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Mostra | FRAMMENTI DI MEMORIE. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina @ Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano
Nov 4 giorno intero

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina

Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.

L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.

Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 4 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | INCANTO TARDOGOTICO. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus @ Museo Diocesano
Nov 4 giorno intero

Dal 15 giugno al 7 novembre, grazie alla preziosa collaborazione dei Musei Vaticani, verrà riunito e sarà visibile per la prima volta il trittico composto dalla Madonna in trono con il Bambino e gli angeli, attualmente custodito nel Museo Diocesano di Spoleto, e dagli scomparti laterali con le raffigurazioni di Santa Paola Romana e Santa Eustochio che, scampati alla furia del terremoto del 1703, entrarono nel mercato dei collezionisti e sono documentati in Vaticano a partire dal 1867.

La mostra, dal titolo Incanto tardogotico. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus, è curata da Adele Breda, referente del Reparto per l’Arte Bizantino-medievale dei Musei Vaticani, da Stefania Nardicchi, Conservatore del Museo Diocesano di Spoleto, e da Anna Pizzamano, Dottoranda in “Storia e Beni Culturali della Chiesa” presso la Pontificia Università Gregoriana.

In occasione del recente restauro dei due scomparti laterali conservati all’interno della Collezione Vaticana, riportanti le immagini di due sante poco note, Paola Romana ed Eustochio, madre e figlia che vissero all’epoca di San Girolamo (fine IV secolo), se ne è approfondito lo studio e si è cercato di trovare lo scomparto centrale perduto. Le ricerche hanno individuato al Museo Diocesano di Spoleto una tavola frammentata, dove è rappresentata una Madonna in trono col Bambino tra due angeli. Il dipinto, seppur mancante della parte inferiore, è stato riconosciuto come parte centrale del trittico. L’opera ornava in origine l’altare della chiesa di Santa Maria presso il castello di Abeto di Preci, da cui l’appellativo di Maria Santissima di Piè di Castello.

La Madonna di Spoleto è stata trasferita al Gabinetto di Ricerche Scientifiche applicate ai Beni Culturali dei Musei Vaticani, dove i diversi componenti sono stati esaminati a fondo: l’essenza lignea, i pigmenti, le incisioni e i punzoni ne hanno confermato la piena compatibilità. Con l’intento di approfondire lo studio di un pittore di elevatissima qualità non abbastanza noto, è stata selezionata anche un’opera più tarda del medesimo maestro da mettere a confronto, la Madonna in trono col Bambino tra due angeli, oggi custodita nel Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare “Beato Angelico” di Vicchio del Mugello.

Sono diversi i motivi che hanno condotto a questa scelta. Si tratta, infatti, di polittici realizzati da una delle botteghe fiorentine più raffinate e ricercate del tempo, destinati all’arredo liturgico di cappelle e pievi delle zone rurali di Umbria e Toscana. La sopravvivenza della sola tavola con la Madonna, sia nel caso di Abeto di Preci che in quello di Vicchio, attesta, altresì, una devozione mai interrotta e un legame affettivo e plurisecolare con il territorio, che ha resistito anche alla dispersione degli scomparti laterali. Grazie a questo accostamento è anche possibile intuire le dimensioni originarie della Madonna di Spoleto, gravemente danneggiata nel terremoto del 1703.

Due momenti del percorso stilistico del Maestro della Madonna Straus, attivo a Firenze tra il 1385 e il 1415, un pittore che, da un iniziale neogiottismo, lentamente si apre al nuovo stile internazionale, accogliendo in parte i modi di Lorenzo Monaco e di Gherardo Starnina, ma mantenendo sempre una sua originale arcaicità.

Titolo: Incanto Tardogotico, Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus
Sede: Spoleto, Museo Diocesano
Periodo: 15 giugno -7 novembre 2021
Catalogo: edito da Quattroemme, Perugia
Orari: Tutti giorni dalle 11 alle 18. Giorno di chiusura lunedì
Biglietti: Euro 5,00; gratuito fino a 6 anni e disabili con accompagnatore

Informazioni:
Tel.+39 0577 286300 – duomospoleto@operalaboratori.com
www.spoletonorcia.it

Mostra | VITTORIO MESSINA – DISHABITAT @ Palazzo Collicola
Nov 4 giorno intero

VITTORIO MESSINA | DISHABITAT
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli

L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.

Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.

Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.

La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.

L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.

In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.

Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.

Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.

Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì

Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

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Mostra | FRAMMENTI DI MEMORIE. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina @ Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano
Nov 5 giorno intero

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina

Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.

L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.

Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 5 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | INCANTO TARDOGOTICO. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus @ Museo Diocesano
Nov 5 giorno intero

Dal 15 giugno al 7 novembre, grazie alla preziosa collaborazione dei Musei Vaticani, verrà riunito e sarà visibile per la prima volta il trittico composto dalla Madonna in trono con il Bambino e gli angeli, attualmente custodito nel Museo Diocesano di Spoleto, e dagli scomparti laterali con le raffigurazioni di Santa Paola Romana e Santa Eustochio che, scampati alla furia del terremoto del 1703, entrarono nel mercato dei collezionisti e sono documentati in Vaticano a partire dal 1867.

La mostra, dal titolo Incanto tardogotico. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus, è curata da Adele Breda, referente del Reparto per l’Arte Bizantino-medievale dei Musei Vaticani, da Stefania Nardicchi, Conservatore del Museo Diocesano di Spoleto, e da Anna Pizzamano, Dottoranda in “Storia e Beni Culturali della Chiesa” presso la Pontificia Università Gregoriana.

In occasione del recente restauro dei due scomparti laterali conservati all’interno della Collezione Vaticana, riportanti le immagini di due sante poco note, Paola Romana ed Eustochio, madre e figlia che vissero all’epoca di San Girolamo (fine IV secolo), se ne è approfondito lo studio e si è cercato di trovare lo scomparto centrale perduto. Le ricerche hanno individuato al Museo Diocesano di Spoleto una tavola frammentata, dove è rappresentata una Madonna in trono col Bambino tra due angeli. Il dipinto, seppur mancante della parte inferiore, è stato riconosciuto come parte centrale del trittico. L’opera ornava in origine l’altare della chiesa di Santa Maria presso il castello di Abeto di Preci, da cui l’appellativo di Maria Santissima di Piè di Castello.

La Madonna di Spoleto è stata trasferita al Gabinetto di Ricerche Scientifiche applicate ai Beni Culturali dei Musei Vaticani, dove i diversi componenti sono stati esaminati a fondo: l’essenza lignea, i pigmenti, le incisioni e i punzoni ne hanno confermato la piena compatibilità. Con l’intento di approfondire lo studio di un pittore di elevatissima qualità non abbastanza noto, è stata selezionata anche un’opera più tarda del medesimo maestro da mettere a confronto, la Madonna in trono col Bambino tra due angeli, oggi custodita nel Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare “Beato Angelico” di Vicchio del Mugello.

Sono diversi i motivi che hanno condotto a questa scelta. Si tratta, infatti, di polittici realizzati da una delle botteghe fiorentine più raffinate e ricercate del tempo, destinati all’arredo liturgico di cappelle e pievi delle zone rurali di Umbria e Toscana. La sopravvivenza della sola tavola con la Madonna, sia nel caso di Abeto di Preci che in quello di Vicchio, attesta, altresì, una devozione mai interrotta e un legame affettivo e plurisecolare con il territorio, che ha resistito anche alla dispersione degli scomparti laterali. Grazie a questo accostamento è anche possibile intuire le dimensioni originarie della Madonna di Spoleto, gravemente danneggiata nel terremoto del 1703.

Due momenti del percorso stilistico del Maestro della Madonna Straus, attivo a Firenze tra il 1385 e il 1415, un pittore che, da un iniziale neogiottismo, lentamente si apre al nuovo stile internazionale, accogliendo in parte i modi di Lorenzo Monaco e di Gherardo Starnina, ma mantenendo sempre una sua originale arcaicità.

Titolo: Incanto Tardogotico, Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus
Sede: Spoleto, Museo Diocesano
Periodo: 15 giugno -7 novembre 2021
Catalogo: edito da Quattroemme, Perugia
Orari: Tutti giorni dalle 11 alle 18. Giorno di chiusura lunedì
Biglietti: Euro 5,00; gratuito fino a 6 anni e disabili con accompagnatore

Informazioni:
Tel.+39 0577 286300 – duomospoleto@operalaboratori.com
www.spoletonorcia.it

Mostra | VITTORIO MESSINA – DISHABITAT @ Palazzo Collicola
Nov 5 giorno intero

VITTORIO MESSINA | DISHABITAT
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli

L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.

Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.

Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.

La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.

L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.

In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.

Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.

Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.

Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì

Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Evento speciale | CLIMBING IRAN di Francesca Borghetti @ Cinéma Sala Pegasus
Nov 5@21:30

Cinéma Sala Pegasus, ore 21.30
Evento speciale
CLIMBING IRAN di Francesca Borghetti

Venerdì 5 novembre, serata speciale alla Sala Pegasus in collaborazione con il Club Alpino Italiano sezione di Spoleto e la Scuola di Alpinismo “Monteluco”.

Alle ore 21:30 verrà proiettato il documentario di Francesca Borghetti, Climbing Iran, realizzato con il supporto del Club Alpino Italiano e vincitore del premio per Miglior Film di Alpinismo al Trento Film Festival, Il primo e più antico festival internazionale di cinema dedicato ai temi della montagna.

Il documentario racconta Nasim Eshqi, una pioniera dell’arrampicata all’aperto in Iran, dove le donne arrampicano su pareti artificiali durante orari stabiliti, solo tra donne.

Dopo essere stata una giovane campionessa di diversi sport – dal karate al kickboxing – Nasim ha seguito il richiamo della natura e ha deciso di andare oltre le barriere imposte alle donne del suo Paese, costruendo la propria strada sulle montagne persiane, dove ha aperto una cinquantina di nuove vie.

Il film è il ritratto di una donna straordinaria, determinata a superare le barriere che si oppongono alla sua passione, siano esse fisiche, sociali, psicologiche, geografiche o ideologiche. Impegnata a “cambiare le cose a poco a poco”, porta altre giovani donne sulle pareti di roccia, poco fuori Teheran, insegnando loro come arrampicarsi e diventare indipendenti.

La visione del film sarà introdotta da Guido Luna, Presidente Cai Sezione di Spoleto e da Alessandro Sigismondi, Istruttore di Arrampicata Libera della Scuola di Alpinismo “Monteluco”.

Nov
6
Sab
Mostra | FRAMMENTI DI MEMORIE. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina @ Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano
Nov 6 giorno intero

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina

Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.

L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.

Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 6 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | INCANTO TARDOGOTICO. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus @ Museo Diocesano
Nov 6 giorno intero

Dal 15 giugno al 7 novembre, grazie alla preziosa collaborazione dei Musei Vaticani, verrà riunito e sarà visibile per la prima volta il trittico composto dalla Madonna in trono con il Bambino e gli angeli, attualmente custodito nel Museo Diocesano di Spoleto, e dagli scomparti laterali con le raffigurazioni di Santa Paola Romana e Santa Eustochio che, scampati alla furia del terremoto del 1703, entrarono nel mercato dei collezionisti e sono documentati in Vaticano a partire dal 1867.

La mostra, dal titolo Incanto tardogotico. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus, è curata da Adele Breda, referente del Reparto per l’Arte Bizantino-medievale dei Musei Vaticani, da Stefania Nardicchi, Conservatore del Museo Diocesano di Spoleto, e da Anna Pizzamano, Dottoranda in “Storia e Beni Culturali della Chiesa” presso la Pontificia Università Gregoriana.

In occasione del recente restauro dei due scomparti laterali conservati all’interno della Collezione Vaticana, riportanti le immagini di due sante poco note, Paola Romana ed Eustochio, madre e figlia che vissero all’epoca di San Girolamo (fine IV secolo), se ne è approfondito lo studio e si è cercato di trovare lo scomparto centrale perduto. Le ricerche hanno individuato al Museo Diocesano di Spoleto una tavola frammentata, dove è rappresentata una Madonna in trono col Bambino tra due angeli. Il dipinto, seppur mancante della parte inferiore, è stato riconosciuto come parte centrale del trittico. L’opera ornava in origine l’altare della chiesa di Santa Maria presso il castello di Abeto di Preci, da cui l’appellativo di Maria Santissima di Piè di Castello.

La Madonna di Spoleto è stata trasferita al Gabinetto di Ricerche Scientifiche applicate ai Beni Culturali dei Musei Vaticani, dove i diversi componenti sono stati esaminati a fondo: l’essenza lignea, i pigmenti, le incisioni e i punzoni ne hanno confermato la piena compatibilità. Con l’intento di approfondire lo studio di un pittore di elevatissima qualità non abbastanza noto, è stata selezionata anche un’opera più tarda del medesimo maestro da mettere a confronto, la Madonna in trono col Bambino tra due angeli, oggi custodita nel Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare “Beato Angelico” di Vicchio del Mugello.

Sono diversi i motivi che hanno condotto a questa scelta. Si tratta, infatti, di polittici realizzati da una delle botteghe fiorentine più raffinate e ricercate del tempo, destinati all’arredo liturgico di cappelle e pievi delle zone rurali di Umbria e Toscana. La sopravvivenza della sola tavola con la Madonna, sia nel caso di Abeto di Preci che in quello di Vicchio, attesta, altresì, una devozione mai interrotta e un legame affettivo e plurisecolare con il territorio, che ha resistito anche alla dispersione degli scomparti laterali. Grazie a questo accostamento è anche possibile intuire le dimensioni originarie della Madonna di Spoleto, gravemente danneggiata nel terremoto del 1703.

Due momenti del percorso stilistico del Maestro della Madonna Straus, attivo a Firenze tra il 1385 e il 1415, un pittore che, da un iniziale neogiottismo, lentamente si apre al nuovo stile internazionale, accogliendo in parte i modi di Lorenzo Monaco e di Gherardo Starnina, ma mantenendo sempre una sua originale arcaicità.

Titolo: Incanto Tardogotico, Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus
Sede: Spoleto, Museo Diocesano
Periodo: 15 giugno -7 novembre 2021
Catalogo: edito da Quattroemme, Perugia
Orari: Tutti giorni dalle 11 alle 18. Giorno di chiusura lunedì
Biglietti: Euro 5,00; gratuito fino a 6 anni e disabili con accompagnatore

Informazioni:
Tel.+39 0577 286300 – duomospoleto@operalaboratori.com
www.spoletonorcia.it

Mostra | VITTORIO MESSINA – DISHABITAT @ Palazzo Collicola
Nov 6 giorno intero

VITTORIO MESSINA | DISHABITAT
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli

L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.

Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.

Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.

La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.

L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.

In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.

Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.

Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.

Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì

Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Nov
7
Dom
Mostra | FRAMMENTI DI MEMORIE. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina @ Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano
Nov 7 giorno intero

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina

Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.

L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.

Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 7 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | INCANTO TARDOGOTICO. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus @ Museo Diocesano
Nov 7 giorno intero

Dal 15 giugno al 7 novembre, grazie alla preziosa collaborazione dei Musei Vaticani, verrà riunito e sarà visibile per la prima volta il trittico composto dalla Madonna in trono con il Bambino e gli angeli, attualmente custodito nel Museo Diocesano di Spoleto, e dagli scomparti laterali con le raffigurazioni di Santa Paola Romana e Santa Eustochio che, scampati alla furia del terremoto del 1703, entrarono nel mercato dei collezionisti e sono documentati in Vaticano a partire dal 1867.

La mostra, dal titolo Incanto tardogotico. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus, è curata da Adele Breda, referente del Reparto per l’Arte Bizantino-medievale dei Musei Vaticani, da Stefania Nardicchi, Conservatore del Museo Diocesano di Spoleto, e da Anna Pizzamano, Dottoranda in “Storia e Beni Culturali della Chiesa” presso la Pontificia Università Gregoriana.

In occasione del recente restauro dei due scomparti laterali conservati all’interno della Collezione Vaticana, riportanti le immagini di due sante poco note, Paola Romana ed Eustochio, madre e figlia che vissero all’epoca di San Girolamo (fine IV secolo), se ne è approfondito lo studio e si è cercato di trovare lo scomparto centrale perduto. Le ricerche hanno individuato al Museo Diocesano di Spoleto una tavola frammentata, dove è rappresentata una Madonna in trono col Bambino tra due angeli. Il dipinto, seppur mancante della parte inferiore, è stato riconosciuto come parte centrale del trittico. L’opera ornava in origine l’altare della chiesa di Santa Maria presso il castello di Abeto di Preci, da cui l’appellativo di Maria Santissima di Piè di Castello.

La Madonna di Spoleto è stata trasferita al Gabinetto di Ricerche Scientifiche applicate ai Beni Culturali dei Musei Vaticani, dove i diversi componenti sono stati esaminati a fondo: l’essenza lignea, i pigmenti, le incisioni e i punzoni ne hanno confermato la piena compatibilità. Con l’intento di approfondire lo studio di un pittore di elevatissima qualità non abbastanza noto, è stata selezionata anche un’opera più tarda del medesimo maestro da mettere a confronto, la Madonna in trono col Bambino tra due angeli, oggi custodita nel Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare “Beato Angelico” di Vicchio del Mugello.

Sono diversi i motivi che hanno condotto a questa scelta. Si tratta, infatti, di polittici realizzati da una delle botteghe fiorentine più raffinate e ricercate del tempo, destinati all’arredo liturgico di cappelle e pievi delle zone rurali di Umbria e Toscana. La sopravvivenza della sola tavola con la Madonna, sia nel caso di Abeto di Preci che in quello di Vicchio, attesta, altresì, una devozione mai interrotta e un legame affettivo e plurisecolare con il territorio, che ha resistito anche alla dispersione degli scomparti laterali. Grazie a questo accostamento è anche possibile intuire le dimensioni originarie della Madonna di Spoleto, gravemente danneggiata nel terremoto del 1703.

Due momenti del percorso stilistico del Maestro della Madonna Straus, attivo a Firenze tra il 1385 e il 1415, un pittore che, da un iniziale neogiottismo, lentamente si apre al nuovo stile internazionale, accogliendo in parte i modi di Lorenzo Monaco e di Gherardo Starnina, ma mantenendo sempre una sua originale arcaicità.

Titolo: Incanto Tardogotico, Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus
Sede: Spoleto, Museo Diocesano
Periodo: 15 giugno -7 novembre 2021
Catalogo: edito da Quattroemme, Perugia
Orari: Tutti giorni dalle 11 alle 18. Giorno di chiusura lunedì
Biglietti: Euro 5,00; gratuito fino a 6 anni e disabili con accompagnatore

Informazioni:
Tel.+39 0577 286300 – duomospoleto@operalaboratori.com
www.spoletonorcia.it

Mostra | VITTORIO MESSINA – DISHABITAT @ Palazzo Collicola
Nov 7 giorno intero

VITTORIO MESSINA | DISHABITAT
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli

L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.

Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.

Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.

La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.

L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.

In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.

Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.

Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.

Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì

Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

LA GRANDE ROCCA ALBORNOZ – visita guidata SPOLETO CARD @ Rocca Albornoz
Nov 7@10:30

Le visite guidate tematiche nei musei e i trekking in città sono GRATUITI per i POSSESSORI della SPOLETO CARD.

Le visite guidate tematiche e i trekking in città sono SOLO SU PRENOTAZIONE e A NUMERO CHIUSO.

Per i TREKKING IN CITTA’ la PRENOTAZIONE è OBBLIGATORIA entro le ore 18.00 del sabato precedente.

La partecipazione alle visite guidate prevede il rispetto dell’attuale normativa Covid-19.

Coloro che non hanno la SPOLETO CARD potranno partecipare:
– alle VISITE GUIDATE TEMATICHE nei musei con una tariffa di € 3,00 a persona, oltre il biglietto del museo.
– ai TREKKING IN CITTA’ con una tariffa di € 5,00 a persona, oltre il biglietto del museo dove previsto.

La SPOLETO CARD è un biglietto cumulativo che consente di accedere a numerosi siti museali del territorio e usufruire di particolari vantaggi.

La SPOLETO CARD si può acquistare nei siti museali aderenti ed è valida 7 giorni.

TARIFFE SPOLETO CARD:
Red Card: € 9,50
Green Card: € 8,00 (dai 15 ai 25 anni, oltre 65 anni, gruppi)
A cura di: Sistema Museo, in collaborazione con il Comune di Spoleto.

Per informazioni e prenotazioni:
Soc. Coop. Sistema Museo
Tel e fax 0743 46434 – 0743 224952
E-mail: info@spoletocard.it
Sito web: www.spoletocard.it

Nov
8
Lun
Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 8 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | VITTORIO MESSINA – DISHABITAT @ Palazzo Collicola
Nov 8 giorno intero

VITTORIO MESSINA | DISHABITAT
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli

L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.

Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.

Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.

La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.

L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.

In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.

Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.

Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.

Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì

Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

VISIONI D’AUTORE | Proiezione del film I GIGANTI e incontro con il regista BONIFACIO ANGIUS @ Cinéma Sala Pegasus
Nov 8@21:00

VISIONI D’AUTORE
Incontro con BONIFACIO ANGIUS
regista di I GIGANTI

Cinéma Sala Pegasus
Lunedì 8 novembre – ore 21.00

Il regista sassarese Bonifacio Angius presenterà il suo nuovo film, I giganti, unico rappresentante italiano in gara nel Concorso Internazionale del Festival di Locarno e vincitore del premio della Giuria Giovani e di quello per la miglior regia al Festival di Annecy.

Scritto, diretto e interpretato dallo stesso Angius, il film è al centro di una distribuzione indipendente che sta portando il regista nelle sale di tutta Italia in un fitto calendario che prevede ora anche la tappa di Spoleto.

Ad accompagnare il regista ci sarà Stefano Deffenu, attore e cosceneggiatore del film.

“Il titolo fa riferimento ai Giganti di Monte Prama, sculture di eroi risalenti all’età nuragica nella Sardegna centro-occidentale di cui i personaggi del film sono i pronipoti degenerati e sconfitti. In loro, con esemplare pessimismo, il regista concentra tutti i peccati e le insufficienze di un’umanità inadeguata e autodistruttiva, che oggi danza sull’orlo del baratro tra catasfrofe ecologica e minaccia nucleare” scrive Roberto Nepoti su Repubblica.

“Mi piace definire questo racconto come un’opera filosofica scritta da un cialtrone” ha dichiarato Angius, aggiungendo di essere stato influenzato dai mesi della pandemia col loro indotto di “paura, disperazione, ambiguità e inquietudine”,

“Non ricordo di avere mai visto un film simile negli ultimi 40 anni di cinema italiano (e scrivo 40 e non 50 per un motivo preciso)”, scrive Pier Maria Bocchi per Film Tv. “Può essere che questo film segni da noi un precedente, almeno per certi sguardi e per certe sensibilità. Senza dubbio segna un precedente nel “nuovo” panorama italiano, sistema, mercato e metodo di produzione compresi. Non c’è gara, neppure con i film “non ancora visti” e che vedremo nel prossimissimo futuro: film (italiano) dell’anno. Ho già avuto modo di dirglielo privatamente, ma qui non posso che replicare il mio entusiasmo: bravissimo, Bonifacio Angius, bravissimo, e anche di più”.

L’appuntamento in sala è per lunedì 8 novembre alle ore 21:00 come sempre all’interno del format Visioni d’Autore organizzato con Graziella Bildesheim per Maia Associazione Culturale e Comune di Spoleto.

Al termine della proiezione Q&A condotto da Roberto Lazzerini, formatore esperto di cinema

Nov
9
Mar
Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 9 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Nov
10
Mer
Mostra | FRAMMENTI DI MEMORIE. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina @ Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano
Nov 10 giorno intero

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina

Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.

L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.

Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 10 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Nov
11
Gio
Mostra | FRAMMENTI DI MEMORIE. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina @ Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano
Nov 11 giorno intero

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina

Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.

L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.

Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 11 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | VITTORIO MESSINA – DISHABITAT @ Palazzo Collicola
Nov 11 giorno intero

VITTORIO MESSINA | DISHABITAT
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli

L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.

Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.

Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.

La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.

L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.

In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.

Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.

Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.

Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì

Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Nov
12
Ven
Mostra | FRAMMENTI DI MEMORIE. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina @ Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano
Nov 12 giorno intero

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina

Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.

L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.

Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 12 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | TOCCAR CON MANO I LONGOBARDI @ Rocca Albornoz - Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Nov 12 giorno intero

Dal 12 novembre 2021 e fino al 6 marzo 2022 alla Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto una mostra itinerante che offre la possibilità unica di ammirare contemporaneamente i monumenti del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, Patrimonio UNESCO da dieci anni

Continuano le celebrazioni per il decennale del sito seriale ‘I longobardi in Italia’ come Patrimonio Mondiale UNESCO, con la mostra itinerante “Toccar con mano i Longobardi” che sarà inaugurata venerdì 12 novembre alle ore 15.30 alla Rocca Albornoz – Museo nazionale del ducato di Spoleto, dopo le tappe di Ancona, Benevento e Monte Sant’Angelo.

L’esposizione, che sarà visitabile fino al 6 marzo, è stata realizzata in collaborazione con il ‘Museo Tattile Statale Omero’ di Ancona e finanziata dal Ministero della Cultura a valere della L.77/2006, si pone l’obiettivo di far conoscere la straordinarietà e la complessità del sito UNESCO attraverso un percorso tattile e una gamma differenziata di opzioni di fruizione che ne facilitano la comprensione, assicurando a tutti un’esperienza multisensoriale ottimale.

Nelle sale saranno esposti sette modellini tridimensionali in scala dei monumenti architettonici che rappresentano maggiormente il sito seriale longobardo e sette modellini relativi alle aree in cui sono situati i monumenti, per permettere l’esplorazione tattile dei loro contesti di provenienza. A rendere il percorso ancor più accessibile saranno le audio descrizioni (in italiano e inglese), registrate dagli attori della Compagnia #SIneNOmine della Casa di Reclusione di Maiano a Spoleto, da ascoltare tramite NFC e QR code, nonché un catalogo in Braille e uno in large print in libera consultazione, infine, per consentire una fruizione dei modelli inclusiva, sono stati realizzati dei video con la tecnica del compositing nella LIS – Lingua dei Segni Italiana, insieme ad immagini e animazioni, sottotitoli e audio.

La mostra ‘Toccar con mano i longobardi’, permette di conoscere e “toccare” le sette eccellenze architettoniche del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, da dieci anni riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale, un itinerario dei luoghi del potere Longobardo che, oltre alla Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), ricomprende: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Torba e a Castelseprio (VA), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG), il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).

L’esposizione è curata dall’Associazione Italia Langobardorum – struttura di gestione del sito seriale – che fa parte del circuito della IX edizione della Biennale “Arteinsieme – cultura e culture senza barriere” un gruppo di musei e luoghi della cultura che promuovono attività finalizzate a favorire la partecipazione delle persone con disabilità e con esigenze speciali in generale o provenienti da culture altre, valorizzando il patrimonio artistico contemporaneo, l’accessibilità dell’arte e dei beni culturali, nella convinzione del forte potere sociale che ha l’arte, che si vive ed esperisce insieme.

INFO: Mostra “Toccar con Mano i Longobardi”
Inaugurazione: venerdì 12 novembre, ore 15.30
Indirizzo Rocca Albornoz-Museo Nazionale del Ducato di Spoleto | Piazza Bernardino Campello 1, Spoleto (PG)
orario dal 27 dicembre al 9 gennaio: dal lunedì alla domenica: 9.30-13.45 (ultimo ingresso 13.15)
chiuso: dal 13 al 26 dicembre | 1, 16 e 30 gennaio | 6 e 20 febbraio | 6 marzo
info e prenotazioni: +39 0743 223055

Mostra | VITTORIO MESSINA – DISHABITAT @ Palazzo Collicola
Nov 12 giorno intero

VITTORIO MESSINA | DISHABITAT
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli

L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.

Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.

Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.

La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.

L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.

In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.

Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.

Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.

Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì

Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

GIORNATA RICORDO CADUTI MILITARI E CIVILI NELLE MISSIONI INTERNAZIONALI DI PACE @ via Caduti di Nassirya
Nov 12@11:00
SPOLETO JAZZ SEASON @ Teatro Caio Melisso
Nov 12@21:00
<!--:it-->SPOLETO JAZZ SEASON<!--:--><!--:en-->SPOLETO JAZZ SEASON<!--:--> @ Teatro Caio Melisso

8, 22 ottobre – 12 novembre
SPOLETO JAZZ SEASON
A cura di Visioninmusica
www.visioninmusica.com

Visioninmusica rinnova il suo legame con la città di Spoleto presentando una intrigante edizione in chiave europea di Spoleto Jazz Season. Dinamismo, innovazione e qualità sono da sempre le caratteristiche vincenti di Visioninmusica, e nel cartellone 2021 di SJS spiccano tre eventi affascinanti e distanti per forme e linguaggi musicali. Quest’autunno, nelle suggestive cornici del Teatro Nuovo Gian Carlo Menoti e del Teatro Caio Melisso, risuonerà il grande jazz con protagonisti il piano solo di Enrico Pieranunzi, il trio lussemburghese Reis/Demuth/Wiltgen e le sonorità progressive degli austriaci BartolomeyBittmann.

Venerdì 8 ottobre 2021
Teatro Caio Melisso, ore 21.00
ENRICO PIERANUNZI – UNLIMITED.

Intero € 25,00
Ridotto € 21,00 (soci Visioninmusica, under 18, over 65, e per chi acquista più di un concerto contemporaneamente.

Venerdì 22 ottobre 2021
Teatro Caio Melisso, ore 21.00
REIS DEMUTH WILTGEN – SLY

Intero € 20,00
Ridotto € 17,00 (soci Visioninmusica, under 18, over 65, e per chi acquista più di un concerto contemporaneamente.

Venerdì 12 novembre 2021
Teatro Caio Melisso, ore 21.00
BARTOLOMEYBITTMANN – DYNAMO

Intero € 20,00
Ridotto € 17,00 (soci Visioninmusica, under 18, over 65, e per chi acquista più di un concerto contemporaneamente.

Biglietti:
Caffè dello Sport – viale Trento e Trieste 78, Spoleto – tel. 0743 47796
New Sinfony – galleria del Corso 12, Terni – tel. 0744 407104
Online: www.vivaticket.it
Presso il botteghino del teatro un’ora prima dello spettacolo

Nov
13
Sab
Mostra | FRAMMENTI DI MEMORIE. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina @ Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano
Nov 13 giorno intero

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina

Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.

L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.

Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 13 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | MAURIZIO CANNAVACCIUOLO / CLAUDIO MASSINI “Ma non ho bicchieri come i tuoi” @ Palazzo Collicola
Nov 13 giorno intero

Ma non ho bicchieri come i tuoi
A cura di Marco Tonelli e Lorenzo Fiorucci
Palazzo Collicola, Spoleto
13 novembre 2021– 13 febbraio 2022

Una mostra di pittura, imprevedibile, eccentrica, un dialogo tra due artisti che lavorano sui margini stessi delle immagini e della rappresentazione, della linea e dell’ornamento, dell’illusione e del significato.

Maurizio Cannavacciuolo (1954) e Claudio Massini (1955), entrambi nati a Napoli, coetanei, una storia di lunga amicizia, fatta di interferenze ma non di influenze, hanno condiviso tra anni Settanta e Ottanta la galleria di Lucio Amelio a Napoli, vero e proprio centro del mondo dell’arte contemporanea del tempo in Italia: in occasione di questa mostra a Palazzo Collicola si sono dunque ri-chiamati a vicenda.

Il percorso espositivo (una doppia personale) si snoda lungo le dieci sale del Piano terra dedicate alle mostre temporanee. Cannavacciuolo e Massini espongono 30 opere (tra cui alcuni polittici) realizzate dalla fine degli anni Novanta ad oggi, per lo più dipinti su tela, con la presenza da parte di Cannavacciuolo anche di una grande opera di formelle di ceramica (Sinestesia) a testimonianza della sua apertura verso altri “generi”, mentre spetta a Massini chiudere la mostra con la riproposizione fotografica di interventi di arte sociale realizzati tra il 1974 e il 1980, un periodo di ricerca che oscilla tra l’antropologico e il popolare e che prese forma in un contesto collettivo quale l’intervento realizzato a Sant’Antimo nel 1977 dal titolo La notte di Maggio Mellone.

La mostra cerca di sottolineare diversi aspetti umorali e narrativi dei loro percorsi, che nel caso di Cannavacciuolo si manifestano con una sorta di sana ironia, quasi didattica, da osservatore tenero e spietato che cerca di far riflettere lo spettatore attraverso trappole logiche e visive, in quello di Massini con sottili e precise architetture fatte di equilibri, innumerevoli strati di colore, piccole utopie, orientalismi, polittici, recuperi e nostalgie stile impero, intrecci di costellazioni e edonistiche decorazioni.

I rebus visivi, stravaganti ed impertinenti di Cannavacciuolo di opere come Bubbles, Fire Zazazà!, Excelsior, Bored Sea Food vs Barbed Wire Family o Menina do Rio, calor que provoca arrepio fanno così da perfetto controcanto agli spazi onirici e congelati di Massini di dipinti come Barcellonese, Riparo, Dall’alto e fuori o Architettura fatale, deviando entrambi dalla pratica corrente di modernità, tradizione e contemporaneità.

Due pittori dunque non marginali, complessi e stratificati, antagonisti involontari della scena contemporanea da cui si distinguono per fitte trame di significati e rimandi, ibridazioni e richiami a culture altre e internazionali e quindi parte di una cultura universale.

Mostra | TOCCAR CON MANO I LONGOBARDI @ Rocca Albornoz - Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Nov 13 giorno intero

Dal 12 novembre 2021 e fino al 6 marzo 2022 alla Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto una mostra itinerante che offre la possibilità unica di ammirare contemporaneamente i monumenti del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, Patrimonio UNESCO da dieci anni

Continuano le celebrazioni per il decennale del sito seriale ‘I longobardi in Italia’ come Patrimonio Mondiale UNESCO, con la mostra itinerante “Toccar con mano i Longobardi” che sarà inaugurata venerdì 12 novembre alle ore 15.30 alla Rocca Albornoz – Museo nazionale del ducato di Spoleto, dopo le tappe di Ancona, Benevento e Monte Sant’Angelo.

L’esposizione, che sarà visitabile fino al 6 marzo, è stata realizzata in collaborazione con il ‘Museo Tattile Statale Omero’ di Ancona e finanziata dal Ministero della Cultura a valere della L.77/2006, si pone l’obiettivo di far conoscere la straordinarietà e la complessità del sito UNESCO attraverso un percorso tattile e una gamma differenziata di opzioni di fruizione che ne facilitano la comprensione, assicurando a tutti un’esperienza multisensoriale ottimale.

Nelle sale saranno esposti sette modellini tridimensionali in scala dei monumenti architettonici che rappresentano maggiormente il sito seriale longobardo e sette modellini relativi alle aree in cui sono situati i monumenti, per permettere l’esplorazione tattile dei loro contesti di provenienza. A rendere il percorso ancor più accessibile saranno le audio descrizioni (in italiano e inglese), registrate dagli attori della Compagnia #SIneNOmine della Casa di Reclusione di Maiano a Spoleto, da ascoltare tramite NFC e QR code, nonché un catalogo in Braille e uno in large print in libera consultazione, infine, per consentire una fruizione dei modelli inclusiva, sono stati realizzati dei video con la tecnica del compositing nella LIS – Lingua dei Segni Italiana, insieme ad immagini e animazioni, sottotitoli e audio.

La mostra ‘Toccar con mano i longobardi’, permette di conoscere e “toccare” le sette eccellenze architettoniche del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, da dieci anni riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale, un itinerario dei luoghi del potere Longobardo che, oltre alla Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), ricomprende: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Torba e a Castelseprio (VA), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG), il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).

L’esposizione è curata dall’Associazione Italia Langobardorum – struttura di gestione del sito seriale – che fa parte del circuito della IX edizione della Biennale “Arteinsieme – cultura e culture senza barriere” un gruppo di musei e luoghi della cultura che promuovono attività finalizzate a favorire la partecipazione delle persone con disabilità e con esigenze speciali in generale o provenienti da culture altre, valorizzando il patrimonio artistico contemporaneo, l’accessibilità dell’arte e dei beni culturali, nella convinzione del forte potere sociale che ha l’arte, che si vive ed esperisce insieme.

INFO: Mostra “Toccar con Mano i Longobardi”
Inaugurazione: venerdì 12 novembre, ore 15.30
Indirizzo Rocca Albornoz-Museo Nazionale del Ducato di Spoleto | Piazza Bernardino Campello 1, Spoleto (PG)
orario dal 27 dicembre al 9 gennaio: dal lunedì alla domenica: 9.30-13.45 (ultimo ingresso 13.15)
chiuso: dal 13 al 26 dicembre | 1, 16 e 30 gennaio | 6 e 20 febbraio | 6 marzo
info e prenotazioni: +39 0743 223055

Mostra | VITTORIO MESSINA – DISHABITAT @ Palazzo Collicola
Nov 13 giorno intero

VITTORIO MESSINA | DISHABITAT
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli

L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.

Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.

Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.

La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.

L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.

In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.

Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.

Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.

Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì

Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Nov
14
Dom
Mostra | FRAMMENTI DI MEMORIE. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina @ Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano
Nov 14 giorno intero

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina

Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.

L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.

Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 14 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | MAURIZIO CANNAVACCIUOLO / CLAUDIO MASSINI “Ma non ho bicchieri come i tuoi” @ Palazzo Collicola
Nov 14 giorno intero

Ma non ho bicchieri come i tuoi
A cura di Marco Tonelli e Lorenzo Fiorucci
Palazzo Collicola, Spoleto
13 novembre 2021– 13 febbraio 2022

Una mostra di pittura, imprevedibile, eccentrica, un dialogo tra due artisti che lavorano sui margini stessi delle immagini e della rappresentazione, della linea e dell’ornamento, dell’illusione e del significato.

Maurizio Cannavacciuolo (1954) e Claudio Massini (1955), entrambi nati a Napoli, coetanei, una storia di lunga amicizia, fatta di interferenze ma non di influenze, hanno condiviso tra anni Settanta e Ottanta la galleria di Lucio Amelio a Napoli, vero e proprio centro del mondo dell’arte contemporanea del tempo in Italia: in occasione di questa mostra a Palazzo Collicola si sono dunque ri-chiamati a vicenda.

Il percorso espositivo (una doppia personale) si snoda lungo le dieci sale del Piano terra dedicate alle mostre temporanee. Cannavacciuolo e Massini espongono 30 opere (tra cui alcuni polittici) realizzate dalla fine degli anni Novanta ad oggi, per lo più dipinti su tela, con la presenza da parte di Cannavacciuolo anche di una grande opera di formelle di ceramica (Sinestesia) a testimonianza della sua apertura verso altri “generi”, mentre spetta a Massini chiudere la mostra con la riproposizione fotografica di interventi di arte sociale realizzati tra il 1974 e il 1980, un periodo di ricerca che oscilla tra l’antropologico e il popolare e che prese forma in un contesto collettivo quale l’intervento realizzato a Sant’Antimo nel 1977 dal titolo La notte di Maggio Mellone.

La mostra cerca di sottolineare diversi aspetti umorali e narrativi dei loro percorsi, che nel caso di Cannavacciuolo si manifestano con una sorta di sana ironia, quasi didattica, da osservatore tenero e spietato che cerca di far riflettere lo spettatore attraverso trappole logiche e visive, in quello di Massini con sottili e precise architetture fatte di equilibri, innumerevoli strati di colore, piccole utopie, orientalismi, polittici, recuperi e nostalgie stile impero, intrecci di costellazioni e edonistiche decorazioni.

I rebus visivi, stravaganti ed impertinenti di Cannavacciuolo di opere come Bubbles, Fire Zazazà!, Excelsior, Bored Sea Food vs Barbed Wire Family o Menina do Rio, calor que provoca arrepio fanno così da perfetto controcanto agli spazi onirici e congelati di Massini di dipinti come Barcellonese, Riparo, Dall’alto e fuori o Architettura fatale, deviando entrambi dalla pratica corrente di modernità, tradizione e contemporaneità.

Due pittori dunque non marginali, complessi e stratificati, antagonisti involontari della scena contemporanea da cui si distinguono per fitte trame di significati e rimandi, ibridazioni e richiami a culture altre e internazionali e quindi parte di una cultura universale.

Mostra | TOCCAR CON MANO I LONGOBARDI @ Rocca Albornoz - Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Nov 14 giorno intero

Dal 12 novembre 2021 e fino al 6 marzo 2022 alla Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto una mostra itinerante che offre la possibilità unica di ammirare contemporaneamente i monumenti del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, Patrimonio UNESCO da dieci anni

Continuano le celebrazioni per il decennale del sito seriale ‘I longobardi in Italia’ come Patrimonio Mondiale UNESCO, con la mostra itinerante “Toccar con mano i Longobardi” che sarà inaugurata venerdì 12 novembre alle ore 15.30 alla Rocca Albornoz – Museo nazionale del ducato di Spoleto, dopo le tappe di Ancona, Benevento e Monte Sant’Angelo.

L’esposizione, che sarà visitabile fino al 6 marzo, è stata realizzata in collaborazione con il ‘Museo Tattile Statale Omero’ di Ancona e finanziata dal Ministero della Cultura a valere della L.77/2006, si pone l’obiettivo di far conoscere la straordinarietà e la complessità del sito UNESCO attraverso un percorso tattile e una gamma differenziata di opzioni di fruizione che ne facilitano la comprensione, assicurando a tutti un’esperienza multisensoriale ottimale.

Nelle sale saranno esposti sette modellini tridimensionali in scala dei monumenti architettonici che rappresentano maggiormente il sito seriale longobardo e sette modellini relativi alle aree in cui sono situati i monumenti, per permettere l’esplorazione tattile dei loro contesti di provenienza. A rendere il percorso ancor più accessibile saranno le audio descrizioni (in italiano e inglese), registrate dagli attori della Compagnia #SIneNOmine della Casa di Reclusione di Maiano a Spoleto, da ascoltare tramite NFC e QR code, nonché un catalogo in Braille e uno in large print in libera consultazione, infine, per consentire una fruizione dei modelli inclusiva, sono stati realizzati dei video con la tecnica del compositing nella LIS – Lingua dei Segni Italiana, insieme ad immagini e animazioni, sottotitoli e audio.

La mostra ‘Toccar con mano i longobardi’, permette di conoscere e “toccare” le sette eccellenze architettoniche del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, da dieci anni riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale, un itinerario dei luoghi del potere Longobardo che, oltre alla Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), ricomprende: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Torba e a Castelseprio (VA), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG), il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).

L’esposizione è curata dall’Associazione Italia Langobardorum – struttura di gestione del sito seriale – che fa parte del circuito della IX edizione della Biennale “Arteinsieme – cultura e culture senza barriere” un gruppo di musei e luoghi della cultura che promuovono attività finalizzate a favorire la partecipazione delle persone con disabilità e con esigenze speciali in generale o provenienti da culture altre, valorizzando il patrimonio artistico contemporaneo, l’accessibilità dell’arte e dei beni culturali, nella convinzione del forte potere sociale che ha l’arte, che si vive ed esperisce insieme.

INFO: Mostra “Toccar con Mano i Longobardi”
Inaugurazione: venerdì 12 novembre, ore 15.30
Indirizzo Rocca Albornoz-Museo Nazionale del Ducato di Spoleto | Piazza Bernardino Campello 1, Spoleto (PG)
orario dal 27 dicembre al 9 gennaio: dal lunedì alla domenica: 9.30-13.45 (ultimo ingresso 13.15)
chiuso: dal 13 al 26 dicembre | 1, 16 e 30 gennaio | 6 e 20 febbraio | 6 marzo
info e prenotazioni: +39 0743 223055

Mostra | VITTORIO MESSINA – DISHABITAT @ Palazzo Collicola
Nov 14 giorno intero

VITTORIO MESSINA | DISHABITAT
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli

L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.

Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.

Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.

La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.

L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.

In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.

Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.

Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.

Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì

Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Mercatino dell’Antico @ Giardini di Viale Matteotti
Nov 14@08:00

Il Mercatino dell’Antico si svolge ogni seconda domenica del mese in Piazza della Libertà e nelle vie limitrofe, dalla mattina fino al calare del sole.
Nei mesi estivi il mercato si sposta nei giardini di Viale Matteotti.

Offre oggetti di vario genere e qualità, da prodotti di artigianato e di piccolo antiquariato, a capi d’abbigliamento, mobili, gioielli, libri, dipinti.

Per partecipare come espositori: Ufficio Commercio del Comune di Spoleto – Tel. 0743 218454 / 55

dav

PALAZZO COLLICOLA E LE NOBILI DIMORE DELLA CITTÀ – trekking guidato SPOLETO CARD @ Palazzo Collicola
Nov 14@10:30

Le visite guidate tematiche nei musei e i trekking in città sono GRATUITI per i POSSESSORI della SPOLETO CARD.

Le visite guidate tematiche e i trekking in città sono SOLO SU PRENOTAZIONE e A NUMERO CHIUSO.

Per i TREKKING IN CITTA’ la PRENOTAZIONE è OBBLIGATORIA entro le ore 18.00 del sabato precedente.

La partecipazione alle visite guidate prevede il rispetto dell’attuale normativa Covid-19.

Coloro che non hanno la SPOLETO CARD potranno partecipare:
– alle VISITE GUIDATE TEMATICHE nei musei con una tariffa di € 3,00 a persona, oltre il biglietto del museo.
– ai TREKKING IN CITTA’ con una tariffa di € 5,00 a persona, oltre il biglietto del museo dove previsto.

La SPOLETO CARD è un biglietto cumulativo che consente di accedere a numerosi siti museali del territorio e usufruire di particolari vantaggi.

La SPOLETO CARD si può acquistare nei siti museali aderenti ed è valida 7 giorni.

TARIFFE SPOLETO CARD:
Red Card: € 9,50
Green Card: € 8,00 (dai 15 ai 25 anni, oltre 65 anni, gruppi)
A cura di: Sistema Museo, in collaborazione con il Comune di Spoleto.

Per informazioni e prenotazioni:
Soc. Coop. Sistema Museo
Tel e fax 0743 46434 – 0743 224952
E-mail: info@spoletocard.it
Sito web: www.spoletocard.it

JAZZ IS A (VIDEO) GAME | Concerto multimediale @ Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi
Nov 14@18:00

JAZZ IS A (VIDEO) GAME
Un appuntamento imperdibile con un visionario e coinvolgente evento adatto a ogni fascia d’età, da chi ricorda le prime mitiche consolle ai più giovani gamers esperti di xbox o dell’ultima versione di playstation.
————————–
Domenica 14 novembre 2021, ore 18.00 Teatro Caio Melisso – Spazio Carla Fendi
COLOURS JAZZ ORCHESTRA diretta da Massimo Morganti | Ingresso: € 2,00

Ultimo appuntamento, nell’ambito della 45ª edizione del Roma Jazz Festival per il progetto interdisciplinare Jazz is a (video) game: dopo il grande successo all’Auditorium Parco della Musica di Roma e all’Auditorium M9 – Museo del 900 di Mestre della Young Art Jazz Ensemble diretta da Mario Corvini è la volta di Spoleto, dove domenica 14 novembre alle ore 18.00 si esibirà al Teatro Caio Melisso – Spazio Carla Fendi la Colours Jazz Orchestra diretta da Massimo Morganti.

Jazz is a (video) game è un concerto multimediale in cui l’ensemble si confronterà con i machinimas, opere che si situano all’incrocio fra videoarte, cinema sperimentale e animazione digitale open source, realizzate utilizzando frammenti e sequenze di celebri videogames – come GTA Gran Theft Auto, Flight Simulator, Traindrive, The Hunter, Chernobilyte, Backbone, The Longest Road on Earth. Il jazz, linguaggio atemporale che si sposta fluidamente da decennio a decennio, è sempre stato in grado di interpretare i cambiamenti sociali in atto, costantemente all’avanguardia nel relazionarsi di volta in volta all’innovazione tecnologica (il grammofono, il vinile, il cinema, i video), determinando un rapporto lungo e fecondo con le immagini e la dimensione visuale.

Le musiche sono state composte da alcuni componenti delle due orchestre, dal Corso di Musica Applicata del Conservatorio di Santa Cecilia e della Scuola di Alta Formazione la Saint Louis Music College. In questo preciso momento storico in cui giovani e giovanissimi musicisti si stanno liberando dal passato, portando avanti un approccio al jazz nel segno della leggerezza, le big band e le formazioni orchestrali sono sempre di più un luogo di progettualità e ricerca, uno strumento per diffondere la conoscenza di questo genere musicale e per coinvolgere i nuovi pubblici.

L’intero progetto è finanziato dal Ministero della Cultura, sostenuto dalla IMF Foundation e promosso da tre importanti realtà culturali: Visioninmusica, Roma Jazz Festival e Venetojazz, membri dell’Associazione Nazionale Jazz Italian Platform. Si avvale della consulenza dello scrittore, docente e direttore artistico del Milan Machinima Festival Matteo Bittanti e vede anche la partecipazione internazionale di importanti videomakers come Benoit Paillé, Jordy Veenstra, Riccardo Retez, Luca Miranda, Florian Krepcik, Ashford Philip Ciampà.

Biglietti disponibili presso il botteghino del Teatro Caio Melisso di Spoleto (il giorno del concerto) o presso New Sinfony, galleria del Corso 12, Terni

Nov
15
Lun
Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 15 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | MAURIZIO CANNAVACCIUOLO / CLAUDIO MASSINI “Ma non ho bicchieri come i tuoi” @ Palazzo Collicola
Nov 15 giorno intero

Ma non ho bicchieri come i tuoi
A cura di Marco Tonelli e Lorenzo Fiorucci
Palazzo Collicola, Spoleto
13 novembre 2021– 13 febbraio 2022

Una mostra di pittura, imprevedibile, eccentrica, un dialogo tra due artisti che lavorano sui margini stessi delle immagini e della rappresentazione, della linea e dell’ornamento, dell’illusione e del significato.

Maurizio Cannavacciuolo (1954) e Claudio Massini (1955), entrambi nati a Napoli, coetanei, una storia di lunga amicizia, fatta di interferenze ma non di influenze, hanno condiviso tra anni Settanta e Ottanta la galleria di Lucio Amelio a Napoli, vero e proprio centro del mondo dell’arte contemporanea del tempo in Italia: in occasione di questa mostra a Palazzo Collicola si sono dunque ri-chiamati a vicenda.

Il percorso espositivo (una doppia personale) si snoda lungo le dieci sale del Piano terra dedicate alle mostre temporanee. Cannavacciuolo e Massini espongono 30 opere (tra cui alcuni polittici) realizzate dalla fine degli anni Novanta ad oggi, per lo più dipinti su tela, con la presenza da parte di Cannavacciuolo anche di una grande opera di formelle di ceramica (Sinestesia) a testimonianza della sua apertura verso altri “generi”, mentre spetta a Massini chiudere la mostra con la riproposizione fotografica di interventi di arte sociale realizzati tra il 1974 e il 1980, un periodo di ricerca che oscilla tra l’antropologico e il popolare e che prese forma in un contesto collettivo quale l’intervento realizzato a Sant’Antimo nel 1977 dal titolo La notte di Maggio Mellone.

La mostra cerca di sottolineare diversi aspetti umorali e narrativi dei loro percorsi, che nel caso di Cannavacciuolo si manifestano con una sorta di sana ironia, quasi didattica, da osservatore tenero e spietato che cerca di far riflettere lo spettatore attraverso trappole logiche e visive, in quello di Massini con sottili e precise architetture fatte di equilibri, innumerevoli strati di colore, piccole utopie, orientalismi, polittici, recuperi e nostalgie stile impero, intrecci di costellazioni e edonistiche decorazioni.

I rebus visivi, stravaganti ed impertinenti di Cannavacciuolo di opere come Bubbles, Fire Zazazà!, Excelsior, Bored Sea Food vs Barbed Wire Family o Menina do Rio, calor que provoca arrepio fanno così da perfetto controcanto agli spazi onirici e congelati di Massini di dipinti come Barcellonese, Riparo, Dall’alto e fuori o Architettura fatale, deviando entrambi dalla pratica corrente di modernità, tradizione e contemporaneità.

Due pittori dunque non marginali, complessi e stratificati, antagonisti involontari della scena contemporanea da cui si distinguono per fitte trame di significati e rimandi, ibridazioni e richiami a culture altre e internazionali e quindi parte di una cultura universale.

Mostra | TOCCAR CON MANO I LONGOBARDI @ Rocca Albornoz - Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Nov 15 giorno intero

Dal 12 novembre 2021 e fino al 6 marzo 2022 alla Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto una mostra itinerante che offre la possibilità unica di ammirare contemporaneamente i monumenti del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, Patrimonio UNESCO da dieci anni

Continuano le celebrazioni per il decennale del sito seriale ‘I longobardi in Italia’ come Patrimonio Mondiale UNESCO, con la mostra itinerante “Toccar con mano i Longobardi” che sarà inaugurata venerdì 12 novembre alle ore 15.30 alla Rocca Albornoz – Museo nazionale del ducato di Spoleto, dopo le tappe di Ancona, Benevento e Monte Sant’Angelo.

L’esposizione, che sarà visitabile fino al 6 marzo, è stata realizzata in collaborazione con il ‘Museo Tattile Statale Omero’ di Ancona e finanziata dal Ministero della Cultura a valere della L.77/2006, si pone l’obiettivo di far conoscere la straordinarietà e la complessità del sito UNESCO attraverso un percorso tattile e una gamma differenziata di opzioni di fruizione che ne facilitano la comprensione, assicurando a tutti un’esperienza multisensoriale ottimale.

Nelle sale saranno esposti sette modellini tridimensionali in scala dei monumenti architettonici che rappresentano maggiormente il sito seriale longobardo e sette modellini relativi alle aree in cui sono situati i monumenti, per permettere l’esplorazione tattile dei loro contesti di provenienza. A rendere il percorso ancor più accessibile saranno le audio descrizioni (in italiano e inglese), registrate dagli attori della Compagnia #SIneNOmine della Casa di Reclusione di Maiano a Spoleto, da ascoltare tramite NFC e QR code, nonché un catalogo in Braille e uno in large print in libera consultazione, infine, per consentire una fruizione dei modelli inclusiva, sono stati realizzati dei video con la tecnica del compositing nella LIS – Lingua dei Segni Italiana, insieme ad immagini e animazioni, sottotitoli e audio.

La mostra ‘Toccar con mano i longobardi’, permette di conoscere e “toccare” le sette eccellenze architettoniche del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, da dieci anni riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale, un itinerario dei luoghi del potere Longobardo che, oltre alla Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), ricomprende: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Torba e a Castelseprio (VA), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG), il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).

L’esposizione è curata dall’Associazione Italia Langobardorum – struttura di gestione del sito seriale – che fa parte del circuito della IX edizione della Biennale “Arteinsieme – cultura e culture senza barriere” un gruppo di musei e luoghi della cultura che promuovono attività finalizzate a favorire la partecipazione delle persone con disabilità e con esigenze speciali in generale o provenienti da culture altre, valorizzando il patrimonio artistico contemporaneo, l’accessibilità dell’arte e dei beni culturali, nella convinzione del forte potere sociale che ha l’arte, che si vive ed esperisce insieme.

INFO: Mostra “Toccar con Mano i Longobardi”
Inaugurazione: venerdì 12 novembre, ore 15.30
Indirizzo Rocca Albornoz-Museo Nazionale del Ducato di Spoleto | Piazza Bernardino Campello 1, Spoleto (PG)
orario dal 27 dicembre al 9 gennaio: dal lunedì alla domenica: 9.30-13.45 (ultimo ingresso 13.15)
chiuso: dal 13 al 26 dicembre | 1, 16 e 30 gennaio | 6 e 20 febbraio | 6 marzo
info e prenotazioni: +39 0743 223055

Mostra | VITTORIO MESSINA – DISHABITAT @ Palazzo Collicola
Nov 15 giorno intero

VITTORIO MESSINA | DISHABITAT
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli

L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.

Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.

Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.

La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.

L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.

In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.

Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.

Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.

Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì

Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

Nov
16
Mar
Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 16 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | TOCCAR CON MANO I LONGOBARDI @ Rocca Albornoz - Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Nov 16 giorno intero

Dal 12 novembre 2021 e fino al 6 marzo 2022 alla Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto una mostra itinerante che offre la possibilità unica di ammirare contemporaneamente i monumenti del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, Patrimonio UNESCO da dieci anni

Continuano le celebrazioni per il decennale del sito seriale ‘I longobardi in Italia’ come Patrimonio Mondiale UNESCO, con la mostra itinerante “Toccar con mano i Longobardi” che sarà inaugurata venerdì 12 novembre alle ore 15.30 alla Rocca Albornoz – Museo nazionale del ducato di Spoleto, dopo le tappe di Ancona, Benevento e Monte Sant’Angelo.

L’esposizione, che sarà visitabile fino al 6 marzo, è stata realizzata in collaborazione con il ‘Museo Tattile Statale Omero’ di Ancona e finanziata dal Ministero della Cultura a valere della L.77/2006, si pone l’obiettivo di far conoscere la straordinarietà e la complessità del sito UNESCO attraverso un percorso tattile e una gamma differenziata di opzioni di fruizione che ne facilitano la comprensione, assicurando a tutti un’esperienza multisensoriale ottimale.

Nelle sale saranno esposti sette modellini tridimensionali in scala dei monumenti architettonici che rappresentano maggiormente il sito seriale longobardo e sette modellini relativi alle aree in cui sono situati i monumenti, per permettere l’esplorazione tattile dei loro contesti di provenienza. A rendere il percorso ancor più accessibile saranno le audio descrizioni (in italiano e inglese), registrate dagli attori della Compagnia #SIneNOmine della Casa di Reclusione di Maiano a Spoleto, da ascoltare tramite NFC e QR code, nonché un catalogo in Braille e uno in large print in libera consultazione, infine, per consentire una fruizione dei modelli inclusiva, sono stati realizzati dei video con la tecnica del compositing nella LIS – Lingua dei Segni Italiana, insieme ad immagini e animazioni, sottotitoli e audio.

La mostra ‘Toccar con mano i longobardi’, permette di conoscere e “toccare” le sette eccellenze architettoniche del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, da dieci anni riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale, un itinerario dei luoghi del potere Longobardo che, oltre alla Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), ricomprende: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Torba e a Castelseprio (VA), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG), il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).

L’esposizione è curata dall’Associazione Italia Langobardorum – struttura di gestione del sito seriale – che fa parte del circuito della IX edizione della Biennale “Arteinsieme – cultura e culture senza barriere” un gruppo di musei e luoghi della cultura che promuovono attività finalizzate a favorire la partecipazione delle persone con disabilità e con esigenze speciali in generale o provenienti da culture altre, valorizzando il patrimonio artistico contemporaneo, l’accessibilità dell’arte e dei beni culturali, nella convinzione del forte potere sociale che ha l’arte, che si vive ed esperisce insieme.

INFO: Mostra “Toccar con Mano i Longobardi”
Inaugurazione: venerdì 12 novembre, ore 15.30
Indirizzo Rocca Albornoz-Museo Nazionale del Ducato di Spoleto | Piazza Bernardino Campello 1, Spoleto (PG)
orario dal 27 dicembre al 9 gennaio: dal lunedì alla domenica: 9.30-13.45 (ultimo ingresso 13.15)
chiuso: dal 13 al 26 dicembre | 1, 16 e 30 gennaio | 6 e 20 febbraio | 6 marzo
info e prenotazioni: +39 0743 223055

SETTIMANA NAZIONALE NATI PER LEGGERE | Andiamo diritti alle storie! Inbook, albi illustrati ed altre meraviglie @ Palazzo Mauri
Nov 16@16:30
<!--:it-->SETTIMANA NAZIONALE NATI PER LEGGERE | Andiamo diritti alle storie! Inbook, albi illustrati ed altre meraviglie<!--:--> @ Palazzo Mauri

Palazzo Mauri, ore 16.30
SETTIMANA NAZIONALE NATI PER LEGGERE
Andiamo diritti alle storie! Inbook, albi illustrati ed altre meraviglie

Incontro dedicato a genitori, educatori e insegnanti.

In occasione della Settimana Nazionale Nati per Leggere, in programma dal 13 al 21 novembre, la Biblioteca comunale “G. Carducci” di Spoleto organizza un incontro dal titolo ANDIAMO DIRITTI ALLE STORIE! INBOOK, ALBI ILLUSTRATI ED ALTRE MERAVIGLIE dedicato ai genitori, agli educatori e agli insegnanti che si terrà martedì 16 novembre alle ore 16.30 a palazzo Mauri.

Ai saluti istituzionali dell’assessore Danilo Chiodetti seguirà la lettura animata di inbook (libri insimboli) e la descrizione delle loro principali caratteristiche e delle modalità di lettura da parte della dott.ssa Roberta Palazzi, traduttrice inbook, psicologa, formata in CAA. La pediatra Elena Bordone parlerà inoltre dell’importanza della lettura nella crescita e nello sviluppo delbambino.

Verrà infine presentato il progetto del “Prestalibro: letture in comune” a cura delle educatrici degli asili nido comunali di Spoleto il Carillon e il Girotondo.

Per partecipare all’iniziativa è necessaria la prenotazione chiamando il numero 0743 218801 o scrivendo all’email: biblioteca.comunale@comune.spoleto.pg.it

Nov
17
Mer
Mostra | FRAMMENTI DI MEMORIE. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina @ Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano
Nov 17 giorno intero

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina

Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.

L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.

Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 17 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Nov
18
Gio
Mostra | FRAMMENTI DI MEMORIE. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina @ Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano
Nov 18 giorno intero

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022
Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina

Fino al 6 gennaio nel giardino del Teatro romano e nelle sale del Museo archeologico nazionale di Spoleto saranno esposti alcuni manufatti del piano di riuso delle macerie realizzato dall’arch. Matteo Ferroni per il Comune di Norcia, messi a confronto con alcuni reperti archeologici della Valnerina. La mostra, intitolata Frammenti di memorie. Ricostruzioni tra architettura e archeologia in Valnerina sarà inaugurata dalla direttrice Silvia Casciarri domenica 26 settembre alle ore 11.

L’allestimento mette a confronto due modalità di ricostruzione. Da una parte la ricomposizione filologica dei frammenti archeologici in oggetti originari e dall’altra la ricomposizione dei frammenti architettonici in nuove forme e nuove funzioni.

Orario di apertura:
Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto
dal mercoledì alla domenica 8:30–19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)
chiuso lunedì e martedì

Mostra | FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007 @ ADD-art galleria
Nov 18 giorno intero

ADD-art galleria (via Palazzo dei Duchi 6), dal 31 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
FRANCO TROIANI: Fotografie. 1997-2007
a cura di Davide Silvioli

L’esposizione vede per la prima volta esposti gli scatti fotografici dell’artista spoletino realizzati tra il 1997 e il 2007, una produzione inedita e raffinata in cui il corpo è il protagonista.

Dal testo del curatore Davide Silvioli:
“Nella ricerca pluriennale di Franco Troiani la fotografia equivale a strumento di studio; spesso un mezzo preliminare alla pratica pittorica. Tuttavia, la fotografia non soffre uno status di subalternità nei confronti degli altri orientamenti perseguiti dall’artista, configurandosi come territorio di sperimentazione completamente autonomo. Troiani, secondo tali accenti, delega esclusivamente alla fotografia l’investigazione sulla figura umana, con l’intenzione di esplorarne l’espressione, la simbologia e il mistero. Sulla base di questa attitudine, la mostra Fotografie. 1997-2007 presenta un corpus di scatti mai esposti, relativi a operazioni intraprese dall’artista fra gli anni Novanta e Duemila, in cui il corpo è il soggetto di una narrazione in grado di ricondurre a tematiche senza tempo di ordine storico-artistico, estetico e filosofico”.

Aperta su appuntamento tramite form su https://www.add-art.it/?page_id=15

Mostra | MAURIZIO CANNAVACCIUOLO / CLAUDIO MASSINI “Ma non ho bicchieri come i tuoi” @ Palazzo Collicola
Nov 18 giorno intero

Ma non ho bicchieri come i tuoi
A cura di Marco Tonelli e Lorenzo Fiorucci
Palazzo Collicola, Spoleto
13 novembre 2021– 13 febbraio 2022

Una mostra di pittura, imprevedibile, eccentrica, un dialogo tra due artisti che lavorano sui margini stessi delle immagini e della rappresentazione, della linea e dell’ornamento, dell’illusione e del significato.

Maurizio Cannavacciuolo (1954) e Claudio Massini (1955), entrambi nati a Napoli, coetanei, una storia di lunga amicizia, fatta di interferenze ma non di influenze, hanno condiviso tra anni Settanta e Ottanta la galleria di Lucio Amelio a Napoli, vero e proprio centro del mondo dell’arte contemporanea del tempo in Italia: in occasione di questa mostra a Palazzo Collicola si sono dunque ri-chiamati a vicenda.

Il percorso espositivo (una doppia personale) si snoda lungo le dieci sale del Piano terra dedicate alle mostre temporanee. Cannavacciuolo e Massini espongono 30 opere (tra cui alcuni polittici) realizzate dalla fine degli anni Novanta ad oggi, per lo più dipinti su tela, con la presenza da parte di Cannavacciuolo anche di una grande opera di formelle di ceramica (Sinestesia) a testimonianza della sua apertura verso altri “generi”, mentre spetta a Massini chiudere la mostra con la riproposizione fotografica di interventi di arte sociale realizzati tra il 1974 e il 1980, un periodo di ricerca che oscilla tra l’antropologico e il popolare e che prese forma in un contesto collettivo quale l’intervento realizzato a Sant’Antimo nel 1977 dal titolo La notte di Maggio Mellone.

La mostra cerca di sottolineare diversi aspetti umorali e narrativi dei loro percorsi, che nel caso di Cannavacciuolo si manifestano con una sorta di sana ironia, quasi didattica, da osservatore tenero e spietato che cerca di far riflettere lo spettatore attraverso trappole logiche e visive, in quello di Massini con sottili e precise architetture fatte di equilibri, innumerevoli strati di colore, piccole utopie, orientalismi, polittici, recuperi e nostalgie stile impero, intrecci di costellazioni e edonistiche decorazioni.

I rebus visivi, stravaganti ed impertinenti di Cannavacciuolo di opere come Bubbles, Fire Zazazà!, Excelsior, Bored Sea Food vs Barbed Wire Family o Menina do Rio, calor que provoca arrepio fanno così da perfetto controcanto agli spazi onirici e congelati di Massini di dipinti come Barcellonese, Riparo, Dall’alto e fuori o Architettura fatale, deviando entrambi dalla pratica corrente di modernità, tradizione e contemporaneità.

Due pittori dunque non marginali, complessi e stratificati, antagonisti involontari della scena contemporanea da cui si distinguono per fitte trame di significati e rimandi, ibridazioni e richiami a culture altre e internazionali e quindi parte di una cultura universale.

Mostra | TOCCAR CON MANO I LONGOBARDI @ Rocca Albornoz - Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Nov 18 giorno intero

Dal 12 novembre 2021 e fino al 6 marzo 2022 alla Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto una mostra itinerante che offre la possibilità unica di ammirare contemporaneamente i monumenti del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, Patrimonio UNESCO da dieci anni

Continuano le celebrazioni per il decennale del sito seriale ‘I longobardi in Italia’ come Patrimonio Mondiale UNESCO, con la mostra itinerante “Toccar con mano i Longobardi” che sarà inaugurata venerdì 12 novembre alle ore 15.30 alla Rocca Albornoz – Museo nazionale del ducato di Spoleto, dopo le tappe di Ancona, Benevento e Monte Sant’Angelo.

L’esposizione, che sarà visitabile fino al 6 marzo, è stata realizzata in collaborazione con il ‘Museo Tattile Statale Omero’ di Ancona e finanziata dal Ministero della Cultura a valere della L.77/2006, si pone l’obiettivo di far conoscere la straordinarietà e la complessità del sito UNESCO attraverso un percorso tattile e una gamma differenziata di opzioni di fruizione che ne facilitano la comprensione, assicurando a tutti un’esperienza multisensoriale ottimale.

Nelle sale saranno esposti sette modellini tridimensionali in scala dei monumenti architettonici che rappresentano maggiormente il sito seriale longobardo e sette modellini relativi alle aree in cui sono situati i monumenti, per permettere l’esplorazione tattile dei loro contesti di provenienza. A rendere il percorso ancor più accessibile saranno le audio descrizioni (in italiano e inglese), registrate dagli attori della Compagnia #SIneNOmine della Casa di Reclusione di Maiano a Spoleto, da ascoltare tramite NFC e QR code, nonché un catalogo in Braille e uno in large print in libera consultazione, infine, per consentire una fruizione dei modelli inclusiva, sono stati realizzati dei video con la tecnica del compositing nella LIS – Lingua dei Segni Italiana, insieme ad immagini e animazioni, sottotitoli e audio.

La mostra ‘Toccar con mano i longobardi’, permette di conoscere e “toccare” le sette eccellenze architettoniche del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)’, da dieci anni riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale, un itinerario dei luoghi del potere Longobardo che, oltre alla Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), ricomprende: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Torba e a Castelseprio (VA), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG), il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).

L’esposizione è curata dall’Associazione Italia Langobardorum – struttura di gestione del sito seriale – che fa parte del circuito della IX edizione della Biennale “Arteinsieme – cultura e culture senza barriere” un gruppo di musei e luoghi della cultura che promuovono attività finalizzate a favorire la partecipazione delle persone con disabilità e con esigenze speciali in generale o provenienti da culture altre, valorizzando il patrimonio artistico contemporaneo, l’accessibilità dell’arte e dei beni culturali, nella convinzione del forte potere sociale che ha l’arte, che si vive ed esperisce insieme.

INFO: Mostra “Toccar con Mano i Longobardi”
Inaugurazione: venerdì 12 novembre, ore 15.30
Indirizzo Rocca Albornoz-Museo Nazionale del Ducato di Spoleto | Piazza Bernardino Campello 1, Spoleto (PG)
orario dal 27 dicembre al 9 gennaio: dal lunedì alla domenica: 9.30-13.45 (ultimo ingresso 13.15)
chiuso: dal 13 al 26 dicembre | 1, 16 e 30 gennaio | 6 e 20 febbraio | 6 marzo
info e prenotazioni: +39 0743 223055

Mostra | VITTORIO MESSINA – DISHABITAT @ Palazzo Collicola
Nov 18 giorno intero

VITTORIO MESSINA | DISHABITAT
Palazzo Collicola, dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022
a cura di Marco Tonelli e Davide Silvioli

L’inaugurazione è in programma sabato 9 ottobre alle ore 11.30.
Per partecipare è obbligatoria la prenotazione: cultura.turismo@comune.spoleto.pg.it

In una larga parte del suo lavoro Vittorio Messina ha sviluppato il tema dell’Habitat e del costruire, concentrando la sua attenzione sulle iconografie di “celle” e “stanze” intese come elemento base dell’architettura.

Il carattere aperto e enigmatico delle sue opere è accostabile in parte col modo di costruire il pensiero e il linguaggio del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, o coi romanzi dello scrittore praghese Franz Kafka o ancora con le teorie della fisica quantistica. Senza mai basare il suo discorso su contenuti critici, politici, sociali, economici o ideologici, l’opera di Messina è una chiara metafora del costruire l’opera d’arte come attività sempre fluida, dinamica, mobile, concreta e allo stesso tempo misteriosa, immateriale e metafisica, una sorta di cantiere attraversato dalle esigenze del presente e dalle possibilità del futuro.

Come in tante altre occasioni, dunque l’artista ha elaborato appositamente per lo spazio – in questo caso il Piano Nobile di Palazzo Collicola – un progetto specifico dal titolo Dishabitat, composto da due grandi opere pensate e realizzate per il luogo, progetto quindi che si colloca e deriva dalla natura del sito destinato ad accoglierlo, e nello stesso tempo alimenta un campo di riflessione sull’attualità delle condizioni e delle emergenze del nostro tempo.

La ricostruzione essenziale di un edificio tagliato dal pavimento stesso del Salone d’Onore di Palazzo Collicola dal titolo Dishabitat 1 (di cui si vede solo la copertura del tetto e parte del muro di sostegno in blocchetti di gasbeton), analogamente alla trasformazione della lunga Galleria in uno spazio denso di luce rossa dal titolo Dishabitat 2, definiscono un percorso abitativo in forma di cantiere all’interno di ambienti che oggi sono di natura strettamente museale, ma che in passato furono dimora e luoghi di rappresentanza della famiglia Collicola.

L’edificio, costruito dall’architetto Sebastiano Cipriani nel 1730 con annesso giardino, fu acquistato nel 1939 dal Comune di Spoleto ed è diventato poi, nel 2000, sede della Galleria d’Arte Moderna e nel 2010 anche della Pinacoteca civica.

In senso metaforico, rispetto all’idea di un habitat originario, già modificato dalla sua trasformazione in museo, Messina ne ha aggiunto un altro (di qui il termine dishabitat) di matrice concettuale e contemporanea, che rende le sue opere dei veri e propri cantieri metafisici e mentali. L’abbassamento del punto di vista della cima di una casa e la suggestione di una luce rossa provocata dal fenomeno di un allontanamento (il tipico effetto fisico del redshift gravitazionale), sono dunque per Messina forme di distanziamento dal tempo e dal luogo, ma anche di paradossale riavvicinamento al presente, e di elevazione della nostra percezione e visione del mondo.

Il progetto espositivo usufruisce della sponsorizzazione tecnica dell’azienda Leroy-Merlin e del sostegno della Galleria Nicola Pedana, mentre il catalogo della mostra verrà pubblicato nel corso dell’esposizione.

Biografia
Vittorio Messina è nato a Zafferana Etnea (Catania) nel 1946. Compie gli studi all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura di Roma, dove, alla fine degli anni Settanta, esordisce nello spazio di Sant’Agata dei Goti, punto di incontro e luogo di sperimentazione della giovane arte di quegli anni, con La Muraglia Cinese, una mostra articolata intorno all’omonimo testo kafkiano.
Fin dalle mostre alla galleria La Salita di Roma (1982), e alla galleria Locus Solus di Genova (1983), il suo lavoro si orienta verso una forma di scultura ambientale, e dopo le personali alla galleria Minini di Brescia (1985) e al PAC di Milano (1986), Messina espone le prime “celle” alla Moltkerei Werkstatt di Colonia e alla galleria Shimada di Yamaguchi (Giappone), veri e propri edifici costruiti con materiali seriali di uso edilizio, autoilluminati con lampade industriali.
Nel 1987, a Palazzo Taverna in Roma (Incontri Internazionali d’Arte), all’interno di un ciclo dove si succedono gli interventi di Maria Nordman, Bruce Naumann e Luca Maria Patella, Messina costruisce una “cella” e pubblica un testo, “Paesaggio con luce lontana”, dove affiora la tematica heisenberghiana dell’indeterminazione, già presente peraltro nella mostra Spostamenti sulla banda del rosso di Villa Romana (Firenze 1985). Da questo momento il suo lavoro si svolge con stringente continuità visionaria nel grande Krater esposto alla mostra Europa Oggi del Museo Pecci di Prato (1988), nell’installazione totale alla galleria Oddi Baglioni di Roma dello stesso anno, fino alla mostra Aetatis suae alla galleria Tucci Russo di Torino (1990).
Dalla “cella” della galleria Minini, Brescia (1991), a quella del Kunstverein di Kassel (1991) e della galleria Victoria Miro (Londra 1992), come nelle 24 finestre della mostra Lux Europae di Edinburgh (1992), fino ai lavori del Castello di Girifalco, Cortona (con Thomas Schütte, 1993), l’opera di Messina si configura con l’imprevedibilità e il disincanto di un vero e proprio cantiere metafisico. Seguono negli anni Novanta, le mostre al Kunstverein di Düsseldorf, alla Villa delle Rose di Bologna, alla National Galerie di Berlino, al Museo di Erfurt, al Museo di Leeds, fino alle grandi installazioni nei Dialoghi (Maschio Angioino e Castel dell’Ovo di Napoli, 2002). Nella mostra A village and its surroundings (H. Moore Foundation, Halifax 1999) alcune installazioni includono l’uso di film-video. In La discrezione del tempo 1 (Museo Ujazdovki, Varsavia, 2002), e in Una città visibile (Modena, 2004), e poi ancora nelle Cronografie, o della città verticale (Cavallerizza Reale, Torino (2006) e in Momentanea Mens (DKM Foundation, Duisburg 2009), lo spazio-tempo dell’habitat umano tende a espandersi ulteriormente, fino alla dilatazione estrema di Hermes, film della durata di 72 ore. Infine, nella mostra alla Galleria Guidi di (Roma, 2011), come nelle opere al MACRO (Eighties are Back, Roma 2011) e nella mostra con Thomas Schütte alla Villa Massimo (Roma 2011), Messina rafforza la componente tautologica del suo lavoro e avvia una nuova riflessione sulle forze e le dimensioni dello spazio reale. Nel 2014 espone al MACRO di Roma e alla Kunsthalle di Göppingen, nel 2015 è invitato alla mostra Au rendez vous des Amis organizzata dalla Fondazione Burri a Città di Castello, nel 2016 tiene una personale presso il Regio Albergo delle Povere e il Museo Riso di Palermo e nel 2019 è invitato alla Biennale de L’Havana.

Orario di apertura:
Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”
Appartamento Nobile e mostre temporanee
dal giovedì al lunedì 10:30-13:00/15:00-17:30
chiuso martedì e mercoledì

Aperture straordinarie
mercoledì 8, martedì 28, mercoledì 29 dicembre, martedì 4 e mercoledì 5 gennaio
10:30-13:00/15:00-17:30

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