
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina
Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.
L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.
Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì
Nuovamente aperta al pubblico la mostra che celebra la storia del Festival dei Due Mondi. Ingresso gratuito
Riapre al pubblico ‘Frammenti di un percorso teatrale’, la mostra-omaggio che riporta alla luce documenti, fotografie, bozzetti d’epoca, costumi e arredi scenici che hanno fatto la storia del Festival dei Due Mondi.
Durante il periodo natalizio, per permettere a turisti e residenti di ammirare veri e propri pezzi d’arte realizzati dalle sapienti mani delle maestranze che si sono susseguite di edizione in edizione, la mostra sarà visitabile a Palazzo Collicola (ingresso via Loreto Vittori) fino al 12 dicembre, il 18, 19 e 26 dicembre, il 2 gennaio e dal 6 al 9 gennaio 2022.
L’esposizione, a cura di Piero Maccarinelli, intende valorizzare il fondamentale lavoro degli artigiani-artisti senza i quali il festival non avrebbe ottenuto il prestigio internazionale che lo ha contraddistinto. Si tratta di una prima ricognizione eclettica di costumi selezionati fra le migliaia del magazzino del festival che rappresenta un’anteprima del lavoro che più organicamente verrà sviluppato nei prossimi anni per cicli tematici.
Dopo gennaio i giorni di apertura al pubblico saranno il 12, 13, 19, 20, 26 e 27 marzo, il 2, 3, 9, 10, 16, 18, 23, 24, 25, 30 aprile e il 1° maggio 2022.
Nei giorni indicati la mostra sarà visitabile dalle ore 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.30.

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli
L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.
Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.
Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15
Ma non ho bicchieri come i tuoi
A cura di Marco Tonelli e Lorenzo Fiorucci
Palazzo Collicola, Spoleto
13 novembre 2021– 13 febbraio 2022

Una mostra di pittura, imprevedibile, eccentrica, un dialogo tra due artisti che lavorano sui margini stessi delle immagini e della rappresentazione, della linea e dell’ornamento, dell’illusione e del significato.
Maurizio Cannavacciuolo (1954) e Claudio Massini (1955), entrambi nati a Napoli, coetanei, una storia di lunga amicizia, fatta di interferenze ma non di influenze, hanno condiviso tra anni Settanta e Ottanta la galleria di Lucio Amelio a Napoli, vero e proprio centro del mondo dell’arte contemporanea del tempo in Italia: in occasione di questa mostra a Palazzo Collicola si sono dunque ri-chiamati a vicenda.
Il percorso espositivo (una doppia personale) si snoda lungo le dieci sale del Piano terra dedicate alle mostre temporanee. Cannavacciuolo e Massini espongono 30 opere (tra cui alcuni polittici) realizzate dalla fine degli anni Novanta ad oggi, per lo più dipinti su tela, con la presenza da parte di Cannavacciuolo anche di una grande opera di formelle di ceramica (Sinestesia) a testimonianza della sua apertura verso altri “generi”, mentre spetta a Massini chiudere la mostra con la riproposizione fotografica di interventi di arte sociale realizzati tra il 1974 e il 1980, un periodo di ricerca che oscilla tra l’antropologico e il popolare e che prese forma in un contesto collettivo quale l’intervento realizzato a Sant’Antimo nel 1977 dal titolo La notte di Maggio Mellone.
La mostra cerca di sottolineare diversi aspetti umorali e narrativi dei loro percorsi, che nel caso di Cannavacciuolo si manifestano con una sorta di sana ironia, quasi didattica, da osservatore tenero e spietato che cerca di far riflettere lo spettatore attraverso trappole logiche e visive, in quello di Massini con sottili e precise architetture fatte di equilibri, innumerevoli strati di colore, piccole utopie, orientalismi, polittici, recuperi e nostalgie stile impero, intrecci di costellazioni e edonistiche decorazioni.
I rebus visivi, stravaganti ed impertinenti di Cannavacciuolo di opere come Bubbles, Fire Zazazà!, Excelsior, Bored Sea Food vs Barbed Wire Family o Menina do Rio, calor que provoca arrepio fanno così da perfetto controcanto agli spazi onirici e congelati di Massini di dipinti come Barcellonese, Riparo, Dall’alto e fuori o Architettura fatale, deviando entrambi dalla pratica corrente di modernità, tradizione e contemporaneità.
Due pittori dunque non marginali, complessi e stratificati, antagonisti involontari della scena contemporanea da cui si distinguono per fitte trame di significati e rimandi, ibridazioni e richiami a culture altre e internazionali e quindi parte di una cultura universale.
Dal 12 novembre 2021 e fino al 6 marzo 2022 alla Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto una mostra itinerante che offre la possibilità unica di ammirare contemporaneamente i monumenti del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, Patrimonio UNESCO da dieci anni

Continuano le celebrazioni per il decennale del sito seriale ‘I longobardi in Italia’ come Patrimonio Mondiale UNESCO, con la mostra itinerante “Toccar con mano i Longobardi” che sarà inaugurata venerdì 12 novembre alle ore 15.30 alla Rocca Albornoz – Museo nazionale del ducato di Spoleto, dopo le tappe di Ancona, Benevento e Monte Sant’Angelo.
L’esposizione, che sarà visitabile fino al 6 marzo, è stata realizzata in collaborazione con il ‘Museo Tattile Statale Omero’ di Ancona e finanziata dal Ministero della Cultura a valere della L.77/2006, si pone l’obiettivo di far conoscere la straordinarietà e la complessità del sito UNESCO attraverso un percorso tattile e una gamma differenziata di opzioni di fruizione che ne facilitano la comprensione, assicurando a tutti un’esperienza multisensoriale ottimale.
Nelle sale saranno esposti sette modellini tridimensionali in scala dei monumenti architettonici che rappresentano maggiormente il sito seriale longobardo e sette modellini relativi alle aree in cui sono situati i monumenti, per permettere l’esplorazione tattile dei loro contesti di provenienza. A rendere il percorso ancor più accessibile saranno le audio descrizioni (in italiano e inglese), registrate dagli attori della Compagnia #SIneNOmine della Casa di Reclusione di Maiano a Spoleto, da ascoltare tramite NFC e QR code, nonché un catalogo in Braille e uno in large print in libera consultazione, infine, per consentire una fruizione dei modelli inclusiva, sono stati realizzati dei video con la tecnica del compositing nella LIS – Lingua dei Segni Italiana, insieme ad immagini e animazioni, sottotitoli e audio.
La mostra ‘Toccar con mano i longobardi’, permette di conoscere e “toccare” le sette eccellenze architettoniche del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, da dieci anni riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale, un itinerario dei luoghi del potere Longobardo che, oltre alla Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), ricomprende: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Torba e a Castelseprio (VA), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG), il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).
L’esposizione è curata dall’Associazione Italia Langobardorum – struttura di gestione del sito seriale – che fa parte del circuito della IX edizione della Biennale “Arteinsieme – cultura e culture senza barriere” un gruppo di musei e luoghi della cultura che promuovono attività finalizzate a favorire la partecipazione delle persone con disabilità e con esigenze speciali in generale o provenienti da culture altre, valorizzando il patrimonio artistico contemporaneo, l’accessibilità dell’arte e dei beni culturali, nella convinzione del forte potere sociale che ha l’arte, che si vive ed esperisce insieme.
INFO: Mostra “Toccar con Mano i Longobardi”
Inaugurazione: venerdì 12 novembre, ore 15.30
Indirizzo Rocca Albornoz-Museo Nazionale del Ducato di Spoleto | Piazza Bernardino Campello 1, Spoleto (PG)
orario dal 27 dicembre al 9 gennaio: dal lunedì alla domenica: 9.30-13.45 (ultimo ingresso 13.15)
chiuso: dal 13 al 26 dicembre | 1, 16 e 30 gennaio | 6 e 20 febbraio | 6 marzo
info e prenotazioni: +39 0743 223055
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli
L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.
Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.
Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.
La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.
L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.
In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.
Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.
Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.
Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì
Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Auditorium della Stella
Giorni di apertura: 8-12 dicembre | 17 dicembre – 9 gennaio | 14 gennaio
Orario: 10-13 e 15-18.30
Un presepe monumentale a grandezza naturale divenuto il più grande d’Europa, realizzato in terracotta, legno e cartapesta dal maestro di arte presepiale Mario Agrestini.
Il presepe, frutto di un lavoro di oltre 40 anni che ricostruisce l’antico mondo contadino, interagisce tra pittura e scultura ed è unico nella sua realizzazione e dimensione.
L’abbigliamento dei personaggi è in parte tessuto a mano ed in parte originario della Giordania, così come tutti gli accessori sia dei personaggi che degli animali presenti.
L’opera è già stata esposta nel 2010 a Roma, nella Sala del Carroccio in Campidoglio.

dal 12 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Mostre di presepi: Sala degli Ori, Piazza Campello (uscita della mobilità alternativa), Via di Visiale
Programma e info: Pro Loco di Spoleto “A. Busetti” – Via Minervio 2 – Tel. e Fax 0743 46484 – Mob. 375.5035362 E-mail: prospoleto@gmail.com Web: www.prolocospoleto.it
dal 8 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022
a cura dell’Associazione G. Parenzi
fontana di piazza Campello
fontana di piazza del Mercato
fontana di piazza della Vittoria
lavatoi di via Posterna

PRESEPE DEGLI ORTI
Orti del Sole, via San Carlo, dall’8 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Orario: giorni feriali dalle 16 alle 19, giorni festivi dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19. Chiuso in caso di maltempo.
Opera di Agostino Agostinelli sono la piccola Natività in cartapesta posta all’ingresso degli orti e la bella natività a grandezza naturale realizzata per i Presepi al Borgaccio nel 2003.
La terza Natività artistica è stata realizzata dal prof. Massimiliano Albanese.
L’allestimento delle scene è opera di volenterosi “ortolani” innamorati della magia del Presepe.
Lungo il percorso sagome dipinte dal prof. Pietro Mita. Le tre opere creano una grande suggestione, negli Orti del Sole, all’ombra della Rocca e del Ponte delle Torri, un luogo ricco di fascino e da valorizzare. Un fondale di grande atmosfera nella semplicità di un allestimento che richiama l’intima umiltà della Natività.
“Dall’alto delle torri”, visite guidate alla Camera Pinta e ai percorsi difensivi della Rocca Albornoz e “Capolavori da Museo”, visite guidate tematiche nei musei della Spoleto Card

Nel periodo delle festività natalizie Sistema Museo continua il programma di visite guidate a tema per scoprire l’incredibile patrimonio storico artistico dei musei delle città di Spoleto e Campello sul Clitunno. Gli incontri in calendario coinvolgono i sei musei della rete Spoleto Card: la Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato, il Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano, Palazzo Collicola, la Casa Romana, la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo e il Tempietto sul Clitunno.

Proseguono le visite guidate “Dall’alto delle torri” alla scoperta della Camera Pinta e dei percorsi difensivi della Rocca Albornoz, un’occasione da non perdere per scoprire la stretta relazione tra la funzione difensiva della fortezza e la sua posizione strategica nel territorio (in caso di maltempo la visita guidata prevede delle modifiche al percorso).

Il programma di Natale prevede anche le visite guidate tematiche “Capolavori da Museo” alle collezioni dei musei della Spoleto Card, un’opportunità unica per vivere a pieno la carta turistica museale e scoprire il prezioso patrimonio storico artistico di Spoleto e di Campello sul Clitunno.

Le attività sono a cura di Sistema Museo in collaborazione con la Direzione Regionale Musei dell’Umbria – Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto – Tempietto sul Clitunno e Museo Archeologico Nazionale – Teatro Romano di Spoleto, il Comune di Spoleto e il Comune di Campello sul Clitunno.
DALL’ALTO DELLE TORRI
VISITE GUIDATE ALLA CAMERA PINTA E AI PERCORSI DIFENSIVI della ROCCA ALBORNOZ
giovedì e venerdì – ore 11.00 – 12.00
sabato e domenica – ore 11.00 – 12.00
CAPOLAVORI DA MUSEO
VISITE GUIDATE TEMATICHE
Un monumento che affascina da secoli – TEMPIETTO SUL CLITUNNO
Dicembre: sabato ore 15.00 / Gennaio: sabato ore 13.00
Una nobile passeggiata – PALAZZO COLLICOLA
sabato ore 16.00
Uno scrigno di antiche pitture – CHIESA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO sabato 17.00
Spoleto in scena – TEATRO ROMANO DI SPOLETO
domenica ore 14.30
Una domus da sogno – CASA ROMANA
domenica ore 15.30
Tariffe di partecipazione a tutte le visite guidate
Intero € 4,00 | Ridotto € 3,00 per i possessori della Spoleto Card e dai 7 ai 17 anni | Gratuito fino a 6 anni |
Previo acquisto della Spoleto Card o del biglietto di ingresso al museo.
Le visite guidate prevedono la PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA fino ad esaurimento posti e il rispetto delle norme Covid-19 vigenti.

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina
Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.
L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.
Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì
Nuovamente aperta al pubblico la mostra che celebra la storia del Festival dei Due Mondi. Ingresso gratuito
Riapre al pubblico ‘Frammenti di un percorso teatrale’, la mostra-omaggio che riporta alla luce documenti, fotografie, bozzetti d’epoca, costumi e arredi scenici che hanno fatto la storia del Festival dei Due Mondi.
Durante il periodo natalizio, per permettere a turisti e residenti di ammirare veri e propri pezzi d’arte realizzati dalle sapienti mani delle maestranze che si sono susseguite di edizione in edizione, la mostra sarà visitabile a Palazzo Collicola (ingresso via Loreto Vittori) fino al 12 dicembre, il 18, 19 e 26 dicembre, il 2 gennaio e dal 6 al 9 gennaio 2022.
L’esposizione, a cura di Piero Maccarinelli, intende valorizzare il fondamentale lavoro degli artigiani-artisti senza i quali il festival non avrebbe ottenuto il prestigio internazionale che lo ha contraddistinto. Si tratta di una prima ricognizione eclettica di costumi selezionati fra le migliaia del magazzino del festival che rappresenta un’anteprima del lavoro che più organicamente verrà sviluppato nei prossimi anni per cicli tematici.
Dopo gennaio i giorni di apertura al pubblico saranno il 12, 13, 19, 20, 26 e 27 marzo, il 2, 3, 9, 10, 16, 18, 23, 24, 25, 30 aprile e il 1° maggio 2022.
Nei giorni indicati la mostra sarà visitabile dalle ore 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.30.

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli
L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.
Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.
Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15
Ma non ho bicchieri come i tuoi
A cura di Marco Tonelli e Lorenzo Fiorucci
Palazzo Collicola, Spoleto
13 novembre 2021– 13 febbraio 2022

Una mostra di pittura, imprevedibile, eccentrica, un dialogo tra due artisti che lavorano sui margini stessi delle immagini e della rappresentazione, della linea e dell’ornamento, dell’illusione e del significato.
Maurizio Cannavacciuolo (1954) e Claudio Massini (1955), entrambi nati a Napoli, coetanei, una storia di lunga amicizia, fatta di interferenze ma non di influenze, hanno condiviso tra anni Settanta e Ottanta la galleria di Lucio Amelio a Napoli, vero e proprio centro del mondo dell’arte contemporanea del tempo in Italia: in occasione di questa mostra a Palazzo Collicola si sono dunque ri-chiamati a vicenda.
Il percorso espositivo (una doppia personale) si snoda lungo le dieci sale del Piano terra dedicate alle mostre temporanee. Cannavacciuolo e Massini espongono 30 opere (tra cui alcuni polittici) realizzate dalla fine degli anni Novanta ad oggi, per lo più dipinti su tela, con la presenza da parte di Cannavacciuolo anche di una grande opera di formelle di ceramica (Sinestesia) a testimonianza della sua apertura verso altri “generi”, mentre spetta a Massini chiudere la mostra con la riproposizione fotografica di interventi di arte sociale realizzati tra il 1974 e il 1980, un periodo di ricerca che oscilla tra l’antropologico e il popolare e che prese forma in un contesto collettivo quale l’intervento realizzato a Sant’Antimo nel 1977 dal titolo La notte di Maggio Mellone.
La mostra cerca di sottolineare diversi aspetti umorali e narrativi dei loro percorsi, che nel caso di Cannavacciuolo si manifestano con una sorta di sana ironia, quasi didattica, da osservatore tenero e spietato che cerca di far riflettere lo spettatore attraverso trappole logiche e visive, in quello di Massini con sottili e precise architetture fatte di equilibri, innumerevoli strati di colore, piccole utopie, orientalismi, polittici, recuperi e nostalgie stile impero, intrecci di costellazioni e edonistiche decorazioni.
I rebus visivi, stravaganti ed impertinenti di Cannavacciuolo di opere come Bubbles, Fire Zazazà!, Excelsior, Bored Sea Food vs Barbed Wire Family o Menina do Rio, calor que provoca arrepio fanno così da perfetto controcanto agli spazi onirici e congelati di Massini di dipinti come Barcellonese, Riparo, Dall’alto e fuori o Architettura fatale, deviando entrambi dalla pratica corrente di modernità, tradizione e contemporaneità.
Due pittori dunque non marginali, complessi e stratificati, antagonisti involontari della scena contemporanea da cui si distinguono per fitte trame di significati e rimandi, ibridazioni e richiami a culture altre e internazionali e quindi parte di una cultura universale.
Dal 12 novembre 2021 e fino al 6 marzo 2022 alla Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto una mostra itinerante che offre la possibilità unica di ammirare contemporaneamente i monumenti del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, Patrimonio UNESCO da dieci anni

Continuano le celebrazioni per il decennale del sito seriale ‘I longobardi in Italia’ come Patrimonio Mondiale UNESCO, con la mostra itinerante “Toccar con mano i Longobardi” che sarà inaugurata venerdì 12 novembre alle ore 15.30 alla Rocca Albornoz – Museo nazionale del ducato di Spoleto, dopo le tappe di Ancona, Benevento e Monte Sant’Angelo.
L’esposizione, che sarà visitabile fino al 6 marzo, è stata realizzata in collaborazione con il ‘Museo Tattile Statale Omero’ di Ancona e finanziata dal Ministero della Cultura a valere della L.77/2006, si pone l’obiettivo di far conoscere la straordinarietà e la complessità del sito UNESCO attraverso un percorso tattile e una gamma differenziata di opzioni di fruizione che ne facilitano la comprensione, assicurando a tutti un’esperienza multisensoriale ottimale.
Nelle sale saranno esposti sette modellini tridimensionali in scala dei monumenti architettonici che rappresentano maggiormente il sito seriale longobardo e sette modellini relativi alle aree in cui sono situati i monumenti, per permettere l’esplorazione tattile dei loro contesti di provenienza. A rendere il percorso ancor più accessibile saranno le audio descrizioni (in italiano e inglese), registrate dagli attori della Compagnia #SIneNOmine della Casa di Reclusione di Maiano a Spoleto, da ascoltare tramite NFC e QR code, nonché un catalogo in Braille e uno in large print in libera consultazione, infine, per consentire una fruizione dei modelli inclusiva, sono stati realizzati dei video con la tecnica del compositing nella LIS – Lingua dei Segni Italiana, insieme ad immagini e animazioni, sottotitoli e audio.
La mostra ‘Toccar con mano i longobardi’, permette di conoscere e “toccare” le sette eccellenze architettoniche del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, da dieci anni riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale, un itinerario dei luoghi del potere Longobardo che, oltre alla Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), ricomprende: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Torba e a Castelseprio (VA), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG), il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).
L’esposizione è curata dall’Associazione Italia Langobardorum – struttura di gestione del sito seriale – che fa parte del circuito della IX edizione della Biennale “Arteinsieme – cultura e culture senza barriere” un gruppo di musei e luoghi della cultura che promuovono attività finalizzate a favorire la partecipazione delle persone con disabilità e con esigenze speciali in generale o provenienti da culture altre, valorizzando il patrimonio artistico contemporaneo, l’accessibilità dell’arte e dei beni culturali, nella convinzione del forte potere sociale che ha l’arte, che si vive ed esperisce insieme.
INFO: Mostra “Toccar con Mano i Longobardi”
Inaugurazione: venerdì 12 novembre, ore 15.30
Indirizzo Rocca Albornoz-Museo Nazionale del Ducato di Spoleto | Piazza Bernardino Campello 1, Spoleto (PG)
orario dal 27 dicembre al 9 gennaio: dal lunedì alla domenica: 9.30-13.45 (ultimo ingresso 13.15)
chiuso: dal 13 al 26 dicembre | 1, 16 e 30 gennaio | 6 e 20 febbraio | 6 marzo
info e prenotazioni: +39 0743 223055
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli
L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.
Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.
Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.
La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.
L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.
In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.
Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.
Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.
Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì
Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Auditorium della Stella
Giorni di apertura: 8-12 dicembre | 17 dicembre – 9 gennaio | 14 gennaio
Orario: 10-13 e 15-18.30
Un presepe monumentale a grandezza naturale divenuto il più grande d’Europa, realizzato in terracotta, legno e cartapesta dal maestro di arte presepiale Mario Agrestini.
Il presepe, frutto di un lavoro di oltre 40 anni che ricostruisce l’antico mondo contadino, interagisce tra pittura e scultura ed è unico nella sua realizzazione e dimensione.
L’abbigliamento dei personaggi è in parte tessuto a mano ed in parte originario della Giordania, così come tutti gli accessori sia dei personaggi che degli animali presenti.
L’opera è già stata esposta nel 2010 a Roma, nella Sala del Carroccio in Campidoglio.

dal 12 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Mostre di presepi: Sala degli Ori, Piazza Campello (uscita della mobilità alternativa), Via di Visiale
Programma e info: Pro Loco di Spoleto “A. Busetti” – Via Minervio 2 – Tel. e Fax 0743 46484 – Mob. 375.5035362 E-mail: prospoleto@gmail.com Web: www.prolocospoleto.it
dal 8 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022
a cura dell’Associazione G. Parenzi
fontana di piazza Campello
fontana di piazza del Mercato
fontana di piazza della Vittoria
lavatoi di via Posterna

PRESEPE DEGLI ORTI
Orti del Sole, via San Carlo, dall’8 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Orario: giorni feriali dalle 16 alle 19, giorni festivi dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19. Chiuso in caso di maltempo.
Opera di Agostino Agostinelli sono la piccola Natività in cartapesta posta all’ingresso degli orti e la bella natività a grandezza naturale realizzata per i Presepi al Borgaccio nel 2003.
La terza Natività artistica è stata realizzata dal prof. Massimiliano Albanese.
L’allestimento delle scene è opera di volenterosi “ortolani” innamorati della magia del Presepe.
Lungo il percorso sagome dipinte dal prof. Pietro Mita. Le tre opere creano una grande suggestione, negli Orti del Sole, all’ombra della Rocca e del Ponte delle Torri, un luogo ricco di fascino e da valorizzare. Un fondale di grande atmosfera nella semplicità di un allestimento che richiama l’intima umiltà della Natività.
“Dall’alto delle torri”, visite guidate alla Camera Pinta e ai percorsi difensivi della Rocca Albornoz e “Capolavori da Museo”, visite guidate tematiche nei musei della Spoleto Card

Nel periodo delle festività natalizie Sistema Museo continua il programma di visite guidate a tema per scoprire l’incredibile patrimonio storico artistico dei musei delle città di Spoleto e Campello sul Clitunno. Gli incontri in calendario coinvolgono i sei musei della rete Spoleto Card: la Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato, il Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano, Palazzo Collicola, la Casa Romana, la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo e il Tempietto sul Clitunno.

Proseguono le visite guidate “Dall’alto delle torri” alla scoperta della Camera Pinta e dei percorsi difensivi della Rocca Albornoz, un’occasione da non perdere per scoprire la stretta relazione tra la funzione difensiva della fortezza e la sua posizione strategica nel territorio (in caso di maltempo la visita guidata prevede delle modifiche al percorso).

Il programma di Natale prevede anche le visite guidate tematiche “Capolavori da Museo” alle collezioni dei musei della Spoleto Card, un’opportunità unica per vivere a pieno la carta turistica museale e scoprire il prezioso patrimonio storico artistico di Spoleto e di Campello sul Clitunno.

Le attività sono a cura di Sistema Museo in collaborazione con la Direzione Regionale Musei dell’Umbria – Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto – Tempietto sul Clitunno e Museo Archeologico Nazionale – Teatro Romano di Spoleto, il Comune di Spoleto e il Comune di Campello sul Clitunno.
DALL’ALTO DELLE TORRI
VISITE GUIDATE ALLA CAMERA PINTA E AI PERCORSI DIFENSIVI della ROCCA ALBORNOZ
giovedì e venerdì – ore 11.00 – 12.00
sabato e domenica – ore 11.00 – 12.00
CAPOLAVORI DA MUSEO
VISITE GUIDATE TEMATICHE
Un monumento che affascina da secoli – TEMPIETTO SUL CLITUNNO
Dicembre: sabato ore 15.00 / Gennaio: sabato ore 13.00
Una nobile passeggiata – PALAZZO COLLICOLA
sabato ore 16.00
Uno scrigno di antiche pitture – CHIESA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO sabato 17.00
Spoleto in scena – TEATRO ROMANO DI SPOLETO
domenica ore 14.30
Una domus da sogno – CASA ROMANA
domenica ore 15.30
Tariffe di partecipazione a tutte le visite guidate
Intero € 4,00 | Ridotto € 3,00 per i possessori della Spoleto Card e dai 7 ai 17 anni | Gratuito fino a 6 anni |
Previo acquisto della Spoleto Card o del biglietto di ingresso al museo.
Le visite guidate prevedono la PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA fino ad esaurimento posti e il rispetto delle norme Covid-19 vigenti.
Il Mercatino dell’Antico si svolge ogni seconda domenica del mese in Piazza della Libertà e nelle vie limitrofe, dalla mattina fino al calare del sole. Nei mesi estivi il mercato si sposta nei giardini di Viale Matteotti.
Offre oggetti di vario genere e qualità, da prodotti di artigianato e di piccolo antiquariato, a capi d’abbigliamento, mobili, gioielli, libri, dipinti.
Per partecipare come espositori: Ufficio Commercio del Comune di Spoleto – Tel. 0743 218454 / 55

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Dal 26 novembre al 2 gennaio 2022 l’iniziativa del Comune di Spoleto
in collaborazione con il Cinema Sala Frau e il Cinema Sala Pegasus

Accrescere l’interesse dei bambini nei confronti del cinema. È questo lo scopo di Spoleto Cinema Kids, l’iniziativa del Comune di Spoleto realizzata in collaborazione con il Cinema Sala Frau e il Cinema Sala Pegasus, che dal 26 novembre al 2 gennaio propone un calendario di appuntamenti dedicati ai più piccoli.
I quattro incontri, che verranno tutti preceduti da una piccola merende o da una colazione in base all’orario di programmazione, saranno ad ingresso gratuito e coinvolgeranno il Cinema Sala Pegasus e il Cinema Sala Frau, permettendo ai bambini di incontrarsi e condividere dei momenti di divertimento insieme alle loro famiglie.
Il primo appuntamento sarà alla Sala Frau venerdì 26 novembre con Sing, film d’animazione scritto e diretto da Garth Jennings.
Alle ore 17.00 ci sarà una piccola merenda mentre alle ore 17.30 avrà inizio la proiezione.
Domenica 12 dicembre appuntamento mattutino alla Sala Pegasus (ore 10.30 colazione al cinema e inizio proiezione alle ore 11.00) con La gabbianella e il gatto, film d’animazione italiano diretto da Enzo D’Alò e basato sul romanzo ‘Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare’ dello scrittore cileno Luis Sepúlveda.
Il terzo film d’animazione in proiezione sarà Il piccolo yeti (titolo originale ‘Abominable’) scritto e diretto da Jill Culton, in programma venerdì 17 dicembre alla Sala Frau (ore 17.00 piccola merenda; ore 17.30 inizio proiezione), mentre l’ultimo appuntamento è con Dililì a Parigi, domenica 2 gennaio alle ore 10.30 alla Sala Pegasus, con la colazione al cinema e alle ore 11.00 con la proiezione del film.
Per maggiori informazioni e per effettuare le prenotazioni è possibile chiamare la Sala Frau al numero 335 741 8616.

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli
L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.
Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.
Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15
Ma non ho bicchieri come i tuoi
A cura di Marco Tonelli e Lorenzo Fiorucci
Palazzo Collicola, Spoleto
13 novembre 2021– 13 febbraio 2022

Una mostra di pittura, imprevedibile, eccentrica, un dialogo tra due artisti che lavorano sui margini stessi delle immagini e della rappresentazione, della linea e dell’ornamento, dell’illusione e del significato.
Maurizio Cannavacciuolo (1954) e Claudio Massini (1955), entrambi nati a Napoli, coetanei, una storia di lunga amicizia, fatta di interferenze ma non di influenze, hanno condiviso tra anni Settanta e Ottanta la galleria di Lucio Amelio a Napoli, vero e proprio centro del mondo dell’arte contemporanea del tempo in Italia: in occasione di questa mostra a Palazzo Collicola si sono dunque ri-chiamati a vicenda.
Il percorso espositivo (una doppia personale) si snoda lungo le dieci sale del Piano terra dedicate alle mostre temporanee. Cannavacciuolo e Massini espongono 30 opere (tra cui alcuni polittici) realizzate dalla fine degli anni Novanta ad oggi, per lo più dipinti su tela, con la presenza da parte di Cannavacciuolo anche di una grande opera di formelle di ceramica (Sinestesia) a testimonianza della sua apertura verso altri “generi”, mentre spetta a Massini chiudere la mostra con la riproposizione fotografica di interventi di arte sociale realizzati tra il 1974 e il 1980, un periodo di ricerca che oscilla tra l’antropologico e il popolare e che prese forma in un contesto collettivo quale l’intervento realizzato a Sant’Antimo nel 1977 dal titolo La notte di Maggio Mellone.
La mostra cerca di sottolineare diversi aspetti umorali e narrativi dei loro percorsi, che nel caso di Cannavacciuolo si manifestano con una sorta di sana ironia, quasi didattica, da osservatore tenero e spietato che cerca di far riflettere lo spettatore attraverso trappole logiche e visive, in quello di Massini con sottili e precise architetture fatte di equilibri, innumerevoli strati di colore, piccole utopie, orientalismi, polittici, recuperi e nostalgie stile impero, intrecci di costellazioni e edonistiche decorazioni.
I rebus visivi, stravaganti ed impertinenti di Cannavacciuolo di opere come Bubbles, Fire Zazazà!, Excelsior, Bored Sea Food vs Barbed Wire Family o Menina do Rio, calor que provoca arrepio fanno così da perfetto controcanto agli spazi onirici e congelati di Massini di dipinti come Barcellonese, Riparo, Dall’alto e fuori o Architettura fatale, deviando entrambi dalla pratica corrente di modernità, tradizione e contemporaneità.
Due pittori dunque non marginali, complessi e stratificati, antagonisti involontari della scena contemporanea da cui si distinguono per fitte trame di significati e rimandi, ibridazioni e richiami a culture altre e internazionali e quindi parte di una cultura universale.
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli
L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.
Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.
Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.
La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.
L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.
In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.
Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.
Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.
Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì
Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Auditorium della Stella
Giorni di apertura: 8-12 dicembre | 17 dicembre – 9 gennaio | 14 gennaio
Orario: 10-13 e 15-18.30
Un presepe monumentale a grandezza naturale divenuto il più grande d’Europa, realizzato in terracotta, legno e cartapesta dal maestro di arte presepiale Mario Agrestini.
Il presepe, frutto di un lavoro di oltre 40 anni che ricostruisce l’antico mondo contadino, interagisce tra pittura e scultura ed è unico nella sua realizzazione e dimensione.
L’abbigliamento dei personaggi è in parte tessuto a mano ed in parte originario della Giordania, così come tutti gli accessori sia dei personaggi che degli animali presenti.
L’opera è già stata esposta nel 2010 a Roma, nella Sala del Carroccio in Campidoglio.

dal 12 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Mostre di presepi: Sala degli Ori, Piazza Campello (uscita della mobilità alternativa), Via di Visiale
Programma e info: Pro Loco di Spoleto “A. Busetti” – Via Minervio 2 – Tel. e Fax 0743 46484 – Mob. 375.5035362 E-mail: prospoleto@gmail.com Web: www.prolocospoleto.it
dal 8 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022
a cura dell’Associazione G. Parenzi
fontana di piazza Campello
fontana di piazza del Mercato
fontana di piazza della Vittoria
lavatoi di via Posterna

PRESEPE DEGLI ORTI
Orti del Sole, via San Carlo, dall’8 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Orario: giorni feriali dalle 16 alle 19, giorni festivi dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19. Chiuso in caso di maltempo.
Opera di Agostino Agostinelli sono la piccola Natività in cartapesta posta all’ingresso degli orti e la bella natività a grandezza naturale realizzata per i Presepi al Borgaccio nel 2003.
La terza Natività artistica è stata realizzata dal prof. Massimiliano Albanese.
L’allestimento delle scene è opera di volenterosi “ortolani” innamorati della magia del Presepe.
Lungo il percorso sagome dipinte dal prof. Pietro Mita. Le tre opere creano una grande suggestione, negli Orti del Sole, all’ombra della Rocca e del Ponte delle Torri, un luogo ricco di fascino e da valorizzare. Un fondale di grande atmosfera nella semplicità di un allestimento che richiama l’intima umiltà della Natività.
Lunedì 13 dicembre alle ore 16.00 | Biblioteca comunale “Giosué Carducci”, Palazzo Mauri
Rodney John Lokaj, docente di filologia italiana all’Università di Enna “Kore” e Luigi Rambotti, già direttore dell’Archivio di Stato di Perugia, terranno una conferenza sull’illustre (e oggi poco noto) studioso spoletino che è stato tra i primi commentatori della Divina Commedia nel ‘400 e che annovera tra i suoi alunni S. Bernardino da Siena ed Enea Silvio Piccolomini, futuro papa Pio II.
Parteciperanno alla conferenza Uno spoletino insegna Dante ai toscani – Lo strano caso di Giovanni di ser Buccio Danilo Chiodetti, assessore alla valorizzazione delle culture, della qualità e della bellezza della Città e del territorio del Comune di Spoleto e Cinzia Rutili, direttrice dell’Archivio di Stato di Perugia.
L’appuntamento rientra nell’ambito delle iniziative di DANTE NELLE TERRE DEL DUCATO organizzate dalla Biblioteca comunale “Giosuè Carducci” e dall’Archivio di Stato di Perugia in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri.
L’ingresso è libero ma su prenotazione.
PRENOTAZIONI
Email: biblioteca.comunale@comune.spoleto.pg.it – Tel. 0743.218801
Ai sensi della normativa vigente, per accedere alla biblioteca occorre esibire il Green Pass (dai 12 anni) ed indossare la mascherina (per i bambini sopra i 6 anni).

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli
L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.
Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.
Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Auditorium della Stella
Giorni di apertura: 8-12 dicembre | 17 dicembre – 9 gennaio | 14 gennaio
Orario: 10-13 e 15-18.30
Un presepe monumentale a grandezza naturale divenuto il più grande d’Europa, realizzato in terracotta, legno e cartapesta dal maestro di arte presepiale Mario Agrestini.
Il presepe, frutto di un lavoro di oltre 40 anni che ricostruisce l’antico mondo contadino, interagisce tra pittura e scultura ed è unico nella sua realizzazione e dimensione.
L’abbigliamento dei personaggi è in parte tessuto a mano ed in parte originario della Giordania, così come tutti gli accessori sia dei personaggi che degli animali presenti.
L’opera è già stata esposta nel 2010 a Roma, nella Sala del Carroccio in Campidoglio.

dal 12 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Mostre di presepi: Sala degli Ori, Piazza Campello (uscita della mobilità alternativa), Via di Visiale
Programma e info: Pro Loco di Spoleto “A. Busetti” – Via Minervio 2 – Tel. e Fax 0743 46484 – Mob. 375.5035362 E-mail: prospoleto@gmail.com Web: www.prolocospoleto.it
dal 8 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022
a cura dell’Associazione G. Parenzi
fontana di piazza Campello
fontana di piazza del Mercato
fontana di piazza della Vittoria
lavatoi di via Posterna

PRESEPE DEGLI ORTI
Orti del Sole, via San Carlo, dall’8 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Orario: giorni feriali dalle 16 alle 19, giorni festivi dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19. Chiuso in caso di maltempo.
Opera di Agostino Agostinelli sono la piccola Natività in cartapesta posta all’ingresso degli orti e la bella natività a grandezza naturale realizzata per i Presepi al Borgaccio nel 2003.
La terza Natività artistica è stata realizzata dal prof. Massimiliano Albanese.
L’allestimento delle scene è opera di volenterosi “ortolani” innamorati della magia del Presepe.
Lungo il percorso sagome dipinte dal prof. Pietro Mita. Le tre opere creano una grande suggestione, negli Orti del Sole, all’ombra della Rocca e del Ponte delle Torri, un luogo ricco di fascino e da valorizzare. Un fondale di grande atmosfera nella semplicità di un allestimento che richiama l’intima umiltà della Natività.

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina
Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.
L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.
Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli
L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.
Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.
Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Auditorium della Stella
Giorni di apertura: 8-12 dicembre | 17 dicembre – 9 gennaio | 14 gennaio
Orario: 10-13 e 15-18.30
Un presepe monumentale a grandezza naturale divenuto il più grande d’Europa, realizzato in terracotta, legno e cartapesta dal maestro di arte presepiale Mario Agrestini.
Il presepe, frutto di un lavoro di oltre 40 anni che ricostruisce l’antico mondo contadino, interagisce tra pittura e scultura ed è unico nella sua realizzazione e dimensione.
L’abbigliamento dei personaggi è in parte tessuto a mano ed in parte originario della Giordania, così come tutti gli accessori sia dei personaggi che degli animali presenti.
L’opera è già stata esposta nel 2010 a Roma, nella Sala del Carroccio in Campidoglio.

dal 12 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Mostre di presepi: Sala degli Ori, Piazza Campello (uscita della mobilità alternativa), Via di Visiale
Programma e info: Pro Loco di Spoleto “A. Busetti” – Via Minervio 2 – Tel. e Fax 0743 46484 – Mob. 375.5035362 E-mail: prospoleto@gmail.com Web: www.prolocospoleto.it
dal 8 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022
a cura dell’Associazione G. Parenzi
fontana di piazza Campello
fontana di piazza del Mercato
fontana di piazza della Vittoria
lavatoi di via Posterna

PRESEPE DEGLI ORTI
Orti del Sole, via San Carlo, dall’8 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Orario: giorni feriali dalle 16 alle 19, giorni festivi dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19. Chiuso in caso di maltempo.
Opera di Agostino Agostinelli sono la piccola Natività in cartapesta posta all’ingresso degli orti e la bella natività a grandezza naturale realizzata per i Presepi al Borgaccio nel 2003.
La terza Natività artistica è stata realizzata dal prof. Massimiliano Albanese.
L’allestimento delle scene è opera di volenterosi “ortolani” innamorati della magia del Presepe.
Lungo il percorso sagome dipinte dal prof. Pietro Mita. Le tre opere creano una grande suggestione, negli Orti del Sole, all’ombra della Rocca e del Ponte delle Torri, un luogo ricco di fascino e da valorizzare. Un fondale di grande atmosfera nella semplicità di un allestimento che richiama l’intima umiltà della Natività.
L’evento è a cura della Libreria UBIK.
Interverrà Roberto D’Orsi.
Dicono che non serve una ragione precisa per compiere il Cammino di Santiago, e che per viverlo al meglio bisogna sapersi sorprendere ad ogni passo. In effetti Livio non sa esattamente perché ha deciso di partire zaino in spalla, trascinando con sé due amiche fino alla tomba di San Giacomo. Per consolidare la propria fede e prendere finalmente i voti? O per il motivo opposto, temporeggiare quanto basta per capire se è davvero quella la sua strada? Di certo, ad animare le sue scelte è sempre stato l’amore per gli altri, una vocazione che lo ha portato molte volte lontano da casa – un bell’appartamento a Posillipo, coccolato da mamma e papà – e l’ha condotto in giro per il mondo, al fianco degli umili, dei bisognosi, degli ultimi. La risposta ai suoi dubbi lo attende nell’antico borgo di Portomarín e ha il volto sorridente di Pietro, un architetto dai tratti orientali e in sedia a rotelle, che si offre di accompagnarlo nella chiesa di San Nicola e di mostrargliene la prodigiosa bellezza. Una chiacchiera dopo l’altra, i due diventano presto inseparabili e decidono di proseguire insieme fino a Compostela, fino a scoprire un’altra preziosa verità: il Cammino più importante non si fa a piedi, ma con il cuore. E così l’arrivo al santuario si trasformerà nell’inizio di un nuovo percorso, più lungo e più difficile per entrambi. In un romanzo struggente e ricco di interrogativi che scavano l’anima dei personaggi, Trapanese ci ricorda che la vita non è una favola e ti colpisce sempre alle spalle, ma che lo stesso fa anche la felicità, arriva sempre da dove meno te l’aspetti.

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina
Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.
L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.
Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli
L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.
Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.
Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15
Ma non ho bicchieri come i tuoi
A cura di Marco Tonelli e Lorenzo Fiorucci
Palazzo Collicola, Spoleto
13 novembre 2021– 13 febbraio 2022

Una mostra di pittura, imprevedibile, eccentrica, un dialogo tra due artisti che lavorano sui margini stessi delle immagini e della rappresentazione, della linea e dell’ornamento, dell’illusione e del significato.
Maurizio Cannavacciuolo (1954) e Claudio Massini (1955), entrambi nati a Napoli, coetanei, una storia di lunga amicizia, fatta di interferenze ma non di influenze, hanno condiviso tra anni Settanta e Ottanta la galleria di Lucio Amelio a Napoli, vero e proprio centro del mondo dell’arte contemporanea del tempo in Italia: in occasione di questa mostra a Palazzo Collicola si sono dunque ri-chiamati a vicenda.
Il percorso espositivo (una doppia personale) si snoda lungo le dieci sale del Piano terra dedicate alle mostre temporanee. Cannavacciuolo e Massini espongono 30 opere (tra cui alcuni polittici) realizzate dalla fine degli anni Novanta ad oggi, per lo più dipinti su tela, con la presenza da parte di Cannavacciuolo anche di una grande opera di formelle di ceramica (Sinestesia) a testimonianza della sua apertura verso altri “generi”, mentre spetta a Massini chiudere la mostra con la riproposizione fotografica di interventi di arte sociale realizzati tra il 1974 e il 1980, un periodo di ricerca che oscilla tra l’antropologico e il popolare e che prese forma in un contesto collettivo quale l’intervento realizzato a Sant’Antimo nel 1977 dal titolo La notte di Maggio Mellone.
La mostra cerca di sottolineare diversi aspetti umorali e narrativi dei loro percorsi, che nel caso di Cannavacciuolo si manifestano con una sorta di sana ironia, quasi didattica, da osservatore tenero e spietato che cerca di far riflettere lo spettatore attraverso trappole logiche e visive, in quello di Massini con sottili e precise architetture fatte di equilibri, innumerevoli strati di colore, piccole utopie, orientalismi, polittici, recuperi e nostalgie stile impero, intrecci di costellazioni e edonistiche decorazioni.
I rebus visivi, stravaganti ed impertinenti di Cannavacciuolo di opere come Bubbles, Fire Zazazà!, Excelsior, Bored Sea Food vs Barbed Wire Family o Menina do Rio, calor que provoca arrepio fanno così da perfetto controcanto agli spazi onirici e congelati di Massini di dipinti come Barcellonese, Riparo, Dall’alto e fuori o Architettura fatale, deviando entrambi dalla pratica corrente di modernità, tradizione e contemporaneità.
Due pittori dunque non marginali, complessi e stratificati, antagonisti involontari della scena contemporanea da cui si distinguono per fitte trame di significati e rimandi, ibridazioni e richiami a culture altre e internazionali e quindi parte di una cultura universale.
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli
L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.
Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.
Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.
La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.
L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.
In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.
Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.
Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.
Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì
Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Auditorium della Stella
Giorni di apertura: 8-12 dicembre | 17 dicembre – 9 gennaio | 14 gennaio
Orario: 10-13 e 15-18.30
Un presepe monumentale a grandezza naturale divenuto il più grande d’Europa, realizzato in terracotta, legno e cartapesta dal maestro di arte presepiale Mario Agrestini.
Il presepe, frutto di un lavoro di oltre 40 anni che ricostruisce l’antico mondo contadino, interagisce tra pittura e scultura ed è unico nella sua realizzazione e dimensione.
L’abbigliamento dei personaggi è in parte tessuto a mano ed in parte originario della Giordania, così come tutti gli accessori sia dei personaggi che degli animali presenti.
L’opera è già stata esposta nel 2010 a Roma, nella Sala del Carroccio in Campidoglio.

dal 12 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Mostre di presepi: Sala degli Ori, Piazza Campello (uscita della mobilità alternativa), Via di Visiale
Programma e info: Pro Loco di Spoleto “A. Busetti” – Via Minervio 2 – Tel. e Fax 0743 46484 – Mob. 375.5035362 E-mail: prospoleto@gmail.com Web: www.prolocospoleto.it
dal 8 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022
a cura dell’Associazione G. Parenzi
fontana di piazza Campello
fontana di piazza del Mercato
fontana di piazza della Vittoria
lavatoi di via Posterna

PRESEPE DEGLI ORTI
Orti del Sole, via San Carlo, dall’8 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Orario: giorni feriali dalle 16 alle 19, giorni festivi dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19. Chiuso in caso di maltempo.
Opera di Agostino Agostinelli sono la piccola Natività in cartapesta posta all’ingresso degli orti e la bella natività a grandezza naturale realizzata per i Presepi al Borgaccio nel 2003.
La terza Natività artistica è stata realizzata dal prof. Massimiliano Albanese.
L’allestimento delle scene è opera di volenterosi “ortolani” innamorati della magia del Presepe.
Lungo il percorso sagome dipinte dal prof. Pietro Mita. Le tre opere creano una grande suggestione, negli Orti del Sole, all’ombra della Rocca e del Ponte delle Torri, un luogo ricco di fascino e da valorizzare. Un fondale di grande atmosfera nella semplicità di un allestimento che richiama l’intima umiltà della Natività.
Giovedì 16 dicembre il convegno a palazzo Mauri con le visite guidate al MuST – Museo delle Scienze e del Territorio e al Museo delle Miniere di Morgnano
È in programma giovedì 16 dicembre a palazzo Mauri il convegno Gli ecomusei umbri: sviluppo sostenibile, comunità e territori a cura dell’amministrazione comunale.
L’evento, organizzato in collaborazione con il Cedrav (Centro Documentazione Ricerca Antropologica In Valnerina), l’associazione Amici delle miniere, Int. Geo. Mod. srl, Hyla studio naturalistico e la rete degli ecomusei della Regione Umbria, inizierà alle ore 9.00 con i saluti istituzionali del Comune di Spoleto, della Regione Umbria e del Cedrav.
Ad intervenire saranno l’assessore alla transizione ecologica ed energetica, economia circolare, biodiversità e paesaggio Agnese Protasi e Antonella Pinna, dirigente del servizio ‘Valorizzazione risorse culturali, Musei, archivi e biblioteche’ della Regione Umbria.
Saranno poi sei gli interventi tecnici previsti nell’arco della mattinata. Alle ore 9.30 Gabriele Lena di Int.Geo.Mod. srl relazionerà sul tema ‘L’Ecomuseo geologico minerario di Spoleto, criticità e proposte’, mentre Gina De Grandis del CTS Ecomusei Umbria (ore 9.50) parlerà di ‘Ecomusei e archeologia industriale’.
Alle ore 10.10 Caterina Marcelli, membro del CTS dell’Ecomuseo del Tevere, illustrerà ‘L’Ecomuseo del Tevere e i progetti in itinere’; alle 10.20 l’intervento della direttrice del Museo della Canapa, Glenda Giampaoli, sarà su ‘Un’esperienza rigenerativa del territorio’.
Gli ultimi due interventi del convegno saranno a cura di Vincenza Campagnani, vicepresidente dell’associazione Amici delle miniere (Le miniere di Morgnano, storia di una città) e di Emi Petruzzi dello Studio Naturalistico Hyla (Il progetto MuST di Spoleto e la Collezione Ragni, prospettive per il futuro).
Alle ore 11.30 è in programma la visita guidata all’esposizione temporanea del MuST (Museo delle Scienze e del Territorio) a palazzo Collicola, mentre a conclusione della mattinata è prevista alle ore 14.30 la visita guidata al Museo delle Miniere di Morgnano.
Il 16-17 dicembre, al Deposito Santo Chiodo di Spoleto, un convegno fa il punto della situazione
A cinque anni dal terremoto, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con Virart Odv organizza il convegno La gestione del patrimonio culturale in situazione di emergenza.
L’evento si svolgerà in due giornate, una di discussione ed una seminariale.
Nel primo giorno, le Istituzioni culturali competenti tratteranno il tema: “Sisma 2016. Il caso del Centro Operativo dei Beni Culturali di Spoleto”, mentre nella seconda giornata si terrà un vero e proprio corso di “Metodologie per la movimentazione delle opere d’arte”, a cura del Prof. Roberto Boddi.

L’incontro del 16 dicembre avrà l’obiettivo di sottolineare i punti di forza dell’esperienza del Deposito di Santo Chiodo, mostrando i diversi ruoli svolti dagli Istituti culturali in fase di emergenza e saranno illustrate tutte le fasi di intervento in caso di calamità: dal recupero alla conservazione dei beni. Restauratori coinvolti direttamente nelle operazioni di recupero, messa in sicurezza e restauro, racconteranno casi peculiari di opere provenienti dai territori del sisma. Si analizzerà anche il caso della chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia ed il ripristino della pala dell’Incoronazione di Jacopo Siculo, da San Francesco di Norcia. Oltre alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, gli enti coinvolti saranno: Direzione Generale DG-Sicurezza Patrimonio Culturale, l’Ufficio del Soprintendente Speciale Sisma 2016, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio di Perugia, l’Opificio delle Pietre Dure, l’Istituto Superiore di Restauro, l’Arcidiocesi Spoleto-Norcia, i Laboratori dei Musei Vaticani ed il Comune di Spoleto.

Il seminario operativo del 17 dicembre, tratta temi come l’imballaggio e il trasporto di dipinti e sculture, l’analisi dei sistemi di protezione delle opere secondo la tipologia e la conformazione, i nuovi materiali, la valutazione dei rischi e delle pericolosità per i manufatti in fase di movimentazione.
Il corso del Prof. Boddi si rivolge a restauratori, architetti, tecnici, storici dell’arte, studenti ed operatori museali interessati ad acquisire competenze nell’ambito della movimentazione delle opere d’arte.

Durante il convegno, sarà proiettato in anteprima il video “Dal recupero alla conservazione. Le messe in sicurezza delle opere del deposito di Santo Chiodo salvate dal sisma 2016” a cura di Sabap Umbria.
Ulteriori argomenti e casi di restauro saranno illustrati nella ricca sezione poster.
Su prenotazione, si effettueranno visite guidate al Deposito a cura di Sabap Umbria e Virart ODV, con la possibilità di ammirare gli ultimi restauri e la ricomposizione dell’iconostasi di San Salvatore a Campi.
L’evento è svolto con il contributo della Direzione Generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Mic.
Per prenotare: tel. 393 7270512 e-mail: segreteria@virart.org
Info: https://virart.org/convegno-gestione-patrimonio-in-emergenza/ oppure sulla pagina Facebook Spoleto – Deposito Opere d’Arte di Santo Chiodo

Regalati… un Museo
In occasione delle festività natalizie Sistema Museo propone NATALE E’ Regalati … un Museo, un calendario di visite guidate e attività creative per famiglie che regaleranno l’occasione di vivere l’atmosfera delle festività alla scoperta del prestigioso patrimonio storico artistico dei musei delle città di Spoleto e Campello sul Clitunno.
Le attività sono a cura di Sistema Museo in collaborazione con la Direzione Regionale Musei dell’Umbria – Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto – Tempietto sul Clitunno, il Comune di Spoleto e il Comune di Campello sul Clitunno.

PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ:
Palazzo Collicola
MERCOLEDÌ 8 DICEMBRE 2021 ore 15:30
Speciale Natale al Museo!
SOTTO FORMA DI NATALE
Laboratorio creativo per famiglie
Palazzo Collicola – Biblioteca Giovanni Carandente
GIOVEDÌ 16 DICEMBRE 2021 ore 15:30
UN NATALE AL CALDER
Proiezione del video “Il favoloso mondo di Alexander Calder” e attività creativa per bambini
Attività gratuita
Palazzo Collicola – Appartamento Nobile
SABATO 18 DICEMBRE 2021 ore 16:00
L’ARAZZO DELLA REGINA
Da Cristina di Svezia alla famiglia Collicola
Visita guidata tematica
Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo
MERCOLEDÌ 29 DICEMBRE 2021 ore 15:30
UN RARO AFFRESCO NELLA CHIESA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO
Visita guidata tematica in occasione di San Thomas Becket
Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
VENERDÌ 31 DICEMBRE 2021 ore 12:00
NEL SEGNO DELL’AMORE
Auguri di Buon Anno dalla Torre Maestra
Visita guidata tematica
Tempietto sul Clitunno
SABATO 8 GENNAIO 2022 ore 13:00
IL TEMPIETTO SUL CLITUNNO
Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco
Visita guidata tematica
Tariffe di partecipazione
VISITE GUIDATE
Intero € 4,00 | Ridotto € 3,00 per i possessori della Spoleto Card e dai 7 ai 17 anni | Gratuito fino a 6 anni |
Previo acquisto della Spoleto Card o del biglietto di ingresso al museo.
ATTIVITA’ CREATIVE per bambini fino a 11 anni – € 5,00 a bambino
Tutte le attività in programma prevedono la PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA fino ad esaurimento posti e il rispetto delle norme Covid-19 vigenti.
Informazioni e prenotazioni:
SISTEMA MUSEO 0743.224952 | museoducatospoleto@sistemamuseo.it | 0743.46434 | spoleto@sistemamuseo.it

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina
Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.
L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.
Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli
L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.
Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.
Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15
Ma non ho bicchieri come i tuoi
A cura di Marco Tonelli e Lorenzo Fiorucci
Palazzo Collicola, Spoleto
13 novembre 2021– 13 febbraio 2022

Una mostra di pittura, imprevedibile, eccentrica, un dialogo tra due artisti che lavorano sui margini stessi delle immagini e della rappresentazione, della linea e dell’ornamento, dell’illusione e del significato.
Maurizio Cannavacciuolo (1954) e Claudio Massini (1955), entrambi nati a Napoli, coetanei, una storia di lunga amicizia, fatta di interferenze ma non di influenze, hanno condiviso tra anni Settanta e Ottanta la galleria di Lucio Amelio a Napoli, vero e proprio centro del mondo dell’arte contemporanea del tempo in Italia: in occasione di questa mostra a Palazzo Collicola si sono dunque ri-chiamati a vicenda.
Il percorso espositivo (una doppia personale) si snoda lungo le dieci sale del Piano terra dedicate alle mostre temporanee. Cannavacciuolo e Massini espongono 30 opere (tra cui alcuni polittici) realizzate dalla fine degli anni Novanta ad oggi, per lo più dipinti su tela, con la presenza da parte di Cannavacciuolo anche di una grande opera di formelle di ceramica (Sinestesia) a testimonianza della sua apertura verso altri “generi”, mentre spetta a Massini chiudere la mostra con la riproposizione fotografica di interventi di arte sociale realizzati tra il 1974 e il 1980, un periodo di ricerca che oscilla tra l’antropologico e il popolare e che prese forma in un contesto collettivo quale l’intervento realizzato a Sant’Antimo nel 1977 dal titolo La notte di Maggio Mellone.
La mostra cerca di sottolineare diversi aspetti umorali e narrativi dei loro percorsi, che nel caso di Cannavacciuolo si manifestano con una sorta di sana ironia, quasi didattica, da osservatore tenero e spietato che cerca di far riflettere lo spettatore attraverso trappole logiche e visive, in quello di Massini con sottili e precise architetture fatte di equilibri, innumerevoli strati di colore, piccole utopie, orientalismi, polittici, recuperi e nostalgie stile impero, intrecci di costellazioni e edonistiche decorazioni.
I rebus visivi, stravaganti ed impertinenti di Cannavacciuolo di opere come Bubbles, Fire Zazazà!, Excelsior, Bored Sea Food vs Barbed Wire Family o Menina do Rio, calor que provoca arrepio fanno così da perfetto controcanto agli spazi onirici e congelati di Massini di dipinti come Barcellonese, Riparo, Dall’alto e fuori o Architettura fatale, deviando entrambi dalla pratica corrente di modernità, tradizione e contemporaneità.
Due pittori dunque non marginali, complessi e stratificati, antagonisti involontari della scena contemporanea da cui si distinguono per fitte trame di significati e rimandi, ibridazioni e richiami a culture altre e internazionali e quindi parte di una cultura universale.
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli
L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.
Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.
Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.
La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.
L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.
In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.
Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.
Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.
Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì
Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Auditorium della Stella
Giorni di apertura: 8-12 dicembre | 17 dicembre – 9 gennaio | 14 gennaio
Orario: 10-13 e 15-18.30
Un presepe monumentale a grandezza naturale divenuto il più grande d’Europa, realizzato in terracotta, legno e cartapesta dal maestro di arte presepiale Mario Agrestini.
Il presepe, frutto di un lavoro di oltre 40 anni che ricostruisce l’antico mondo contadino, interagisce tra pittura e scultura ed è unico nella sua realizzazione e dimensione.
L’abbigliamento dei personaggi è in parte tessuto a mano ed in parte originario della Giordania, così come tutti gli accessori sia dei personaggi che degli animali presenti.
L’opera è già stata esposta nel 2010 a Roma, nella Sala del Carroccio in Campidoglio.

dal 12 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Mostre di presepi: Sala degli Ori, Piazza Campello (uscita della mobilità alternativa), Via di Visiale
Programma e info: Pro Loco di Spoleto “A. Busetti” – Via Minervio 2 – Tel. e Fax 0743 46484 – Mob. 375.5035362 E-mail: prospoleto@gmail.com Web: www.prolocospoleto.it
dal 8 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022
a cura dell’Associazione G. Parenzi
fontana di piazza Campello
fontana di piazza del Mercato
fontana di piazza della Vittoria
lavatoi di via Posterna

PRESEPE DEGLI ORTI
Orti del Sole, via San Carlo, dall’8 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Orario: giorni feriali dalle 16 alle 19, giorni festivi dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19. Chiuso in caso di maltempo.
Opera di Agostino Agostinelli sono la piccola Natività in cartapesta posta all’ingresso degli orti e la bella natività a grandezza naturale realizzata per i Presepi al Borgaccio nel 2003.
La terza Natività artistica è stata realizzata dal prof. Massimiliano Albanese.
L’allestimento delle scene è opera di volenterosi “ortolani” innamorati della magia del Presepe.
Lungo il percorso sagome dipinte dal prof. Pietro Mita. Le tre opere creano una grande suggestione, negli Orti del Sole, all’ombra della Rocca e del Ponte delle Torri, un luogo ricco di fascino e da valorizzare. Un fondale di grande atmosfera nella semplicità di un allestimento che richiama l’intima umiltà della Natività.
Il 16-17 dicembre, al Deposito Santo Chiodo di Spoleto, un convegno fa il punto della situazione
A cinque anni dal terremoto, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con Virart Odv organizza il convegno La gestione del patrimonio culturale in situazione di emergenza.
L’evento si svolgerà in due giornate, una di discussione ed una seminariale.
Nel primo giorno, le Istituzioni culturali competenti tratteranno il tema: “Sisma 2016. Il caso del Centro Operativo dei Beni Culturali di Spoleto”, mentre nella seconda giornata si terrà un vero e proprio corso di “Metodologie per la movimentazione delle opere d’arte”, a cura del Prof. Roberto Boddi.

L’incontro del 16 dicembre avrà l’obiettivo di sottolineare i punti di forza dell’esperienza del Deposito di Santo Chiodo, mostrando i diversi ruoli svolti dagli Istituti culturali in fase di emergenza e saranno illustrate tutte le fasi di intervento in caso di calamità: dal recupero alla conservazione dei beni. Restauratori coinvolti direttamente nelle operazioni di recupero, messa in sicurezza e restauro, racconteranno casi peculiari di opere provenienti dai territori del sisma. Si analizzerà anche il caso della chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia ed il ripristino della pala dell’Incoronazione di Jacopo Siculo, da San Francesco di Norcia. Oltre alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, gli enti coinvolti saranno: Direzione Generale DG-Sicurezza Patrimonio Culturale, l’Ufficio del Soprintendente Speciale Sisma 2016, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio di Perugia, l’Opificio delle Pietre Dure, l’Istituto Superiore di Restauro, l’Arcidiocesi Spoleto-Norcia, i Laboratori dei Musei Vaticani ed il Comune di Spoleto.

Il seminario operativo del 17 dicembre, tratta temi come l’imballaggio e il trasporto di dipinti e sculture, l’analisi dei sistemi di protezione delle opere secondo la tipologia e la conformazione, i nuovi materiali, la valutazione dei rischi e delle pericolosità per i manufatti in fase di movimentazione.
Il corso del Prof. Boddi si rivolge a restauratori, architetti, tecnici, storici dell’arte, studenti ed operatori museali interessati ad acquisire competenze nell’ambito della movimentazione delle opere d’arte.

Durante il convegno, sarà proiettato in anteprima il video “Dal recupero alla conservazione. Le messe in sicurezza delle opere del deposito di Santo Chiodo salvate dal sisma 2016” a cura di Sabap Umbria.
Ulteriori argomenti e casi di restauro saranno illustrati nella ricca sezione poster.
Su prenotazione, si effettueranno visite guidate al Deposito a cura di Sabap Umbria e Virart ODV, con la possibilità di ammirare gli ultimi restauri e la ricomposizione dell’iconostasi di San Salvatore a Campi.
L’evento è svolto con il contributo della Direzione Generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Mic.
Per prenotare: tel. 393 7270512 e-mail: segreteria@virart.org
Info: https://virart.org/convegno-gestione-patrimonio-in-emergenza/ oppure sulla pagina Facebook Spoleto – Deposito Opere d’Arte di Santo Chiodo

Dal 26 novembre al 2 gennaio 2022 l’iniziativa del Comune di Spoleto
in collaborazione con il Cinema Sala Frau e il Cinema Sala Pegasus

Accrescere l’interesse dei bambini nei confronti del cinema. È questo lo scopo di Spoleto Cinema Kids, l’iniziativa del Comune di Spoleto realizzata in collaborazione con il Cinema Sala Frau e il Cinema Sala Pegasus, che dal 26 novembre al 2 gennaio propone un calendario di appuntamenti dedicati ai più piccoli.
I quattro incontri, che verranno tutti preceduti da una piccola merende o da una colazione in base all’orario di programmazione, saranno ad ingresso gratuito e coinvolgeranno il Cinema Sala Pegasus e il Cinema Sala Frau, permettendo ai bambini di incontrarsi e condividere dei momenti di divertimento insieme alle loro famiglie.
Il primo appuntamento sarà alla Sala Frau venerdì 26 novembre con Sing, film d’animazione scritto e diretto da Garth Jennings.
Alle ore 17.00 ci sarà una piccola merenda mentre alle ore 17.30 avrà inizio la proiezione.
Domenica 12 dicembre appuntamento mattutino alla Sala Pegasus (ore 10.30 colazione al cinema e inizio proiezione alle ore 11.00) con La gabbianella e il gatto, film d’animazione italiano diretto da Enzo D’Alò e basato sul romanzo ‘Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare’ dello scrittore cileno Luis Sepúlveda.
Il terzo film d’animazione in proiezione sarà Il piccolo yeti (titolo originale ‘Abominable’) scritto e diretto da Jill Culton, in programma venerdì 17 dicembre alla Sala Frau (ore 17.00 piccola merenda; ore 17.30 inizio proiezione), mentre l’ultimo appuntamento è con Dililì a Parigi, domenica 2 gennaio alle ore 10.30 alla Sala Pegasus, con la colazione al cinema e alle ore 11.00 con la proiezione del film.
Per maggiori informazioni e per effettuare le prenotazioni è possibile chiamare la Sala Frau al numero 335 741 8616.

SOLENGHI-LOPEZ
14 aprile h 21.00 17 DICEMBRE h 21.00 – Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
Ritorno sulle scene del celebre duo comico in uno show di imitazioni, sketch e performance musicali.
Massimo Lopez e Tullio Solenghi tornano insieme sul palco dopo 15 anni come due vecchi amici che si ritrovano, in uno show di cui sono interpreti ed autori, coadiuvati dalla Jazz Company del maestro Gabriele Comeglio. Ne scaturisce una scoppiettante carrellata di voci, imitazioni, sketch, performance musicali, improvvisazioni ed interazioni col pubblico. In quasi due ore di spettacolo, Tullio e Massimo, da “vecchie volpi del palcoscenico”, si offrono alla platea con l’empatia spassosa ed emozionale del loro inconfondibile “marchio di fabbrica”: il divertimento è predominante, ma non mancheranno momenti di profonda emozione.
Prevendite: circuiti Ticketitalia e Ticketone

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina
Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.
L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.
Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì
Nuovamente aperta al pubblico la mostra che celebra la storia del Festival dei Due Mondi. Ingresso gratuito
Riapre al pubblico ‘Frammenti di un percorso teatrale’, la mostra-omaggio che riporta alla luce documenti, fotografie, bozzetti d’epoca, costumi e arredi scenici che hanno fatto la storia del Festival dei Due Mondi.
Durante il periodo natalizio, per permettere a turisti e residenti di ammirare veri e propri pezzi d’arte realizzati dalle sapienti mani delle maestranze che si sono susseguite di edizione in edizione, la mostra sarà visitabile a Palazzo Collicola (ingresso via Loreto Vittori) fino al 12 dicembre, il 18, 19 e 26 dicembre, il 2 gennaio e dal 6 al 9 gennaio 2022.
L’esposizione, a cura di Piero Maccarinelli, intende valorizzare il fondamentale lavoro degli artigiani-artisti senza i quali il festival non avrebbe ottenuto il prestigio internazionale che lo ha contraddistinto. Si tratta di una prima ricognizione eclettica di costumi selezionati fra le migliaia del magazzino del festival che rappresenta un’anteprima del lavoro che più organicamente verrà sviluppato nei prossimi anni per cicli tematici.
Dopo gennaio i giorni di apertura al pubblico saranno il 12, 13, 19, 20, 26 e 27 marzo, il 2, 3, 9, 10, 16, 18, 23, 24, 25, 30 aprile e il 1° maggio 2022.
Nei giorni indicati la mostra sarà visitabile dalle ore 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.30.

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli
L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.
Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.
Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15
Ma non ho bicchieri come i tuoi
A cura di Marco Tonelli e Lorenzo Fiorucci
Palazzo Collicola, Spoleto
13 novembre 2021– 13 febbraio 2022

Una mostra di pittura, imprevedibile, eccentrica, un dialogo tra due artisti che lavorano sui margini stessi delle immagini e della rappresentazione, della linea e dell’ornamento, dell’illusione e del significato.
Maurizio Cannavacciuolo (1954) e Claudio Massini (1955), entrambi nati a Napoli, coetanei, una storia di lunga amicizia, fatta di interferenze ma non di influenze, hanno condiviso tra anni Settanta e Ottanta la galleria di Lucio Amelio a Napoli, vero e proprio centro del mondo dell’arte contemporanea del tempo in Italia: in occasione di questa mostra a Palazzo Collicola si sono dunque ri-chiamati a vicenda.
Il percorso espositivo (una doppia personale) si snoda lungo le dieci sale del Piano terra dedicate alle mostre temporanee. Cannavacciuolo e Massini espongono 30 opere (tra cui alcuni polittici) realizzate dalla fine degli anni Novanta ad oggi, per lo più dipinti su tela, con la presenza da parte di Cannavacciuolo anche di una grande opera di formelle di ceramica (Sinestesia) a testimonianza della sua apertura verso altri “generi”, mentre spetta a Massini chiudere la mostra con la riproposizione fotografica di interventi di arte sociale realizzati tra il 1974 e il 1980, un periodo di ricerca che oscilla tra l’antropologico e il popolare e che prese forma in un contesto collettivo quale l’intervento realizzato a Sant’Antimo nel 1977 dal titolo La notte di Maggio Mellone.
La mostra cerca di sottolineare diversi aspetti umorali e narrativi dei loro percorsi, che nel caso di Cannavacciuolo si manifestano con una sorta di sana ironia, quasi didattica, da osservatore tenero e spietato che cerca di far riflettere lo spettatore attraverso trappole logiche e visive, in quello di Massini con sottili e precise architetture fatte di equilibri, innumerevoli strati di colore, piccole utopie, orientalismi, polittici, recuperi e nostalgie stile impero, intrecci di costellazioni e edonistiche decorazioni.
I rebus visivi, stravaganti ed impertinenti di Cannavacciuolo di opere come Bubbles, Fire Zazazà!, Excelsior, Bored Sea Food vs Barbed Wire Family o Menina do Rio, calor que provoca arrepio fanno così da perfetto controcanto agli spazi onirici e congelati di Massini di dipinti come Barcellonese, Riparo, Dall’alto e fuori o Architettura fatale, deviando entrambi dalla pratica corrente di modernità, tradizione e contemporaneità.
Due pittori dunque non marginali, complessi e stratificati, antagonisti involontari della scena contemporanea da cui si distinguono per fitte trame di significati e rimandi, ibridazioni e richiami a culture altre e internazionali e quindi parte di una cultura universale.
Modello, documenti e progetti
18 dicembre 2021 – 13 febbraio 2022
Galleria d’Arte Moderna G. Carandente – Palazzo Collicola
Presentazione sabato 18 dicembre ore 12,00
Richard Buckminster Fuller (1895-1983), architetto e designer statunitense, geniale e visionario, nel corso della sua vita progettò sempre immaginando il futuro, come si evince dal suo trattato Operating Manual for Spaceship Earth scritto nel 1969. Temi quali la sostenibilità, l’ecologismo, i problemi energetici e le fonti rinnovabili sono infatti alla base del suo pensiero e delle sue strutture architettoniche, dalla sfera del Dymaxion House alle cupole dei Paperboard Domes fino alle automobili quali la Dymaxion car.
Il tratto più distintivo della sua poetica rimane però senza dubbio la concezione e la realizzazione delle cupole geodetiche (di cui Fuller possiede il brevetto), edifici estremamente leggeri e di facile costruzione che iniziò a progettare a partire dal 1957 in ogni parte del mondo e che hanno perfino ispirato la denominazione di una molecola chimica complessa quale il “fullerene”. Tale fu il successo che l’esercito degli Stati Uniti gli commissionò la costruzione di centinaia di queste strutture per installazioni militari.
Le cupole geodetiche sono strutture composte da elementi triangolari, tubulari e modulari, che si raccordano in punti specifici dando forma a poligoni e che possono essere rivestite di materiali sintetici o coperture leggere, come fu il caso della cosiddetta Spoletosfera (l’unica cupola geodetica di Fuller in Italia) che fu installata nel 1967 in occasione del X Festival dei Due Mondi di Spoleto su progetto di Fuller e Shoji Sadao (architetto giapponese suo collaboratore) e costruita con l’aiuto di studenti di otto paesi e architetti locali, la supervisione di Giovanni Carandente e il contributo della Southern Illinois University, dell’Usa International Council of the Arts e dell’Alluminium Company of America. L’inaugurazione sarà un gran successo alla presenza di Fuller e con l’esecuzione di un vero e proprio happening (due anni dopo anche Mario Ceroli e Claudio Cintoli realizzeranno all’interno della struttura gli happening dal titolo Io e Rimbalzare).
Dando seguito a un accordo tra il Comune di Spoleto e l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia (accordo che ha già visto le due istituzioni collaborare in occasione di alcune mostre a Palazzo Collicola) e sotto la supervisione del professore di modellistica Giuseppe Fioroni, un gruppo di studenti ha riprodotto, dopo rilievi e misurazioni prese in situ, un modello in scala 1:20 della Spoletosfera utilizzando fibre di carbonio e di vetro e alluminio, evidenziandone il principio costruttivo fondato su incastri e alternanze di esagoni e pentagoni e sull’uso di tre diverse misure di aste di collegamento. L’opera verrà donata al museo di Palazzo Collicola dopo la fine della mostra (per l’occasione è stata anche realizzata una breve video presentazione di Vincenzo Alessandria).
Inoltre viene esposta al pubblico per la prima volta una serie di documenti di archivio conservati presso la Biblioteca Carandente tra cui figurano schizzi progettuali originali con indicazioni tecniche autografe di Fuller, articoli e riviste a lui dedicate, fotografie delle fasi del montaggio e dell’inaugurazione o di modellini di altre strutture progettate dall’architetto, oltre a parte della corrispondenza scambiata tra lui e il Festival dei Due Mondi.
Palazzo Collicola – Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”, Appartamento Nobile e mostre temporanee
Giorni e orari di apertura
dal giovedì al lunedì
10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso il martedì e il mercoledì
Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli
L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.
Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.
Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.
La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.
L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.
In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.
Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.
Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.
Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì
Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Auditorium della Stella
Giorni di apertura: 8-12 dicembre | 17 dicembre – 9 gennaio | 14 gennaio
Orario: 10-13 e 15-18.30
Un presepe monumentale a grandezza naturale divenuto il più grande d’Europa, realizzato in terracotta, legno e cartapesta dal maestro di arte presepiale Mario Agrestini.
Il presepe, frutto di un lavoro di oltre 40 anni che ricostruisce l’antico mondo contadino, interagisce tra pittura e scultura ed è unico nella sua realizzazione e dimensione.
L’abbigliamento dei personaggi è in parte tessuto a mano ed in parte originario della Giordania, così come tutti gli accessori sia dei personaggi che degli animali presenti.
L’opera è già stata esposta nel 2010 a Roma, nella Sala del Carroccio in Campidoglio.

dal 12 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Mostre di presepi: Sala degli Ori, Piazza Campello (uscita della mobilità alternativa), Via di Visiale
Programma e info: Pro Loco di Spoleto “A. Busetti” – Via Minervio 2 – Tel. e Fax 0743 46484 – Mob. 375.5035362 E-mail: prospoleto@gmail.com Web: www.prolocospoleto.it
dal 8 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022
a cura dell’Associazione G. Parenzi
fontana di piazza Campello
fontana di piazza del Mercato
fontana di piazza della Vittoria
lavatoi di via Posterna

PRESEPE DEGLI ORTI
Orti del Sole, via San Carlo, dall’8 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022
Orario: giorni feriali dalle 16 alle 19, giorni festivi dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19. Chiuso in caso di maltempo.
Opera di Agostino Agostinelli sono la piccola Natività in cartapesta posta all’ingresso degli orti e la bella natività a grandezza naturale realizzata per i Presepi al Borgaccio nel 2003.
La terza Natività artistica è stata realizzata dal prof. Massimiliano Albanese.
L’allestimento delle scene è opera di volenterosi “ortolani” innamorati della magia del Presepe.
Lungo il percorso sagome dipinte dal prof. Pietro Mita. Le tre opere creano una grande suggestione, negli Orti del Sole, all’ombra della Rocca e del Ponte delle Torri, un luogo ricco di fascino e da valorizzare. Un fondale di grande atmosfera nella semplicità di un allestimento che richiama l’intima umiltà della Natività.
“Dall’alto delle torri”, visite guidate alla Camera Pinta e ai percorsi difensivi della Rocca Albornoz e “Capolavori da Museo”, visite guidate tematiche nei musei della Spoleto Card

Nel periodo delle festività natalizie Sistema Museo continua il programma di visite guidate a tema per scoprire l’incredibile patrimonio storico artistico dei musei delle città di Spoleto e Campello sul Clitunno. Gli incontri in calendario coinvolgono i sei musei della rete Spoleto Card: la Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato, il Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano, Palazzo Collicola, la Casa Romana, la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo e il Tempietto sul Clitunno.

Proseguono le visite guidate “Dall’alto delle torri” alla scoperta della Camera Pinta e dei percorsi difensivi della Rocca Albornoz, un’occasione da non perdere per scoprire la stretta relazione tra la funzione difensiva della fortezza e la sua posizione strategica nel territorio (in caso di maltempo la visita guidata prevede delle modifiche al percorso).

Il programma di Natale prevede anche le visite guidate tematiche “Capolavori da Museo” alle collezioni dei musei della Spoleto Card, un’opportunità unica per vivere a pieno la carta turistica museale e scoprire il prezioso patrimonio storico artistico di Spoleto e di Campello sul Clitunno.

Le attività sono a cura di Sistema Museo in collaborazione con la Direzione Regionale Musei dell’Umbria – Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto – Tempietto sul Clitunno e Museo Archeologico Nazionale – Teatro Romano di Spoleto, il Comune di Spoleto e il Comune di Campello sul Clitunno.
DALL’ALTO DELLE TORRI
VISITE GUIDATE ALLA CAMERA PINTA E AI PERCORSI DIFENSIVI della ROCCA ALBORNOZ
giovedì e venerdì – ore 11.00 – 12.00
sabato e domenica – ore 11.00 – 12.00
CAPOLAVORI DA MUSEO
VISITE GUIDATE TEMATICHE
Un monumento che affascina da secoli – TEMPIETTO SUL CLITUNNO
Dicembre: sabato ore 15.00 / Gennaio: sabato ore 13.00
Una nobile passeggiata – PALAZZO COLLICOLA
sabato ore 16.00
Uno scrigno di antiche pitture – CHIESA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO sabato 17.00
Spoleto in scena – TEATRO ROMANO DI SPOLETO
domenica ore 14.30
Una domus da sogno – CASA ROMANA
domenica ore 15.30
Tariffe di partecipazione a tutte le visite guidate
Intero € 4,00 | Ridotto € 3,00 per i possessori della Spoleto Card e dai 7 ai 17 anni | Gratuito fino a 6 anni |
Previo acquisto della Spoleto Card o del biglietto di ingresso al museo.
Le visite guidate prevedono la PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA fino ad esaurimento posti e il rispetto delle norme Covid-19 vigenti.
Regalati… un Museo
In occasione delle festività natalizie Sistema Museo propone NATALE E’ Regalati … un Museo, un calendario di visite guidate e attività creative per famiglie che regaleranno l’occasione di vivere l’atmosfera delle festività alla scoperta del prestigioso patrimonio storico artistico dei musei delle città di Spoleto e Campello sul Clitunno.
Le attività sono a cura di Sistema Museo in collaborazione con la Direzione Regionale Musei dell’Umbria – Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto – Tempietto sul Clitunno, il Comune di Spoleto e il Comune di Campello sul Clitunno.

PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ:
Palazzo Collicola
MERCOLEDÌ 8 DICEMBRE 2021 ore 15:30
Speciale Natale al Museo!
SOTTO FORMA DI NATALE
Laboratorio creativo per famiglie
Palazzo Collicola – Biblioteca Giovanni Carandente
GIOVEDÌ 16 DICEMBRE 2021 ore 15:30
UN NATALE AL CALDER
Proiezione del video “Il favoloso mondo di Alexander Calder” e attività creativa per bambini
Attività gratuita
Palazzo Collicola – Appartamento Nobile
SABATO 18 DICEMBRE 2021 ore 16:00
L’ARAZZO DELLA REGINA
Da Cristina di Svezia alla famiglia Collicola
Visita guidata tematica
Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo
MERCOLEDÌ 29 DICEMBRE 2021 ore 15:30
UN RARO AFFRESCO NELLA CHIESA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO
Visita guidata tematica in occasione di San Thomas Becket
Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
VENERDÌ 31 DICEMBRE 2021 ore 12:00
NEL SEGNO DELL’AMORE
Auguri di Buon Anno dalla Torre Maestra
Visita guidata tematica
Tempietto sul Clitunno
SABATO 8 GENNAIO 2022 ore 13:00
IL TEMPIETTO SUL CLITUNNO
Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco
Visita guidata tematica
Tariffe di partecipazione
VISITE GUIDATE
Intero € 4,00 | Ridotto € 3,00 per i possessori della Spoleto Card e dai 7 ai 17 anni | Gratuito fino a 6 anni |
Previo acquisto della Spoleto Card o del biglietto di ingresso al museo.
ATTIVITA’ CREATIVE per bambini fino a 11 anni – € 5,00 a bambino
Tutte le attività in programma prevedono la PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA fino ad esaurimento posti e il rispetto delle norme Covid-19 vigenti.
Informazioni e prenotazioni:
SISTEMA MUSEO 0743.224952 | museoducatospoleto@sistemamuseo.it | 0743.46434 | spoleto@sistemamuseo.it