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PER NON DIMENTICARE… La Grande Guerra in Valnerina e nello Spoletino – Mostra documentaria @ Archivio di Stato - Sez. Spoleto
Ott 14–Dic 31 giorno intero
<!--:it-->PER NON DIMENTICARE... La Grande Guerra in Valnerina e nello Spoletino - Mostra documentaria<!--:--> @ Archivio di Stato - Sez. Spoleto | Spoleto | Umbria | Italia

La sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto, nell’ambito dell’iniziativa Domeniche di Carta, ospita la mostra documentaria PER NON DIMENTICARE… La Grande Guerra in Valnerina e nello Spoletino.

La mostra, che rimarrà aperta fino al 31 dicembre 2018 per consentire la visita alle scuole e articolata in quattro sezioni (fronte interno, fronte di guerra, monumenti e Caduti), è legata alle celebrazioni del Centenario del conflitto. L’esposizione ha come filo conduttore i documenti dell’archivio storico dei Comuni di Spoleto, Sellano, Norcia e Preci ed evidenzia come la Valnerina e lo Spoletino, seppur lontani dalla linea del fronte, hanno partecipato direttamente al conflitto con l’invio di uomini, mezzi e risorse.

All’interno della mostra sono ricordati i Caduti e i dispersi sui campi di battaglia e sono evidenziate le emergenze sociali che i Comuni si trovarono ad affrontare in quei giorni drammatici: le difficoltà di approvvigionamento alimentare; la crisi economica; l’emergenza dei profughi provenienti dal Trentino e dal Friuli Venezia Giulia dopo la rotta di Caporetto; la presenza di prigionieri austro-ungarici utilizzati per lo svolgimento dei lavori agricoli più pesanti, le sofferenze degli orfani di guerra.

L’allestimento è arricchito dall’esposizione di ‘memorie di famiglia’ di provenienza locale che sono preziose rarità poiché le medaglie al valore, i cimeli, le fotografie, i diari, le lettere consentono di intrecciare le storie individuali con gli eventi nazionali e le vicende socio.economico della Valnerina e di Spoleto nei primi anni del Novecento.

All’organizzazione della mostra ha collaborato anche il consorzio BIM Cascia che attraverso un progetto pluriennale da anni sta cercando di recuperare la memoria storica di questo particolare periodo storico coinvolgendo le famiglie e le scuole del territorio. Il BIM ha creato anche un ‘archivio virtuale’ visibile sul sito www.pernondimenticarelagrandeguerra.it nel quale stanno confluendo le ricerche storiche, le memorie di famiglia, la documentazione delle varie iniziative e le pubblicazioni realizzate in questi anni.

Oltre a ciò, gli eventi del Centenario della Grande Guerra organizzati dalla sezione di Archivio di Stato di Spoleto e dal Consorzio BIM – Cascia, prevedono anche la presentazione di una pubblicazione specifica il 7 dicembre 2018 con la partecipazione di Egildo Spada, presidente del BIM, Luigi Rambotti, direttore dell’Archivio di Stato di Perugia e di altre autorità, docenti universitari ed esperti del Primo conflitto mondiale.

Dic
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Sab
PICASSO. RITRATTO INTIMO | Foto di Edward Quinn @ Palazzo Bufalini
Dic 15 2018–Mar 31 2019 giorno intero
<!--:it-->PICASSO. RITRATTO INTIMO | Foto di Edward Quinn<!--:--><!--:en-->PICASSO. INTIMATE PORTRAIT | Photos by Edward Quinn<!--:--> @ Palazzo Bufalini

PICASSO. RITRATTO INTIMO
Foto di Edward Quinn

15 dicembre 2018 – 31 marzo 2019
MAG Palazzo Bufalini Piazza Duomo Spoleto

In occasione del quarantacinquesimo anniversario della morte, e in concomitanza a numerose mostre in tutto in mondo a lui dedicate, anche Spoleto celebra il genio dell’artista spagnolo con l’esposizione PICASSO RITRATTO INTIMO Foto di Edward Quinn, presentando una corposa serie di scatti, alcuni inediti, realizzati da Edward Quinn (Dublino 1920 – Svizzera 1997), il fotoreporter che seguì Picasso (1881 – 1973) in Costa Azzurra e lo ritrasse, con il suo permesso, per vent’anni circa.

Dal 15 dicembre 2018 al 31 marzo 2019, presso la sede del MAG MetaMorfosi Art Gallery di Palazzo Bufalini a Piazza Duomo, un’ottantina di foto (due i formati in mostra 40×50 e 30×40 cm) raccontano un Picasso assolutamente privato: fra le sue donne, amanti e amiche, fra i suoi figli, frutto di molte passioni nel corso degli anni, fra i tanti amici e conoscenti che popolavano le sue tele così come le tavolate imbandite e le spiagge davanti al mare. Ben 26 fra queste foto sono inedite e mai stampate prima. Le foto provengono dell’Archivio Quinn, Zurigo, e sono state selezionate dal curatore della mostra, Wolfgang Frei, nipote del fotografo.

La mostra, prodotta e organizzata da MetaMorfosi con il patrocinio del Comune di Spoleto, è il frutto dell’amicizia particolare che legò Picasso a Edward Quinn, come spiega il nipote ricostruendo il loro primo incontro avvenuto in Costa Azzurra: «“Lui, il ne me dérange pas”, (“non mi disturba”) racconta Picasso dopo che il 23 marzo 1953 lo aveva fotografato per la prima volta durante il suo lavoro. Così Quinn divenne uno dei pochi fotografi a cui fu permesso di fotografarlo durante il lavoro e che era accettato nella sua vita privata».

Nato nel 1920, Quinn alla fine degli anni ‘40 si trasferisce a Monaco. Probabilmente non c’è mai stato un luogo come la Costa Azzurra degli anni ‘50 e ‘60 dove così tante stelle, politici e artisti, hanno vissuto o passavano le vacanze. Una delle personalità che si stabilirono in Costa Azzurra fu Picasso: già da allora era una star. Quinn riuscì nel ‘51 a scattare le sue prime foto di Picasso con i due figli. Le foto piacquero all’artista che acconsentì alla richiesta di ulteriori scatti. Due anni dopo si svolse il primo servizio fotografico con Picasso che lavorava la ceramica. Quinn non apparteneva alla razza dei paparazzi insistenti, come i fotografi delle celebrità della stampa scandalistica. In questo era troppo un gentleman irlandese. Divenne presto amico di Picasso, come mostra la dedica del 1954 sulla linoleografia “Toros en Vallauris”: “Para el amigo Quinn – el buen fotógrafo”.

«Anche se Quinn – racconta ancora Frei – era un caro amico non era quasi mai possibile fissare con lui per tempo un appuntamento. Spesso Picasso dava l’ordine di non essere disturbato. Quasi tutte le visite erano impreviste e improvvisate. Questo però era in linea col modo di lavorare di Quinn: i suoi scatti non avevano infatti bisogno di lunghi preparativi tecnici. Non faceva uso del treppiede e si rifiutava di illuminare artificialmente gli ambienti e far posare Picasso. L’obiettivo era quello di mostrare in quali condizioni l’artista creava le sue opere».
L’obiettivo era la foto non convenzionale, credibile, autentica, documentaria. Le fotografie in mostra, molte delle quali non sono mai state pubblicate, rivelano come l’artista si sia ispirato dalle cose e alle persone di tutti i giorni, ma anche a quelle straordinarie che lo circondano. In questa visione della personalità, delle persone dietro le immagini, diventano visibili anche clichés sulla realtà e sugli opposti: il tempo libero accanto al lavoro, il quotidiano in relazione all’arte, il Casanova e l’uomo di famiglia, il clown e il jolly estroverso, ma anche il maestro molto attento.
Un affascinante ritratto intimo dell’artista che copre un periodo di oltre 20 anni e che racconta un Picasso insolito, autentico e ricco di umanità.
Una selezione di immagini in mostra si può scaricare dal seguente link:
https://tinyurl.com/Picasso-Spoleto

PICASSO. RITRATTO INTIMO Foto di Edward Quinn
15 dicembre 2018 – 31 marzo 2019
MAG Palazzo Bufalini Piazza Duomo Spoleto

ORARI:
martedì/domenica 10.00 18.30
25 dicembre: 10.00 12.30 – 15.30/18.30
31 dicembre: 10.00 18.30
1 gennaio: 12.30 18.30

INGRESSO: intero 5.00 € ridotto 3.00 €

INFORMAZIONI: 0743 225302

Ufficio Stampa MetaMorfosi
Maria Grazia Filippi
mariagraziafilippi@associazionemetamorfosi.com
333.2075323

Dic
18
Mar
MOSTRA | Il riuso consapevole dell’antico in area spoletina in età longobarda @ Tempietto del Clitunno e Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Dic 18 2018–Ott 6 2019 giorno intero
<!--:it-->MOSTRA | Il riuso consapevole dell’antico in area spoletina in età longobarda <!--:--><!--:en-->EXHIBITION | The intentional reuse of Roman worked stone in the Lombard Period<!--:--> @ Tempietto del Clitunno e Museo Nazionale del Ducato di Spoleto

Dal 18 dicembre 2018 al 6 ottobre 2019
Museo Nazionale del Ducato (Spoleto) e Tempietto del Clitunno (Campello sul Clitunno)
Il riuso consapevole dell’antico in area spoletina in età longobarda
A cura dell’Associazione Italia Langobardorum e del Polo Museale dell’Umbria
Inaugurazione: martedì 18 dicembre alle ore 12.00 al Tempietto del Clitunno e alle ore 15.00 al Museo Nazionale del Ducato di Spoleto

Il rispetto e l’emulazione dell’antico, molto diffusi in periodo longobardo, si pongono come uno dei fenomeni più evidenti di quel processo di acculturazione e integrazione, strumentale all’affermazione dei longobardi. È lungo la Flaminia Nova, nel tratto tra Spoleto e Campello, che si concentrano numerosi monumenti che testimoniano il reimpiego di materiali antichi in costruzioni di età alto medievale e Romanica, molti dei quali sorti in prossimità di aree cimiteriali extraurbane.

La mostra fa parte del ciclo di appuntamenti dal titolo Longobardi in vetrina, modulo del ricco panorama di attività promosse dall’Associazione Italia Langobardorum – struttura di gestione del sito UNESCO I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.) di cui i Comuni di Spoleto e di Campello sono soci fondatori – per la diffusione della conoscenza della cultura longobarda.

A corredo delle mostre sono previste attività didattico-formative e conferenze che prefigurano questo progetto come la prima grande mostra diffusa a livello nazionale dedicata al popolo longobardo, la più grande per estensione e coinvolgimento di istituzioni e di patrimonio archeologico. Le 15 mostre si inaugureranno tutte entro il mese di gennaio 2018 e saranno raccolte in un catalogo unico cartaceo ed in un’unica esposizione virtuale realizzata con MOVIO, la piattaforma multifunzionale open source promossa dal MiBAC, e utilizzata per realizzare e pubblicare guide espositive, estensioni digitali di mostre reali e virtuali.
www.longobardinvetrina.it

Longobardi in vetrina è parte del progetto Scambi e condivisioni tra musei per valorizzare il patrimonio longobardo per il quale l’Associazione ha ottenuto dal MiBACT il riconoscimento della sua validità e l’ammissione a finanziamento a valere della Legge 77/2006 ‘Misure di tutela e fruizione a favore dei siti UNESCO’.

Gen
24
Gio
MOSTRA | L’intelligenza nelle mani – Produzione artigianale e tecniche di lavorazione in età longobarda @ Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Gen 24–Lug 21 giorno intero
<!--:it-->MOSTRA | L'intelligenza nelle mani - Produzione artigianale e tecniche di lavorazione in età longobarda	<!--:--><!--:en-->EXHIBITION | Manual Intelligence: Craft Production and Techniques in the Lombard Period<!--:--> @ Museo Nazionale del Ducato di Spoleto

L’intelligenza nelle mani
Produzione artigianale e tecniche di lavorazione in età longobarda

24 gennaio – 21 Luglio 2019
Museo del Ducato di Spoleto | MuCiv – MAME di Roma

inaugurazioni
Giovedì 24 gennaio ore 16 – Spoleto
Martedì 29 Gennaio ore 11.30 – Roma

Ben 15 sono le mostre realizzate contemporaneamente e 7 i temi trattati con il progetto Longobardi in vetrina. Scambi e condivisioni tra musei per valorizzare il patrimonio longobardo, realizzato e coordinato dall’Associazione Italia Langobardorum, struttura di gestione del sito UNESCO Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d. C.).
Un progetto ambizioso che gode del patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ed ha ottenuto il contributo della Legge MIBAC 77/2006, dedicata ai siti UNESCO italiani.

Il progetto propone la diffusione della conoscenza della cultura longobarda attraverso la valorizzazione delle realtà museali presenti nei sette singoli complessi monumentali, parte integrante del sito UNESCO, ma anche di quelli espressione dei territori coinvolti dal passaggio dei Longobardi. La collaborazione e la sinergia tra i musei sono favorite da scambi temporanei di reperti, articolati in esposizioni tematiche, tra i 6 musei della rete del sito UNESCO (Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli, l’antiquarium di Castelseprio, il Museo di Santa Giulia di Brescia, il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto, il museo Diocesano di Benevento, i Musei TECUM di Monte Sant’Angelo) il tempietto di Campello sul Clitunno, ed altri otto musei presenti sul territorio nazionale.

Gli scambi tra i musei, le mostre temporanee e le attività culturali di supporto sono potenziate anche da una mostra virtuale online realizzata con MOVIO (www.longobardinvetrina.it) e da un catalogo unico, caratterizzando questo progetto come la prima mostra diffusa a livello nazionale, intesa come insieme di mostre sulla cultura Longobarda; la più grande per estensione territoriale e coinvolgimento di istituzioni e di patrimonio storico-archeologico.

Spoleto ha approfondito il tema de L’intelligenza nelle mani. Produzione artigianale e tecniche di lavorazione in età longobarda.
Protagonisti, oltre al Comune di Spoleto, il Museo del Ducato di Spoleto e il MuCiv – MAME di Roma che grazie allo scambio di reperti hanno realizzato due mostre.
Attraverso queste due esposizioni vengono illustrati i saperi tecnici-produttivi dei Longobardi in Italia e individuati i processi che portarono questo popolo a integrare il loro patrimonio tecnico, tipico delle popolazioni germaniche, con quello romano-bizantino di matrice mediterranea, in un periodo di passaggio tra il periodo tardo antico e l’alto medioevo.
I Longobardi ebbero una particolare “vocazione siderurgica e metallurgica” in linea con l’alto livello tecnologico dei processi produttivi del resto del mondo germanico, distinguendosi nella realizzazione di gioielli, armi e utensili.
Per illustrare le loro abilità artigianali sono stati perlopiù selezionati oggetti in metallo provenienti dalle necropoli di Nocera Umbra (PG) e Castel Trosino (AP), realizzati utilizzando tecniche diverse: fusione a stampo, cloisonné, punzonatura, filigrana, agemina, e niello.
Non manca infine un breve accenno alla produzione ceramica che presenta caratteristiche proprie ben individuabili.

Giovedì 24 gennaio alle 16 inaugura la mostra di Spoleto e il 29 gennaio alle 11.30 quella di Roma.

Per scoprire tutte le date: www.longobardinitalia.itt

Mar
30
Sab
Mostra EKATERINA VORONA – DREAMSCAPE @ Palazzo Collicola Arti Visive
Mar 30–Mag 26 giorno intero
<!--:it-->Mostra EKATERINA VORONA - DREAMSCAPE<!--:--><!--:en-->EKATERINA VORONA - DREAMSCAPE | Exhibition<!--:--> @ Palazzo Collicola Arti Visive

PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE
presenta

EKATERINA VORONA – DREAMSCAPE
a cura di Gianluca Marziani

La prima inaugurazione della doppia mostra di EKATERINA VORONA è prevista GIOVEDI’ 14 FEBBRAIO alle ore 18:30 a Roma presso 28 PIAZZA DI PIETRA, la seconda SABATO 30 MARZO alle ore 12:00 a Spoleto presso PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE. Le due mostre vedono la cura di Gianluca Marziani e sono state realizzate in collaborazione con Francesca Anfosso e Anna Vyazemsteva.

Continua l’osservatorio internazionale di Palazzo Collicola Arti Visive: una ricerca strategica tra culture e identità geografiche per definire un close-up ad ampio raggio sulla pittura contemporanea. Il 2019 vedrà un focus su alcuni autori russi. Si parte in primavera con la moscovita Ekaterina Vorona, artista che presenta il risultato degli ultimi cinque anni di produzione. Un limpido distillato figurativo sul paesaggio acquatico, una visione omogenea che metabolizza le ricerche europee di fine Ottocento con silenziosi ma significativi spostamenti concettuali.

Le avanguardie storiche restano materia d’indagine tra chi si cimenta sul paesaggio, genere per eccellenza (assieme al ritratto) della pittura, talmente longevo da ricondurci indietro fino ai disegni rupestri, quando le caverne erano la superficie battesimale per scene di caccia e frangenti ludici. Nel paesaggio si esplica il dialogo tra Uomo e Natura, l’ambizione alla scoperta e alla conquista, la genesi di ogni civiltà comunitaria. Lo sguardo pittorico, factotum di utili veggenze, ha spesso usato il paesaggio per una versione utopica o alternativa al presente, con lo spunto della promessa (eden) o il codice di un’allerta (distruzione). La versione odierna del paesaggio metafisico implica nuovi quesiti tra gli artisti: come rinnovarne l’identità, cosa mantenere e riusare del passato, in che modo integrare alla citazione un presente complesso. La pittura si pone il dilemma delle fondamenta resistenti, degli archetipi che diano permanenza alla forma ideale in un tempo liquido come il nostro. Gli artisti inseguono un paesaggio che unisca lo spessore delle avanguardie alle vesti del proprio habitat, creando lo specchio prismatico di un’esperienza privata ma condivisibile, poliglotta ed empatica, slegata ai vincoli di spazio e tempo.

Artisti come Ekaterina Vorona agiscono nel solco delle avanguardie acquisite, dei valori linguistici che la Storia ha reso imprescindibili. La memoria, sia chiaro, rimane solo nelle radici perimetrali, altrimenti si cadrebbe nel manierismo a specchio, nella citazione che assorbe ma non rielabora. L’approccio contemporaneo riempie quel perimetro (la memoria) con superfici specifiche, regolate sulla temperatura meticcia di un tempo tecnologico. I nuovi paesaggi si trasformano nei luoghi mentali che conservano la conoscenza dentro un futuro flessibile, usando la grammatica della citazione per una sintassi con nuove tramature. Claude Monet è la filiazione che racchiude gli intenti e le conseguenze del progetto: la luce e il colore come variabili emotive, le atmosfere come attivatore sentimentale, la pazienza come ritmo circadiano. La Vorona si inoltra fisicamente nel paesaggio in esterni, lo vive con metodo e lenta fusione, ritrovando sul quadro la forza degli immensi paesaggi russi, la potenza delle stagioni, il vigore della trasformazione stagionale. Al contempo, l’immersione fisica è il tramite per un viaggio dai contorni sciamanici, difficile da spiegare a parole, un tuffo oltre le contingenze del quotidiano, in silente sintonia con gli sguardi di Monet verso le ninfee di Giverny.

Paesaggi d’acqua che giungono da un lento processo metabolico, da una paziente osservazione di mari, laghi, fiumi, sorgenti, ruscelli e qualsiasi altra fonte liquida. L’artista recupera un integro legame col mondo naturale, una sorta di nuova coscienza degli elementi incontaminati, dei luoghi che mantengono un database del tempo arcaico. I suoi spazi sono silenziosi frammenti di un pianeta a rischio, ambienti che esprimono la bellezza dei paradisi perduti e l’incoscienza della semplicità senza tecnologia. La Vorona si muove nel solco cinematografico di Terrence Malick, nel culto laico di un paesaggio mistico che avvolge il pensiero poetico. E’ come se Monet si fondesse con le panoramiche aeree di Malick, come se gli studi del francese sulle variazioni luminose si espandessero nella luce digitale del presente.

Gorghi, onde, riverberi, riflessi, scie, flussi… i quadri sospendono lo scandire del tempo e ci catapultano in un battito metafisico, nella natura luminosa delle avvolgenti visioni mentali. Lo sguardo esce dalle prospettive dei luoghi specifici, scivolando nel silenzio della meditazione, nel suono acustico degli elementi naturali, nel recupero di una primordialità sempre più urgente. Una pittura che ragiona sulla complessità della luce, sul tema spirituale della vibrazione luministica, sul potere meditativo che hanno le scale tonali sui nostri sensi. Un viaggio fuori dal tempo urbano, fuori dal ritmo frenetico del progresso: per ridestare l’attenzione sul rumore interno degli elementi naturali; per ridare al quadro un costrutto emozionale; per regolare le ricerche impressioniste sul valore tecnologico del presente.

28 PIAZZA DI PIETRA
La galleria di Francesca Anfosso anticipa la mostra museale a Spoleto, ricreando un perfetto prologo che avrà il suo culmine nelle sale bianche di Palazzo Collicola Arti Visive. I due piani della galleria tracciano le linee portanti del progetto, distribuendo le opere di piccolo e medio formato sui muri dello spazio. Circa 15 lavori che toccano i nodi salienti di una ricerca raffinata e sorprendente.

PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE
Saranno una quarantina, tutte di grande formato, le opere selezionate dal curatore Gianluca Marziani. Una scelta omogenea che entra nel cuore ambizioso della pittura di Ekaterina Vorona, facendo brillare i colori sulle imponenti pareti del museo. Una produzione legata agli ultimi cinque anni di ricerca, interamente documentata nel catalogo, edito da Carlo Cambi e corredato da un’analisi critica dello stesso curatore.

PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE
Piazza Collicola, 1 Spoleto

www.palazzocollicola.eu
https://www.facebook.com/PALAZZOCOLLICOLA
Contatti Palazzo Collicola: info@palazzocollicola.it
Contatti Sistema Museo: ufficiostampa@sistemamuseo.it

La mostra termina domenica 26 maggio 2019

Giu
27
Sab
MOSTRA | Surfing with the Alien di Gianni Asdrubali @ Palazzo Collicola
Giu 27–Set 13 giorno intero
<!--:it-->MOSTRA | Surfing with the Alien di Gianni Asdrubali<!--:--><!--:en-->EXHIBITION | Gianni Asdrubali: Surfing With The Alien<!--:--> @ Palazzo Collicola

Gianni Asdrubali: Surfing with the Alien
a cura di Marco Tonelli e Bruno Corà
Palazzo Collicola
Inaugurazione: Sabato 27 giugno 2020 – ore 11.00

A distanza di quasi venticinque anni, Gianni Asdrubali (Tuscania, 1955) torna protagonista a Spoleto con un’esposizione personale, che fa il punto sul lavoro di uno dei pittori più interessanti del panorama italiano contemporaneo, il quale fin dagli anni Ottanta si è imposto sulla scena nazionale e internazionale come un innovatore della ricerca astratta, aniconica e gestuale.

La mostra, curata da Marco Tonelli (Direttore di Palazzo Collicola) e Bruno Corà (Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e membro del Comitato scientifico di Palazzo Collicola), è una retrospettiva della sua opera attraverso i cicli di dipinti più rappresentativi e dagli enigmatici quanto suggestivi titoli quali Aggroblanda, Trigombo, Malumazac, Zeimekke, Azota, Stoide, Azotrumbo, Tromboloide.

Programmata per il 21 marzo e sospesa in seguito all’emergenza Covid-19 e alla chiusura dei musei, l’esposizione annuncia in modo vibrante la riapertura di Palazzo Collicola e delle sue attività, pur se con molte modifiche della programmazione a causa della pandemia.

Surfing with the Alien (titolo di uno dei brani più celebri del virtuoso e geniale chitarrista statunitense Joe Satriani), vuole comunicare l’equilibrio instabile, i salti vertiginosi e le acrobazie nel vuoto di una pittura dinamica che sembra fluttuare nelle dimensioni dello spazio generando nuove trame e sorprendenti traiettorie.

Come ha scritto a proposito lo stesso artista:“Il surfing è l’azione generata dall’assenza. Ma questo surfing non è liscio ma a contrasto, è urtante, è un fuggire, andare via, per poi ritornare e sbattere nel suo stesso inizio, ma ogni volta che ritorna e urta su se stesso deforma e apre la struttura, trasformando la ‘figura’ dell’immagine, che non è mai la stessa. L’interazione è la figura di questa lotta di questo contrasto tra il surfing e l’alieno”.

Immagine estrema quella di Asdrubali, un artista che il critico Filiberto Menna inserì nel gruppo dell’Astrazione povera, Flavio Caroli in quello del Magico primario e che Giovanni Carandente invitò alla Biennale di Venezia nel 1988.

A Palazzo Collicola, la mostra si snoda lungo le stanze del Piano terra, dove una volta era ospitata la collezione permanente della Galleria d’Arte Moderna (dal 2019 riallestita al secondo piano del museo), la quale possiede due opere di Asdrubali, tra cui uno spettacolare Tromboloide del 1992. Proprio su questa opera è stato realizzato un progetto interattivo, ZUMBER, dal gruppo di ricerca ORAMIDE, fruibile prossimamente sul sito del museo http://www.palazzocollicola.it

L’esposizione sarà aperta al pubblico dal 27 giugno al 13 settembre 2020 ed è stata realizzata con la collaborazione della Galleria Giraldi, della Galleria A Arte Invernizzi, della Galleria Matteo Lampertico, della Galleria Consorti. Nel corso della mostra uscirà un catalogo con testi di Marco Tonelli, Bruno Corà e un’intervista all’artista di Davide Silvioli.

Orario di apertura:
giugno e luglio: ven-dom 10.30-13.00 / 15.30-19,00
agosto-settembre: gio 15.30-18.30 | ven-dom 10.30-13.00 / 15.30-19,00

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