Metamorfosi Art Gallery presenta:
IL GIOCO DELLA PITTURA
La collezione di carte dipinte di Paola Masino
Viene inaugurata a Spoleto giovedì 7 dicembre alle ore 12 la mostra Il gioco della pittura. La collezione di carte dipinte di Paola Masino, che si terrà dall’8 dicembre 2017 al 2 aprile 2018 al MAG MetaMorfosi Art Gallery di Piazza del Duomo.
La mostra porterà a Palazzo Bufalini una collezione unica al mondo, straordinaria testimonianza dell’arte pittorica del Novecento, che arriva dal Museo di Roma in Palazzo Braschi.
Ideata da Paola Masino, scrittrice anticonformista, intellettuale coltissima, la collezione nasce proprio dall’intento di considerare la carta da gioco come opera d’arte, reinventata secondo la creatività dei suoi tanti amici artisti. Portato avanti con pazienza e tenacia per quattro decenni, il progetto di Paola Masino arriva a realizzare un originalissimo mazzo completo di carte da gioco francesi, napoletane e di tarocchi, create dai migliori interpreti dell’arte del Novecento.
Da Carla Accardi a Alberto Burri e Consagra; da Carlo Carrà a Campigli e Capogrossi, passando per Cagli, Carlo Levi, Renato Guttuso, Prampolini, Fausto Pirandello, Giosetta Fioroni, Antonietta Raphael Mafai, Pietro Dorazio, Mario Sironi – solo per citarne alcuni – furono in tanti a raccogliere l’invito della Masino, realizzando queste piccole opere d’are da dicembre in mostra a Spoleto assieme ai ritratti di Paola Masino, opera dei pittori Bucci, Cagli, Cecchi Pieraccini, de Chirico, de Pisis, Funi, Marino Marini e Sironi, e di famosi fotografi, da Ghitta Carella Luxardo a Sommariva, a Alexander Calder.
La mostra Il gioco della pittura. La collezione di carte dipinte di Paola Masino, a cura di Marinella Mascia Galateria e Patrizia Masini, viene organizzata a Spoleto da MetaMorfosi, grazie alla preziosa collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’Archivio del Novecento di Sapienza Università degli Studi di Roma e col patrocinio del Comune di Spoleto e della Regione Umbria.
da Sabato 16 dicembre
Inaugurazione ore 14.30 – Vie del Centro Storico
Collicola onthewall presenta
SCHERMI URBANI
A cura di Gianluca Marziani
SCHERMI URBANI è un evento natalizio di arte pubblica fortemente voluto da questa amministrazione che ha affidato la cura artistica a Gianluca Marziani, direttore di Palazzo Collicola Arti Visive e che coinvolge una ventina di siti all’interno del centro storico di Spoleto.
Due edicole (Piazza Collicola, Piazza della Libertà), le sei vetrine di Palazzetto Ancaiani (Piazza della Libertà) e una quindicina di vetrine sparse tra le principali arterie spoletine (Corso Mazzini, Via del Mercato, Via Salara Vecchia, via Minervio): sono queste le location che verranno “rivestite” con grandi immagini d’arte contemporanea, realizzate da cinque artisti che già collaborano con Palazzo Collicola Arti Visive.
“Dopo l’intervento della scorsa estate dello street artist Ob Queberry in Piazza del Mercato – hanno dichiarato gli assessori alla Cultura e al Turismo Camilla Laureti e al Centro Storico Antonio Cappelletti – durante queste feste natalizie anche le vetrine chiuse dei negozi diventano la base per interventi artistici. Un modo per far “rivivere” i troppi negozi chiusi del centro storico e per provare ad immaginare – insieme ai proprietari, che ringraziamo per la disponibilità – un futuro diverso per questa parte della città. Il nostro grazie anche al direttore Gianluca Marziani e agli artisti che hanno accettato”.
Programma Visite Guidate Tematiche Trekking Urbani
APRILE 2018
Il trekking urbano Spoletium previsto nel programma di visite guidate di promozione della Spoleto CARD per domenica 29 aprile alle ore 11.30 E’ STATO SOSTITUITO con la visita guidata tematica La Casa Romana di Spoleto:
Domenica 29 aprile ore 11.30
La Casa Romana di Spoleto _ Visita guidata alla domus romana di Spoleto
Luogo d’incontro: Casa Romana – Biglietteria – Via Visiale
Lunedì 30 aprile 2018 è prevista alle ore 16.30 UNA VISITA GUIDATA ULTERIORE rispetto al programma di APRILE 2018 al Piano Nobile di Palazzo Collicola Arti Visive:
Lunedì 30 aprile 2018 _ ore 16.30
Una nobile passeggiata _ Visita guidata al piano nobile di Palazzo Collicola Arti Visive
Luogo d’incontro: Palazzo Collicola Arti Visive – Biglietteria
Riservata gratuitamente ai possessori della Spoleto Card (per i non possessori della Spoleto Card € 3.00 a persona)
Per informazioni e prenotazioni: Soc. Coop. Sistema Museo – Piazza Collicola – Tel. 0743 46434 – 0743 224952 – e-mail: info@spoletocard.it
Per informazioni: IAT di Spoleto – Tel. 0743 218620 info@iat.spoleto.pg.it
Per maggiori informazioni visita il sito www.spoletocard.it
La LXVI Settimana di Studi sull’Alto Medioevo, organizzata dal CISAM, si terrà dal 5 all’11 aprile 2018 presso l’Albornoz Palace Hotel e avrà come oggetto Le migrazioni nell’alto medioevo.
Le lezioni approfondiranno in particolare tre temi legati alle migrazioni: gli Aspetti Etno-antropologici, i Processi Migratori e i Trapianti e Sedimentazioni come Ricaduta delle Migrazioni che hanno caratterizzato l’epoca oggetto di studio.
La Fondazione Centro italiano di studi sull’alto medioevo di Spoleto, oltre alla pubblicazione di volumi sul medioevo, rappresenta un solido punto di riferimento nella ricerca medievistica mondiale e, attraverso la Settimana di Studi, fornisce un’occasione di incontro e di dibattito scientifico di altissimo livello.
Per informazioni sulla Settimana di Studi e su come partecipare:
Fondazione CISAM
Palazzo Arroni, via dell’Arringo – Spoleto
Tel. 0743 225630 – Fax 0743 49902
cisam@cisam.org – www.cisam.org
Sabato 21 aprile, con inizio alle ore 11, la Rocca Albornoz di Spoleto ospiterà un convegno dedicato a Vino, olio e arte patrimonio della cultura italiana. Maria Elena Bececco porterà i saluti del Comune di Spoleto. Interverranno Paolo Braconi dell’Università di Perugia, Paolo Baioletti dell’Icqrf, Ispettorato centrale per la tutela della qualità e la repressione delle frodi di prodotti agroalimentari, Ilaria Capaccioni, consulente imprese e Grande distribuzione organizzata.
Moderatore sarà Filippo Benedetti Valentini di Sapere Food.
Programma Visite Guidate Tematiche Trekking urbani
MAGGIO 2018
Si informa che la visita guidata tematica “Una nobile passeggiata”, prevista alle ore 15.30 del 27 maggio, E’ STATA SOSTITUITA con la visita guidata Spoleto Contemporanea al Museo Carandente. Il luogo d’incontro è sempre Palazzo Collicola Arti Visive (biglietteria).
Trekking urbano
Partendo dal fastoso piano Nobile di Palazzo Collicola Arti Visive, si proseguirà con una passeggiata per il centro storico per conoscere la storia di alcuni dei più significativi edifici nobiliari della città.
La serata prosegue con un aperitivo.
L’evento vede la collaborazione del Con Spoleto – Consorzio Albergatori di Spoleto.
Quota di partecipazione:
Visita guidata – intero € 7,00
Visita guidata – ridotto € 5,00 – per Spoleto Card e fidelizzati
Aperitivo – € 5,00
Per info e prenotazioni:
È consigliata la prenotazione entro le 13:00 del venerdì
email: news.spoletomusei@sistemamuseo.it
Telefono: 0743 46434
Inaugurazione dell’installazione artistica Canapa Nera. Guardavo le macerie e immaginavo il futuro.
Realizzata con i frammenti recuperati dalle macerie del recente sisma della Regione Umbria, in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia e l’atelier milanese di Daniele Gerini.
L’opera giunge a Spoleto dopo essere stata esposta nel chiostro centrale dell’Università statale di Milano.
Ingresso libero
CANAPA NERA – “Guardavo le macerie e immaginavo il futuro”
12 maggio – 15 luglio 2018
Un’installazione che fa leva sul cuore, ma anche sulla responsabilità collettiva di ognuno. Un algido muro bifronte si innalza nel Salone d’Onore della Rocca di Spoleto per raccontare in un mix alchemico la storia di un popolo coraggioso, quello della Valnerina. Da un lato c’è il grigio, memoria della pietra urbana della Basilica di San Benedetto a Norcia, dall’altro i colori esplosivi della fiorita di Pian Grande di Castelluccio.
L’opera è realizzata dalla Regione Umbria con il coordinamento, concept e progetto dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia insieme all’atelier milanese dell’artista Daniela Gerini. Il supporto tecnico è del Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco. L’installazione alla Rocca di Spoleto è realizzata in collaborazione con il Polo Museale dell’Umbria e il Comune di Spoleto.
“Canapa Nera” è un progetto di valorizzazione del territorio umbro, in particolare della Valnerina: l’installazione è realizzata con i frammenti recuperati dal sisma del 2016 ed è stata recentemente esposta in occasione del Fuorisalone, nell’ambito di Interni House in Motion nel chiostro centrale dell’Università degli Studi di Milano.
Il concept
Canapa Nera è la crasi perfetta tra il fiume Nera e la resistente fibra, la cui lavorazione fa parte dei saperi del territorio umbro. In particolare, la dorsale appenninica che attraversa il territorio è da sempre una realtà italiana tra le più dedite alla coltura della pianta. Non a caso proprio qui ha sede il Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco che, oltre ad una vasta documentazione storica sul suo utilizzo, ospita un centro produttivo dove viene materialmente lavorata la canapa per dare vita a prototipi innovativi e sperimentali. Con le materie prime della canapa si possono produrre, in modo pulito ed economicamente conveniente, tessuti, carta, plastiche, vernici, combustibili ed anche un olio alimentare di altissime qualità. Oggi, ad esempio, si fa largo impiego della canapa nella costruzione di case nell’ambito dell’architettura ecosostenibile. Non solo una riedificazione di case e chiese, ma anche la riaffermazione della fiducia nelle persone. Abitare non è solo un atto materiale (“house in motion”), ma è anche un atto immateriale (“house in emotion”). Allo stesso modo, il compito della ricostruzione non è solo quello di restituire una casa, ma è anche quello di custodire un’identità. Traghettando i ricordi e le speranze oltre l’emergenza.
La maceria diventa arte
Respiriamo la sofferenza di cui i detriti sono carichi, ma avvertiamo anche la speranza. In questo lato dell’opera, quella plasmata dall’Accademia delle Belle Arti di Perugia, predomina il grigio tipico della pietra dei centri storici della Valnerina. Nell’installazione padroneggia una scomposizione caotica di macerie prelevate nelle zone rosse del cratere umbro e ordinate da un sistema di opere provvisionali e di reti paramassi, allo stesso tempo simboli della catastrofe accaduta e segnali di rinascita imminente. Materia, segni e pochi colori ordinati dal claim “Guardavo le macerie e immaginavo il futuro” il cui lettering richiama un senso di decadenza, una scritta slavata dal tempo e dagli eventi. La maceria è tutto ciò che resta dopo la scossa e al contempo è ciò che era prima della scossa, ultima traccia concreta che conserve in sé una identità che rischia di andare perduta. Forse ci parla, come a dire “Non dimenticarmi”. È l’inizio e la fine, passato e futuro. La maceria è ciò da cui (ri)partire per attivare il processo di ricostruzione del valore della comunità umbra. I detriti ricomposti come in un fermo – immagine, congelati in un mondo senza spazio e senza tempo, incarnano i valori identitari più profondi della Valnerina e del suo popolo. Valori millenari che non vanno perduti ma, giorno dopo giorno, ricostruiti per tornare ad una bellissima normalità, allontanando il rischio di dispersione del sapere di questa terra. Perché perdere il passato significa perdere il futuro.
Il tessuto diventa quadro
La canapa è rappresentata in una versione artistica e contemporanea, “vestita” di segni iconici, materia e colori. Grazie alle pennellate di Daniela Gerini, artista e stilista appassionata di moda e design e che ha sempre usato colori e segni in chiave moderna, la canapa diventa qualcosa da dipingere e a sua volta diventa quadro.
Ce lo insegnano anche Leonardo, Rembrandt, Van Gogh e Picasso: le loro opere erano per lo più dipinte su tele in tessuto di canapa e spesso con colori ad olio a base della pianta, affinché l’opera potesse sopravvivere più a lungo e mantenersi in un ottimo stato nel corso del tempo. Allo stesso modo, per l’installazione Canapa Nera Daniela Gerini ha fissato sul polittico di undici tele di canapa i colori esplosivi della fioritura di Castelluccio raccontando come, in questo luogo senza tempo, il grigio dell’inverno viene spazzato via dalle sfumature dei papaveri, narcisi, genziane, tulipani, fiordalisi e piante di lenticchie. Un paesaggio di grande bellezza dove il giallo, l’azzurro, il bianco e il rosso dipingono i campi con immense striature di colori, come enormi quadri astratti. I colori brillanti della natura che rinasce sul Pian Grande si fissano sulla fibra neutra e resistente, simbolo di una identità tra passato e futuro, arricchita da segni: forme geometriche che incastrate tra loro formano figure ricche di significato, la mano che, a seconda dei casi della vita, dona e riceve come simbolo di solidarietà e fiducia e l’occhio che vede e che, colpito dal sisma, piange.
Committenza: Regione Umbria
In collaborazione con: Polo Museale dell’Umbria, Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Coordinamento generale: Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia
Concept e progetto dell’allestimento: Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia: Paolo Belardi direttore, Paul H. Robb, Matteo Scoccia
Concept e realizzazione opere d’arte su tela di canapa: Studio Daniela Gerini
Supporto tecnico: Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco
Organizzazione: Sistema Museo
Grafica: Paul H. Robb
Orari di apertura: dal martedì alla domenica 9:30 – 19:30; lunedì 9:30 – 13:30. Ultimo ingresso consentito 45 minuti prima della chiusura
La visita all’installazione è compresa nel biglietto d’ingresso alla Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto.
Per informazioni:
Sistema Museo 0743.224952 / 340.5510813 – spoleto@sistemamuseo.it – www.sistemamuseo.it
Il Lions Club Spoleto presenta un convegno dal titolo “L’Umbria ed il terremoto – Prevenzione e recupero del patrimonio culturale. Nuove opportunità per i giovani”
Il tema, dettato dalla sensibilità che il Lions Club Spoleto ha sempre manifestato nei confronti dei Giovani e del Territorio, vuole costituire un momento di riflessione per ricercare quanto di positivo possa ricavare anche da una disgrazia, quale è stato il terremoto che, nel periodo agosto 2016 – gennaio 2017, ha sconvolto il Centro Italia ed in particolare anche la nostra Regione. Restaurare e conservare le opere d’arte ed i documenti d’archivio provenienti da un territorio, che costituiscono un tassello dell’identità delle comunità, deve essere un obiettivo che cittadini e Amministrazioni debbono ricercare costantemente. Anche i Giovani possono contribuire attivamente al raggiungimento di questo scopo, preparandosi adeguatamente nella conoscenza delle opere d’arte e dei documenti d’archivio; ci sarà sempre più bisogno di esperti museali, restauratori, paleografi, archivisti, rilegatori ed anche di artigiani particolarmente preparati per effettuare interventi su opere murarie, lignee, metalliche, nonché di esperti nella realizzazione e gestione di banche dati ed applicazioni informatiche. Questi, sono soltanto pochi esempi di figure professionali, necessarie per conseguire i restauri e la conservazione del nostro Patrimonio culturale. Da parte delle Pubbliche Amministrazioni, servirà poi che si realizzino nuove sedi museali, nuove biblioteche, nuovi archivi o quantomeno si rendano sicure, da eventi sismici, tutte le vecchie sedi. Uno sforzo enorme che deve coinvolgere: Università, Scuole, Categoria professionali, Sovraintendenze, Comunità locali, Ministeri; tutta la Società ha l’obbligo di contribuire, per la salvaguardia del patrimonio culturale ed allo stesso tempo per assicurare alle nuove generazioni, il ricordo del passato e la speranza per il futuro.
Relatori:
Mario Squadroni già Sovraintendente archivistico dell’Umbria e delle Marche
Luigi Rambotti Direttore dell’Archivio di Stato di Perugia
Tiziana Biganti Responsabile del Deposito dei Beni Culturali di Santo Chiodo nonché Direttrice del Museo Statale “Villa del Colle del Cardinale”
Luciano Giacchè Direttore del CEDRAV, Centro per la Documentazione e Ricerca Antropologica in Valnerina e nella dorsale appenninica umbra
Romano Cordella già docente di Francese, effettua per hobby da decenni numerosi lavori storici, artistici nella Valnerina e nel circondario di Spoleto
Alessandro Bianchi Funzionario archivista di Stato della Sovraintendenza archivistica Umbria –Marche, responsabile della tutela e della vigilanza dei beni archivistici della Valnerina
Coordina Mario Di Spirito Presidente del Lions Club Spoleto
Intervengono Maria Elena Bececco Sindaco f.f. di Spoleto, Donatella Porzi Presidente del Consiglio Regionale dell’Umbria, Sabrina Mingarelli Direttrice della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria e delle Marche e Marica Mercalli Direttrice della Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.
La manifestazione fondata dal M° Gian Carlo Menotti e oggi diretta da Giorgio Ferrara giunge alla sua 61° edizione.
Dal 29 giugno al 15 luglio 2018 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
Questo il promo:
PROGRAMMA E INFO SUL SITO UFFICIALE DEL FESTIVAL: www.festivaldispoleto.com
COME ACQUISTARE
*Call Center Festival
+ 39 0743 77 64 44
+39 0743 22 28 89
*al costo della tariffa urbana
biglietteria@festivaldispoleto.com
Box Office Spoleto
– Via Filitteria, 1
– Piazza della Vittoria, 25
Attenzione: La visita guidata tematica Una nobile passeggiata prevista per mercoledì 15 agosto alle ore 15.30 a Palazzo Collicola Arti Visive E’ STATA ANTICIPATA la mattina (di mercoledì 15 agosto) alle ore 11.30.
Luogo d’incontro dei partecipanti con la guida: Palazzo Collicola Arti Visive – biglietteria.
Venerdì 30 novembre alla Rocca Albornoziana
Una giornata di studio e di approfondimento dedicata al riscatto di una vasta area del centro storico di Spoleto, da troppo tempo in abbandono. Una vera e propria città nella città che comprende i due ex monasteri della Stella e del Palazzo (con due notevoli chiostri), i ruderi dell’anfiteatro romano e un complesso sistema di ex caserme si sviluppa su una superficie di circa mq 16.000.
Venerdì 30 novembre a partire dalla ore 10.30, nella cornice della Sala Antonini della Rocca Albornoziana, illustri relatori, studiosi e tecnici si incontrano per parlare di questa area – conosciuta come area dell’anfiteatro romano – e della sua riqualificazione e riuso. Il convegno su quest’area sarà l’occasione non solo per far conoscere la complessità storica delle vicende del complesso e la qualità delle sue emergenze ma per prefigurarne tutte le opportunità legate alla sua riqualificazione.
Il convegno L’area dell’anfiteatro Romano e dei Monasteri della Stella e del Palazzo: riqualificazione e riuso è previsto alle ore 10.30. Dopo la proiezione del video sull’area dell’anfiteatro prodotto dal periodico “Spoleto’s”, i lavori si aprono con i saluti di Umberto de Augustinis, Sindaco di Spoleto, Paola Mercurelli Salari, Direttore Museo Nazionale del Ducato di Spoleto, Don Giampiero Ceccarelli, Vicario Episcopale per la Ricostruzione, Marica Mercalli, Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Sergio Zinni, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e di un rappresentante della Regione Umbria.
Seguono alle ore 11.30 gli interventi: L’area nell’antichità e l’esito degli scavi recenti a cura di Nicola Bruni, Archeologo; Il rapporto tra l’area e la Città: venti secoli di storia a cura di Giuliano Macchia, Architetto; Progetti di restauro e di riuso a cura di Bruno Toscano, Professore Emerito Università di Roma Tre, Alessandro Monti, già Professore Università di Camerino e Matthias Quast, Presidente Associazione “Amphiteatrum”; Gli interventi compiuti e le opportunità di un cantiere-scuola a cura di Bruno Gori, Architetto.
La ripresa dei lavori è prevista alle ore 15 con Casi emblematici e una proposta a cura di Marco Tonelli, Critico d’Arte; Recupero e riuso dell’area: opportunità e sostegni finanziari a cura di Carlo Deodato, Capo di Gabinetto del Ministro per gli Affari Europei e Antonio Bartolini, Assessore Regione Umbria; La prevenzione del rischio sismico a cura di Umberto Moscato, Professore Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma. Seguirà dibattito. Le conclusioni, previste intorno alle ore 17.30, sono affidate al Sindaco di Spoleto, Umberto De Augustinis.
Il convegno è organizzato dal Comune di Spoleto.
La manifestazione fondata dal M° Gian Carlo Menotti e oggi diretta da Giorgio Ferrara giunge alla sua 62° edizione.
Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
PROGRAMMA 2019 DISPONIBILE SUL SITO UFFICIALE DEL FESTIVAL: www.festivaldispoleto.com
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Il promo del 62° Festival dei Due Mondi:
La manifestazione fondata dal M° Gian Carlo Menotti e oggi diretta da Giorgio Ferrara giunge alla sua 62° edizione.
Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
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Il promo del 62° Festival dei Due Mondi:
La manifestazione fondata dal M° Gian Carlo Menotti e oggi diretta da Giorgio Ferrara giunge alla sua 62° edizione.
Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
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Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
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Il promo del 62° Festival dei Due Mondi:
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Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
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Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
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Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
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*al costo della tariffa urbana
biglietteria@festivaldispoleto.com
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– Via Filitteria, 1
– Piazza della Vittoria, 25
Il promo del 62° Festival dei Due Mondi:
La manifestazione fondata dal M° Gian Carlo Menotti e oggi diretta da Giorgio Ferrara giunge alla sua 62° edizione.
Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
PROGRAMMA 2019 DISPONIBILE SUL SITO UFFICIALE DEL FESTIVAL: www.festivaldispoleto.com
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Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
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Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
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Il promo del 62° Festival dei Due Mondi:
La manifestazione fondata dal M° Gian Carlo Menotti e oggi diretta da Giorgio Ferrara giunge alla sua 62° edizione.
Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 Spoleto si trasformerà come ogni anno in un grande palcoscenico, ospitando spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e incontri con artisti di fama internazionale.
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Il promo del 62° Festival dei Due Mondi:
La manifestazione fondata dal M° Gian Carlo Menotti e oggi diretta da Giorgio Ferrara giunge alla sua 63a edizione.
Inizialmente prevista nel consueto periodo (fine giugno-inizio luglio), a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 la rassegna è stata spostata ai weekend 20-23 agosto e 27-30 agosto.
Saranno quindi otto i giorni di programmazione (20-23 e 27-30 agosto 2020) e altrettanti gli spettacoli che si terranno al Teatro Romano e a Piazza Duomo, per una capienza massima, rispettivamente, di 250 e 400 posti.
La prima del 63° Festival dei Due Mondi si terrà giovedì 20 agosto (ore 20.30) in Piazza Duomo, con ORFEO di Claudio Monteverdi e l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone. Regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi.
Venerdì 21 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) è in programma lo spettacolo-concerto I MESSAGGERI per la regia di Emma Dante. Canti e musica dei Fratelli Mancuso.
Sabato 22 agosto in Piazza Duomo spazio al teatro musicale di Silvia Colasanti con ARIANNA, FEDRA, DIDONE, tre monodrammi per Attrice, Coro femminile e Orchestra su testo tratto dalle Epistulae Heroidum di Ovidio. L’Orchestra Giovanile Italiana sarà diretta da Roberto Abbado, mentre l’International Opera Choir sarà affidato al maestro Gea Garatti.
Il primo weekend si concluderà domenica 23 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) con il concerto della giovane pianista Beatrice Rana, Premio Abbiati come miglior solista nel 2016.
Giovedì 27 agosto, sempre al Teatro Romano con inizio previsto alle ore 20.30, si terrà MARIA CALLAS. LETTERE E MEMORIE con Monica Bellucci. Testi e regia di Tom Volf.
Venerdì 28 agosto in Piazza Duomo (ore 20.30) la Fondazione Carlo Felice di Genova presenta il concerto in forma scenica LE CREATURE DI PROMETEO | LE CREATURE DI CAPUCCI (musica di Ludwig van Beethoven e costumi originali di Roberto Capucci), con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretta da Andrea Battistoni.
Sabato 29 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) Luca Zingaretti legge LA SIRENA, dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Come annunciato il concerto di chiusura del 63° Festival dei Due Mondi, in programma domenica 30 agosto, sarà affidato a Riccardo Muti che, in Piazza Duomo, dirigerà l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
Per informazioni e approfondimenti: www.festivaldispoleto.com
I biglietti saranno in vendita solo online a partire dal 10 luglio 2020.
Il promo del 62° Festival dei Due Mondi:
La manifestazione fondata dal M° Gian Carlo Menotti e oggi diretta da Giorgio Ferrara giunge alla sua 63a edizione.
Inizialmente prevista nel consueto periodo (fine giugno-inizio luglio), a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 la rassegna è stata spostata ai weekend 20-23 agosto e 27-30 agosto.
Saranno quindi otto i giorni di programmazione (20-23 e 27-30 agosto 2020) e altrettanti gli spettacoli che si terranno al Teatro Romano e a Piazza Duomo, per una capienza massima, rispettivamente, di 250 e 400 posti.
La prima del 63° Festival dei Due Mondi si terrà giovedì 20 agosto (ore 20.30) in Piazza Duomo, con ORFEO di Claudio Monteverdi e l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone. Regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi.
Venerdì 21 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) è in programma lo spettacolo-concerto I MESSAGGERI per la regia di Emma Dante. Canti e musica dei Fratelli Mancuso.
Sabato 22 agosto in Piazza Duomo spazio al teatro musicale di Silvia Colasanti con ARIANNA, FEDRA, DIDONE, tre monodrammi per Attrice, Coro femminile e Orchestra su testo tratto dalle Epistulae Heroidum di Ovidio. L’Orchestra Giovanile Italiana sarà diretta da Roberto Abbado, mentre l’International Opera Choir sarà affidato al maestro Gea Garatti.
Il primo weekend si concluderà domenica 23 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) con il concerto della giovane pianista Beatrice Rana, Premio Abbiati come miglior solista nel 2016.
Giovedì 27 agosto, sempre al Teatro Romano con inizio previsto alle ore 20.30, si terrà MARIA CALLAS. LETTERE E MEMORIE con Monica Bellucci. Testi e regia di Tom Volf.
Venerdì 28 agosto in Piazza Duomo (ore 20.30) la Fondazione Carlo Felice di Genova presenta il concerto in forma scenica LE CREATURE DI PROMETEO | LE CREATURE DI CAPUCCI (musica di Ludwig van Beethoven e costumi originali di Roberto Capucci), con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretta da Andrea Battistoni.
Sabato 29 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) Luca Zingaretti legge LA SIRENA, dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Come annunciato il concerto di chiusura del 63° Festival dei Due Mondi, in programma domenica 30 agosto, sarà affidato a Riccardo Muti che, in Piazza Duomo, dirigerà l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
Per informazioni e approfondimenti: www.festivaldispoleto.com
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Il promo del 62° Festival dei Due Mondi:
La manifestazione fondata dal M° Gian Carlo Menotti e oggi diretta da Giorgio Ferrara giunge alla sua 63a edizione.
Inizialmente prevista nel consueto periodo (fine giugno-inizio luglio), a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 la rassegna è stata spostata ai weekend 20-23 agosto e 27-30 agosto.
Saranno quindi otto i giorni di programmazione (20-23 e 27-30 agosto 2020) e altrettanti gli spettacoli che si terranno al Teatro Romano e a Piazza Duomo, per una capienza massima, rispettivamente, di 250 e 400 posti.
La prima del 63° Festival dei Due Mondi si terrà giovedì 20 agosto (ore 20.30) in Piazza Duomo, con ORFEO di Claudio Monteverdi e l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone. Regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi.
Venerdì 21 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) è in programma lo spettacolo-concerto I MESSAGGERI per la regia di Emma Dante. Canti e musica dei Fratelli Mancuso.
Sabato 22 agosto in Piazza Duomo spazio al teatro musicale di Silvia Colasanti con ARIANNA, FEDRA, DIDONE, tre monodrammi per Attrice, Coro femminile e Orchestra su testo tratto dalle Epistulae Heroidum di Ovidio. L’Orchestra Giovanile Italiana sarà diretta da Roberto Abbado, mentre l’International Opera Choir sarà affidato al maestro Gea Garatti.
Il primo weekend si concluderà domenica 23 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) con il concerto della giovane pianista Beatrice Rana, Premio Abbiati come miglior solista nel 2016.
Giovedì 27 agosto, sempre al Teatro Romano con inizio previsto alle ore 20.30, si terrà MARIA CALLAS. LETTERE E MEMORIE con Monica Bellucci. Testi e regia di Tom Volf.
Venerdì 28 agosto in Piazza Duomo (ore 20.30) la Fondazione Carlo Felice di Genova presenta il concerto in forma scenica LE CREATURE DI PROMETEO | LE CREATURE DI CAPUCCI (musica di Ludwig van Beethoven e costumi originali di Roberto Capucci), con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretta da Andrea Battistoni.
Sabato 29 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) Luca Zingaretti legge LA SIRENA, dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
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La manifestazione fondata dal M° Gian Carlo Menotti e oggi diretta da Giorgio Ferrara giunge alla sua 63a edizione.
Inizialmente prevista nel consueto periodo (fine giugno-inizio luglio), a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 la rassegna è stata spostata ai weekend 20-23 agosto e 27-30 agosto.
Saranno quindi otto i giorni di programmazione (20-23 e 27-30 agosto 2020) e altrettanti gli spettacoli che si terranno al Teatro Romano e a Piazza Duomo, per una capienza massima, rispettivamente, di 250 e 400 posti.
La prima del 63° Festival dei Due Mondi si terrà giovedì 20 agosto (ore 20.30) in Piazza Duomo, con ORFEO di Claudio Monteverdi e l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone. Regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi.
Venerdì 21 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) è in programma lo spettacolo-concerto I MESSAGGERI per la regia di Emma Dante. Canti e musica dei Fratelli Mancuso.
Sabato 22 agosto in Piazza Duomo spazio al teatro musicale di Silvia Colasanti con ARIANNA, FEDRA, DIDONE, tre monodrammi per Attrice, Coro femminile e Orchestra su testo tratto dalle Epistulae Heroidum di Ovidio. L’Orchestra Giovanile Italiana sarà diretta da Roberto Abbado, mentre l’International Opera Choir sarà affidato al maestro Gea Garatti.
Il primo weekend si concluderà domenica 23 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) con il concerto della giovane pianista Beatrice Rana, Premio Abbiati come miglior solista nel 2016.
Giovedì 27 agosto, sempre al Teatro Romano con inizio previsto alle ore 20.30, si terrà MARIA CALLAS. LETTERE E MEMORIE con Monica Bellucci. Testi e regia di Tom Volf.
Venerdì 28 agosto in Piazza Duomo (ore 20.30) la Fondazione Carlo Felice di Genova presenta il concerto in forma scenica LE CREATURE DI PROMETEO | LE CREATURE DI CAPUCCI (musica di Ludwig van Beethoven e costumi originali di Roberto Capucci), con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretta da Andrea Battistoni.
Sabato 29 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) Luca Zingaretti legge LA SIRENA, dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
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Inizialmente prevista nel consueto periodo (fine giugno-inizio luglio), a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 la rassegna è stata spostata ai weekend 20-23 agosto e 27-30 agosto.
Saranno quindi otto i giorni di programmazione (20-23 e 27-30 agosto 2020) e altrettanti gli spettacoli che si terranno al Teatro Romano e a Piazza Duomo, per una capienza massima, rispettivamente, di 250 e 400 posti.
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Venerdì 21 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) è in programma lo spettacolo-concerto I MESSAGGERI per la regia di Emma Dante. Canti e musica dei Fratelli Mancuso.
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Sabato 29 agosto al Teatro Romano (ore 20.30) Luca Zingaretti legge LA SIRENA, dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
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La LXIX Settimana di Studi sull’Alto Medioevo, organizzata dal CISAM, si terrà dal 21 al 27 aprile 2022 presso l’Albornoz Palace Hotel e avrà come oggetto I Franchi.
La cerimonia inaugurale avrà luogo il 21 aprile alle ore 10.30 presso il Teatro Caio Melisso – Spazio Carla Fendi e prevede la prolusione della Prof.ssa Rosamond McKitterick dell’Università di Cambridge. La cittadinanza è invitata a partecipare.
La Fondazione Centro italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, oltre alla pubblicazione di volumi sul medioevo, rappresenta un solido punto di riferimento nella ricerca medievistica mondiale e, attraverso la Settimana di Studi, fornisce un’occasione di incontro e di dibattito scientifico di altissimo livello.
Scarica il programma della LXIX Settimana di Studi sull’Alto Medioevo
Per informazioni sulla Settimana di Studi e su come partecipare:
Fondazione CISAM
Palazzo Arroni, via dell’Arringo – Spoleto
Tel. 0743 225630 – Fax 0743 49902
cisam@cisam.org – www.cisam.org
La LXIX Settimana di Studi sull’Alto Medioevo, organizzata dal CISAM, si terrà dal 21 al 27 aprile 2022 presso l’Albornoz Palace Hotel e avrà come oggetto I Franchi.
La cerimonia inaugurale avrà luogo il 21 aprile alle ore 10.30 presso il Teatro Caio Melisso – Spazio Carla Fendi e prevede la prolusione della Prof.ssa Rosamond McKitterick dell’Università di Cambridge. La cittadinanza è invitata a partecipare.
La Fondazione Centro italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, oltre alla pubblicazione di volumi sul medioevo, rappresenta un solido punto di riferimento nella ricerca medievistica mondiale e, attraverso la Settimana di Studi, fornisce un’occasione di incontro e di dibattito scientifico di altissimo livello.
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La LXIX Settimana di Studi sull’Alto Medioevo, organizzata dal CISAM, si terrà dal 21 al 27 aprile 2022 presso l’Albornoz Palace Hotel e avrà come oggetto I Franchi.
La cerimonia inaugurale avrà luogo il 21 aprile alle ore 10.30 presso il Teatro Caio Melisso – Spazio Carla Fendi e prevede la prolusione della Prof.ssa Rosamond McKitterick dell’Università di Cambridge. La cittadinanza è invitata a partecipare.
La Fondazione Centro italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, oltre alla pubblicazione di volumi sul medioevo, rappresenta un solido punto di riferimento nella ricerca medievistica mondiale e, attraverso la Settimana di Studi, fornisce un’occasione di incontro e di dibattito scientifico di altissimo livello.
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Per informazioni sulla Settimana di Studi e su come partecipare:
Fondazione CISAM
Palazzo Arroni, via dell’Arringo – Spoleto
Tel. 0743 225630 – Fax 0743 49902
cisam@cisam.org – www.cisam.org
La LXX Settimana di Studi sull’Alto Medioevo, organizzata dal CISAM, si terrà dal 13 al 19 aprile 2023 presso il Teatro Caio Melisso e avrà come oggetto Il tempo nell’alto medioevo.
Nel 2005 un articolo di Jean-Claude Schmitt (“Cahiers de Civilisation Médiévale”, 48, pp. 31-52) definiva il Tempo come “l’impensé de l’histoire”. Se è riconosciuto che, come scriveva Marc Bloch, la Storia è «la science des hommes dans le temps», sembra che in realtà le concezioni del Tempo e le loro manifestazioni nell’alto medioevo non abbiano mai costituito l’oggetto specifico di un incontro di studi o di una sintesi dell’ampiezza necessaria. Il bel congresso del Mittellateiner Komitee tenuto a Lione nel 2014 (con atti pubblicati nel 2017) era programmaticamente centrato su testi letterari, storici e filosofici nella sola lingua latina e relativi a tutto il periodo medievale, dedicando relativamente poco spazio ai primi secoli, mentre l’argomento del convegno CISAM di Roma-Subiaco 2017 era limitato alle comunità monastiche. Nonostante i fondamentali capitoli su alcuni secoli medievali (solitamente gli ultimi) in saggi di Ariès, von den Steinen, Gurevič, Le Goff, Martin, Baschet, Pomian, e gli articoli di Wolff e tanti altri, è forse solo con Arno Borst che il tempo e le sue definizioni e misurazioni nel Medioevo sono diventati argomento centrale di studi di ampio respiro fondati su una gigantesca base documentale anche sul piano della conoscenza astronomica, della tecnica computistica e dei suoi riflessi sociali e scientifici. È dunque da questo ancoraggio sicuro, e insieme dalla nuova idea di tempo come scansione ritmica introdotta proprio da Schmitt negli ultimi anni, che possiamo partire per comprendere con un raggio di osservazione il più esteso possibile la fenomenologia del tempo nell’alto medioevo. Per cogliere il “sentimento” del tempo di un’epoca diventano infatti fondamentali anche le analisi delle famiglie semantiche che lo rappresentano nelle diverse lingue medievali e il confronto con le concezioni di civiltà europee ed extraeuropee (comprese Bisanzio, l’Islam, l’Ebraismo) in contatto osmotico con l’Occidente, le percezioni che emergono dalle risultanze archeologiche e le rappresentazioni di mesi e stagioni nelle opere d’arte, l’“outillage mental” con cui gli uomini e le donne dell’Alto Medioevo definiscono e usano questa categoria, le articolazioni del tempo quotidiano, alimentare come giuridico e liturgico, le espressioni del tempo nei trattati grammaticali e nelle teorie e pratiche musicali, perfino nelle alternanze ritmiche delle scritture dei codici.
Su tutto questo la LXX Settimana CISAM del 2023 propone a trentacinque studiosi internazionali di presentare e discutere lezioni nelle aree di loro competenza, per confrontare opinioni consolidate e nuove acquisizioni, interpretazioni classiche e ipotesi recenti, coinvolgendo il più ampio numero possibile di testimonianze, discipline e civiltà altomedievali per avvicinarci così, in una eucronia nei limiti del possibile senza anacronismi, a una conoscenza più profonda possibile del tempo altomedievale.
La Fondazione Centro italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, oltre alla pubblicazione di volumi sul medioevo, rappresenta un solido punto di riferimento nella ricerca medievistica mondiale e, attraverso la Settimana di Studi, fornisce un’occasione di incontro e di dibattito scientifico di altissimo livello.
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cisam@cisam.org – www.cisam.org
La LXX Settimana di Studi sull’Alto Medioevo, organizzata dal CISAM, si terrà dal 13 al 19 aprile 2023 presso il Teatro Caio Melisso e avrà come oggetto Il tempo nell’alto medioevo.
Nel 2005 un articolo di Jean-Claude Schmitt (“Cahiers de Civilisation Médiévale”, 48, pp. 31-52) definiva il Tempo come “l’impensé de l’histoire”. Se è riconosciuto che, come scriveva Marc Bloch, la Storia è «la science des hommes dans le temps», sembra che in realtà le concezioni del Tempo e le loro manifestazioni nell’alto medioevo non abbiano mai costituito l’oggetto specifico di un incontro di studi o di una sintesi dell’ampiezza necessaria. Il bel congresso del Mittellateiner Komitee tenuto a Lione nel 2014 (con atti pubblicati nel 2017) era programmaticamente centrato su testi letterari, storici e filosofici nella sola lingua latina e relativi a tutto il periodo medievale, dedicando relativamente poco spazio ai primi secoli, mentre l’argomento del convegno CISAM di Roma-Subiaco 2017 era limitato alle comunità monastiche. Nonostante i fondamentali capitoli su alcuni secoli medievali (solitamente gli ultimi) in saggi di Ariès, von den Steinen, Gurevič, Le Goff, Martin, Baschet, Pomian, e gli articoli di Wolff e tanti altri, è forse solo con Arno Borst che il tempo e le sue definizioni e misurazioni nel Medioevo sono diventati argomento centrale di studi di ampio respiro fondati su una gigantesca base documentale anche sul piano della conoscenza astronomica, della tecnica computistica e dei suoi riflessi sociali e scientifici. È dunque da questo ancoraggio sicuro, e insieme dalla nuova idea di tempo come scansione ritmica introdotta proprio da Schmitt negli ultimi anni, che possiamo partire per comprendere con un raggio di osservazione il più esteso possibile la fenomenologia del tempo nell’alto medioevo. Per cogliere il “sentimento” del tempo di un’epoca diventano infatti fondamentali anche le analisi delle famiglie semantiche che lo rappresentano nelle diverse lingue medievali e il confronto con le concezioni di civiltà europee ed extraeuropee (comprese Bisanzio, l’Islam, l’Ebraismo) in contatto osmotico con l’Occidente, le percezioni che emergono dalle risultanze archeologiche e le rappresentazioni di mesi e stagioni nelle opere d’arte, l’“outillage mental” con cui gli uomini e le donne dell’Alto Medioevo definiscono e usano questa categoria, le articolazioni del tempo quotidiano, alimentare come giuridico e liturgico, le espressioni del tempo nei trattati grammaticali e nelle teorie e pratiche musicali, perfino nelle alternanze ritmiche delle scritture dei codici.
Su tutto questo la LXX Settimana CISAM del 2023 propone a trentacinque studiosi internazionali di presentare e discutere lezioni nelle aree di loro competenza, per confrontare opinioni consolidate e nuove acquisizioni, interpretazioni classiche e ipotesi recenti, coinvolgendo il più ampio numero possibile di testimonianze, discipline e civiltà altomedievali per avvicinarci così, in una eucronia nei limiti del possibile senza anacronismi, a una conoscenza più profonda possibile del tempo altomedievale.
La Fondazione Centro italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, oltre alla pubblicazione di volumi sul medioevo, rappresenta un solido punto di riferimento nella ricerca medievistica mondiale e, attraverso la Settimana di Studi, fornisce un’occasione di incontro e di dibattito scientifico di altissimo livello.
Scarica il programma della LXX Settimana di Studi sull’Alto Medioevo
Per informazioni sulla Settimana di Studi e su come partecipare:
Fondazione CISAM
Palazzo Arroni, via dell’Arringo – Spoleto
Tel. 0743 225630 – Fax 0743 49902
cisam@cisam.org – www.cisam.org
La LXX Settimana di Studi sull’Alto Medioevo, organizzata dal CISAM, si terrà dal 13 al 19 aprile 2023 presso il Teatro Caio Melisso e avrà come oggetto Il tempo nell’alto medioevo.
Nel 2005 un articolo di Jean-Claude Schmitt (“Cahiers de Civilisation Médiévale”, 48, pp. 31-52) definiva il Tempo come “l’impensé de l’histoire”. Se è riconosciuto che, come scriveva Marc Bloch, la Storia è «la science des hommes dans le temps», sembra che in realtà le concezioni del Tempo e le loro manifestazioni nell’alto medioevo non abbiano mai costituito l’oggetto specifico di un incontro di studi o di una sintesi dell’ampiezza necessaria. Il bel congresso del Mittellateiner Komitee tenuto a Lione nel 2014 (con atti pubblicati nel 2017) era programmaticamente centrato su testi letterari, storici e filosofici nella sola lingua latina e relativi a tutto il periodo medievale, dedicando relativamente poco spazio ai primi secoli, mentre l’argomento del convegno CISAM di Roma-Subiaco 2017 era limitato alle comunità monastiche. Nonostante i fondamentali capitoli su alcuni secoli medievali (solitamente gli ultimi) in saggi di Ariès, von den Steinen, Gurevič, Le Goff, Martin, Baschet, Pomian, e gli articoli di Wolff e tanti altri, è forse solo con Arno Borst che il tempo e le sue definizioni e misurazioni nel Medioevo sono diventati argomento centrale di studi di ampio respiro fondati su una gigantesca base documentale anche sul piano della conoscenza astronomica, della tecnica computistica e dei suoi riflessi sociali e scientifici. È dunque da questo ancoraggio sicuro, e insieme dalla nuova idea di tempo come scansione ritmica introdotta proprio da Schmitt negli ultimi anni, che possiamo partire per comprendere con un raggio di osservazione il più esteso possibile la fenomenologia del tempo nell’alto medioevo. Per cogliere il “sentimento” del tempo di un’epoca diventano infatti fondamentali anche le analisi delle famiglie semantiche che lo rappresentano nelle diverse lingue medievali e il confronto con le concezioni di civiltà europee ed extraeuropee (comprese Bisanzio, l’Islam, l’Ebraismo) in contatto osmotico con l’Occidente, le percezioni che emergono dalle risultanze archeologiche e le rappresentazioni di mesi e stagioni nelle opere d’arte, l’“outillage mental” con cui gli uomini e le donne dell’Alto Medioevo definiscono e usano questa categoria, le articolazioni del tempo quotidiano, alimentare come giuridico e liturgico, le espressioni del tempo nei trattati grammaticali e nelle teorie e pratiche musicali, perfino nelle alternanze ritmiche delle scritture dei codici.
Su tutto questo la LXX Settimana CISAM del 2023 propone a trentacinque studiosi internazionali di presentare e discutere lezioni nelle aree di loro competenza, per confrontare opinioni consolidate e nuove acquisizioni, interpretazioni classiche e ipotesi recenti, coinvolgendo il più ampio numero possibile di testimonianze, discipline e civiltà altomedievali per avvicinarci così, in una eucronia nei limiti del possibile senza anacronismi, a una conoscenza più profonda possibile del tempo altomedievale.
La Fondazione Centro italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, oltre alla pubblicazione di volumi sul medioevo, rappresenta un solido punto di riferimento nella ricerca medievistica mondiale e, attraverso la Settimana di Studi, fornisce un’occasione di incontro e di dibattito scientifico di altissimo livello.
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Nel 2005 un articolo di Jean-Claude Schmitt (“Cahiers de Civilisation Médiévale”, 48, pp. 31-52) definiva il Tempo come “l’impensé de l’histoire”. Se è riconosciuto che, come scriveva Marc Bloch, la Storia è «la science des hommes dans le temps», sembra che in realtà le concezioni del Tempo e le loro manifestazioni nell’alto medioevo non abbiano mai costituito l’oggetto specifico di un incontro di studi o di una sintesi dell’ampiezza necessaria. Il bel congresso del Mittellateiner Komitee tenuto a Lione nel 2014 (con atti pubblicati nel 2017) era programmaticamente centrato su testi letterari, storici e filosofici nella sola lingua latina e relativi a tutto il periodo medievale, dedicando relativamente poco spazio ai primi secoli, mentre l’argomento del convegno CISAM di Roma-Subiaco 2017 era limitato alle comunità monastiche. Nonostante i fondamentali capitoli su alcuni secoli medievali (solitamente gli ultimi) in saggi di Ariès, von den Steinen, Gurevič, Le Goff, Martin, Baschet, Pomian, e gli articoli di Wolff e tanti altri, è forse solo con Arno Borst che il tempo e le sue definizioni e misurazioni nel Medioevo sono diventati argomento centrale di studi di ampio respiro fondati su una gigantesca base documentale anche sul piano della conoscenza astronomica, della tecnica computistica e dei suoi riflessi sociali e scientifici. È dunque da questo ancoraggio sicuro, e insieme dalla nuova idea di tempo come scansione ritmica introdotta proprio da Schmitt negli ultimi anni, che possiamo partire per comprendere con un raggio di osservazione il più esteso possibile la fenomenologia del tempo nell’alto medioevo. Per cogliere il “sentimento” del tempo di un’epoca diventano infatti fondamentali anche le analisi delle famiglie semantiche che lo rappresentano nelle diverse lingue medievali e il confronto con le concezioni di civiltà europee ed extraeuropee (comprese Bisanzio, l’Islam, l’Ebraismo) in contatto osmotico con l’Occidente, le percezioni che emergono dalle risultanze archeologiche e le rappresentazioni di mesi e stagioni nelle opere d’arte, l’“outillage mental” con cui gli uomini e le donne dell’Alto Medioevo definiscono e usano questa categoria, le articolazioni del tempo quotidiano, alimentare come giuridico e liturgico, le espressioni del tempo nei trattati grammaticali e nelle teorie e pratiche musicali, perfino nelle alternanze ritmiche delle scritture dei codici.
Su tutto questo la LXX Settimana CISAM del 2023 propone a trentacinque studiosi internazionali di presentare e discutere lezioni nelle aree di loro competenza, per confrontare opinioni consolidate e nuove acquisizioni, interpretazioni classiche e ipotesi recenti, coinvolgendo il più ampio numero possibile di testimonianze, discipline e civiltà altomedievali per avvicinarci così, in una eucronia nei limiti del possibile senza anacronismi, a una conoscenza più profonda possibile del tempo altomedievale.
La Fondazione Centro italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, oltre alla pubblicazione di volumi sul medioevo, rappresenta un solido punto di riferimento nella ricerca medievistica mondiale e, attraverso la Settimana di Studi, fornisce un’occasione di incontro e di dibattito scientifico di altissimo livello.
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Su tutto questo la LXX Settimana CISAM del 2023 propone a trentacinque studiosi internazionali di presentare e discutere lezioni nelle aree di loro competenza, per confrontare opinioni consolidate e nuove acquisizioni, interpretazioni classiche e ipotesi recenti, coinvolgendo il più ampio numero possibile di testimonianze, discipline e civiltà altomedievali per avvicinarci così, in una eucronia nei limiti del possibile senza anacronismi, a una conoscenza più profonda possibile del tempo altomedievale.
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Nel 2005 un articolo di Jean-Claude Schmitt (“Cahiers de Civilisation Médiévale”, 48, pp. 31-52) definiva il Tempo come “l’impensé de l’histoire”. Se è riconosciuto che, come scriveva Marc Bloch, la Storia è «la science des hommes dans le temps», sembra che in realtà le concezioni del Tempo e le loro manifestazioni nell’alto medioevo non abbiano mai costituito l’oggetto specifico di un incontro di studi o di una sintesi dell’ampiezza necessaria. Il bel congresso del Mittellateiner Komitee tenuto a Lione nel 2014 (con atti pubblicati nel 2017) era programmaticamente centrato su testi letterari, storici e filosofici nella sola lingua latina e relativi a tutto il periodo medievale, dedicando relativamente poco spazio ai primi secoli, mentre l’argomento del convegno CISAM di Roma-Subiaco 2017 era limitato alle comunità monastiche. Nonostante i fondamentali capitoli su alcuni secoli medievali (solitamente gli ultimi) in saggi di Ariès, von den Steinen, Gurevič, Le Goff, Martin, Baschet, Pomian, e gli articoli di Wolff e tanti altri, è forse solo con Arno Borst che il tempo e le sue definizioni e misurazioni nel Medioevo sono diventati argomento centrale di studi di ampio respiro fondati su una gigantesca base documentale anche sul piano della conoscenza astronomica, della tecnica computistica e dei suoi riflessi sociali e scientifici. È dunque da questo ancoraggio sicuro, e insieme dalla nuova idea di tempo come scansione ritmica introdotta proprio da Schmitt negli ultimi anni, che possiamo partire per comprendere con un raggio di osservazione il più esteso possibile la fenomenologia del tempo nell’alto medioevo. Per cogliere il “sentimento” del tempo di un’epoca diventano infatti fondamentali anche le analisi delle famiglie semantiche che lo rappresentano nelle diverse lingue medievali e il confronto con le concezioni di civiltà europee ed extraeuropee (comprese Bisanzio, l’Islam, l’Ebraismo) in contatto osmotico con l’Occidente, le percezioni che emergono dalle risultanze archeologiche e le rappresentazioni di mesi e stagioni nelle opere d’arte, l’“outillage mental” con cui gli uomini e le donne dell’Alto Medioevo definiscono e usano questa categoria, le articolazioni del tempo quotidiano, alimentare come giuridico e liturgico, le espressioni del tempo nei trattati grammaticali e nelle teorie e pratiche musicali, perfino nelle alternanze ritmiche delle scritture dei codici.
Su tutto questo la LXX Settimana CISAM del 2023 propone a trentacinque studiosi internazionali di presentare e discutere lezioni nelle aree di loro competenza, per confrontare opinioni consolidate e nuove acquisizioni, interpretazioni classiche e ipotesi recenti, coinvolgendo il più ampio numero possibile di testimonianze, discipline e civiltà altomedievali per avvicinarci così, in una eucronia nei limiti del possibile senza anacronismi, a una conoscenza più profonda possibile del tempo altomedievale.
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Su tutto questo la LXX Settimana CISAM del 2023 propone a trentacinque studiosi internazionali di presentare e discutere lezioni nelle aree di loro competenza, per confrontare opinioni consolidate e nuove acquisizioni, interpretazioni classiche e ipotesi recenti, coinvolgendo il più ampio numero possibile di testimonianze, discipline e civiltà altomedievali per avvicinarci così, in una eucronia nei limiti del possibile senza anacronismi, a una conoscenza più profonda possibile del tempo altomedievale.
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