Chiesa di San Gregorio Maggiore

Nell’animata piazza Garibaldi, sul lato opposto al monumento dedicato all’eroe dei due mondi, si trova la chiesa di S. Gregorio Maggiore. L’edificio fu eretto tra la fine dell’XI e il XII sec. sul luogo di una primitiva chiesa con annessa area cimiteriale, di cui rimane traccia in alcuni elementi come i capitelli della cripta. Secondo la tradizione l’originario edificio di culto sarebbe sorto in onore dell’omonimo martire spoletino ad opera della pia vedova Abbondanza, che ne avrebbe raccolto il corpo.

Sebbene sia stato più volte rimaneggiato nel corso del XVI e XVIII sec., l’edificio presenta un aspetto assai simile a quello di altre chiese cittadine (S. Eufemia, S. Giuliano) e del territorio (S. Brizio, S. Felice di Giano), emblematica testimonianza della penetrazione nell’area spoletina dei motivi dell’architettura romanica lombarda.

Anche il campanile appartiene al XII sec. e presenta nella parte inferiore grossi blocchi lapidei di reimpiego da altri edifici. La parte sovrastante è stata compiuta alla fine del Quattrocento.

La facciata è preceduta da un portico cinquecentesco ed è ornata da un bel portale, dovuto al rinnovamento intrapreso dal vescovo Paolo Sanvitale nel 1597. Sono di pieno Trecento, invece, i tre archi rincassati della parte superiore.

Nel lato sinistro del portico si apre la Cappella degli Innocenti, decorata con scene che ricordano la storia della chiesa e di Santa Abbondanza, fra cui Santa Abbondanza fa erigere la chiesa di san Gregorio per raccogliervi i corpi dei martiri e il Martirio dei santi gettati dal ponte Sanguinario. Sul fondo di una delle scene è rappresentata una bella immagine della città di Spoleto con tutti i suoi monumenti principali.

La cappella conserva il pavimento in cotto lavorato del XVI sec. e il bel fonte battesimale della stessa epoca. Da notare, sopra la porta di sinistra, il pluteo riadoperato come architrave: si tratta di un elemento, probabilmente del secolo VIII, ornato da una croce palmata con ai lati due leoni, motivi vegetali e pavoni, che costituisce una notevole testimonianza della scultura altomedievale spoletina, legata al mondo longobardo e ai modelli di San Salvatore.

L’interno, che rispecchia una lunga vicenda di trasformazioni, è diffusamente affrescato con opere in gran parte del XV sec. Abbondante è l’uso di materiale di spoglio, colonne e capitelli, proveniente da edifici classici e paleocristiani.

Bella la cripta, divisa in tre navate e, anch’essa, ricca di materiale di spoglio. Il sarcofago presso l’abside di sinistra è tradizionalmente indicato come il sepolcro di Santa Abbondanza. Nel piccolo ambiente presso l’ingresso sono custoditi molti resti umani che sarebbero appartenuti all’antico cimitero.

Annesso alla chiesa è un chiostro cinquecentesco a due ordini di arcate, con pilastri ottagonali in cotto e pietra, del genere ampiamente diffuso a Spoleto (Monasteri della Stella e di San Ponziano, Sant’Ansano, Rocca Albornoziana).

Al di là della Porta Leonina, sul lato orientale di piazza della Vittoria, delimitato da una balaustra in ferro, si apre l’accesso al Ponte Sanguinario, risalente al I sec. a.C. Interratosi a seguito dello spostamento verso nord del torrente Tessino, fu riscoperto nel 1817 e, da allora, attende di essere riportato completamente alla luce. Il possente ponte, costruito con grandi blocchi squadrati di travertino, ha tre arcate, è lungo circa 24 m e largo 4,47.

Indirizzo: Piazza Garibaldi/Piazza della Vittoria

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