrimonio naturalistico. Sempre il 9 luglio, Mangoni condurrà un laboratorio di disegno dal vero, finalizzato all’osservazione del paesaggio e della natura circostante.

Al termine della giornata, i materiali prodotti, tra cui anche parte delle opere realizzate in precedenza dall’artista, entreranno a far parte del fondo del Museo delle Scienze e del Territorio: in questo modo, Giulia Mangoni offre in dono le proprie creazioni, che potranno essere utilizzate dal personale del Museo in occasione delle diverse attività didattiche, sancendo così una stretta interazione tra arte e scienza.

MUSEO DELLE MINIERE

Insieme Miniera
Progetto fotografico di Serafino Amato, in collaborazione con l’associazione Amici delle Miniere
Giugno-luglio 2023

Il progetto nasce dalla volontà di avvicinare il Museo delle Miniere alla città. Punto di partenza ideale sarà la giornata di domenica 11 giugno, durante la quale l’associazione “Amici delle Miniere”, che gestisce il Museo, organizzerà un pic-nic aperto alla cittadinanza. Nella stessa occasione, il fotografo Serafino Amato (Roma, 1958), attivo da anni nel territorio di Spoleto, realizzerà una serie di scatti che documenteranno l’iniziativa: l’idea è quella di mostrare il potenziale del luogo, la sua capacità di attrarre e caratterizzarsi come spazio d’incontro e aggregazione.

Successivamente, una delle immagini scattate durante la giornata sarà stampata in diverse copie e poi allestita in alcuni degli spazi dedicati alle affissioni che si trovano in città: una specie di mostra diffusa, che intende accendere una luce su un luogo chiave della memoria spoletina, da preservare e, al tempo stesso, rilanciare nel presente.

Pin It

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *