Descrizione
Factory Fest 2025 | Festa delle arti performative
2 - 12 ottobre 2025
Spoleto, Foligno, Cannara, Sant'Anatolia di Narco, Spello, Bevagna
a cura della Coop. Ge.Ci.Te. e de La MaMa Umbria International
Da quest’anno l’Umbria Factory Festival cambia pelle e diventa Factory Fest, festa delle arti performative attraverso traiettorie artistiche e di senso che tendano a ricostruire nel triennio 2025-2027 nuove ritualità e nuove forme di condivisione.
#neverstopdancing è il claim del 2025, perché nonostante il vento contrario e il terreno ristagnante, che possono rallentarci, non ci fermiamo, cercando di riportare la forza trasformativa, poetica e politica dell’arte al centro della comunità.
VENERDÌ 26 SETTEMBRE
H 21:00 Cantiere Oberdan, Spoleto
danza
TRICKSTER
Concept, regia, luci, spazio Vincenzo Schino
Coreografia Marta Bichisao
Performer Luca Piomponi
Pittura Pierluca Cetera
Suono Dario Salvagnini
Produzione PinDoc, OPERABIANCO
Guardando le opere di Francis Bacon, emerge la sensazione che il corpo sfugga, proprio come accade con Buster Keaton, il cui corpo sfugge mentre cade, sfuggendo alla propria presenza. Il corpo si mostra inafferrabile, incapace di stabilizzarsi in una forma, continuamente sorpreso da emergenze che lo trasformano. Si scioglie, cola, è mosso, sfugge allo sguardo; la sua cinetica non è contenibile in un’anatomia tradizionale, poiché è posseduto da forze. Le citazioni diventano strumento per attraversare altre materie nella carne del danzatore: pixel, scariche elettriche, immagini effimere del web e archivi cinematografici trasformati in digitale. Tutto questo si converte in carne, peso, muscoli, acrobazia, respiro, creando una vita animale davanti allo sguardo dello spettatore. Questo corpo umano diventa, esso stesso, un montaggio vivente.
GIOVEDÌ 2 OTTOBRE
H 21:00 Cantiere Oberdan, Spoleto
danza
PINOCCH-IO
In collaborazione con TSU
concetto e movimento Lucia Guarino
luce e spazio Gianni Staropoli
musiche Stefano Pilia
Pinocch-io è un percorso che origina il suo pensiero da una personale messa a fuoco sulla fragilità e sull’ambiguità dell’esser-ci, ora-adesso, come esseri umani e viventi. Una riflessione sul desiderio di riconoscere il proprio corpo; un corpo umano che nella sua molteplice unicità e nel suo nudo disarmo, si muove in una condizione di dis-equilibrio e tensione, tra finzione e verità, naturale e artificiale, luce e oscurità, vita e morte. Il mio sguardo si posa sulla figura archetipica di Pinocchio, su quel corpo immaginato che si proietta in uno spazio liminale, sospeso, nel suo continuo ed ostinato tentativo di liberare la sua viva natura e fare quel passo per entrare nel (suo) mondo sognato. Il mio corpo si lega alla “figur-io” in un atto di presenza e si specchia nello sterminato desiderio di Pinocchio di farsi carne e sguardo. Attraverso il movimento si esercita a tornare corpo vivo, fa spazio al ricordo d’infanzia e prova a ricostruire quel desiderio, quel passaggio trasformativo, quel sentimento, quel bisogno viscerale di esserci.
VENERDÌ 3 OTTOBRE
H 17:00 / 18:30 / 20:00 Palazzo Due Mondi, Spoleto
teatro
DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO D’AMORE
un progetto di Claudio Cirri
dall’omonimo racconto di Raymond Carver (Copyright © Raymond Carver, 1981, Copyright renewed © Tess Gallagher, 1989, All rights reserved)
traduzione Riccardo Duranti
regia Claudio Cirri
con Maria Bacci Pasello, Luisa Bosi, Fabio Mascagni, Woody Neri/Claudio Cirri
produzione Sotterraneo
I racconti di Raymond Carver sono come quadri di Hopper: silhouette di personaggi che per un attimo si affacciano sul mondo – un mondo svuotato, silenzioso, e dunque carico di tensione –, esistono giusto il tempo di essere investiti da una luce di taglio, inquadrati da una finestra, sorpresi in una conversazione privata, e poi scompaiono all’interno delle proprie biografie inventate. Non fa eccezione Di cosa parliamo quando parliamo d’amore: due coppie di amici sedute a un tavolo parlano davanti a una bottiglia di gin, si scambiano opinioni sull’amore, discutono di dove andare a cena. Ridono, scherzano. A poco a poco le parole, i gesti, i silenzi rivelano tensioni sotterranee di cui non sappiamo e non sapremo origine ed esito, ma che si insinuano nella conversazione e la fanno deragliare. I personaggi del racconto si mettono a nudo tra di loro, non hanno niente a cui aggrapparsi se non bicchieri pieni di gin, e così saranno i quattro attori davanti al pubblico: nessuna musica di sottofondo, nessun apparato scenografico, nessun coup de théâtre, soltanto quattro sedie, una bottiglia e gli occhi dei presenti tutto attorno.
H 21:00 Cantiere Oberdan, Spoleto
danza
PINOCCH-IO
In collaborazione con TSU
concetto e movimento Lucia Guarino
luce e spazio Gianni Staropoli
musiche Stefano Pilia
H 22:00. Cinema Sala Pegasus, Spoleto
musica
BITOI (SE/DK)
*all’interno di Hb De.mu. di Degustazioni Musicali
Cassius Lambert al basso, elettronica e composizione,
coro composto da Alexandra Shabo (SE), Lise Kroner (DK) e Anja Tietze Lahrmann (DK).
BITOI, fonde lo strumento senza tempo della voce con il relativamente nuovo basso elettrico. I testi di BITOI si basano sulla pronuncia fonetica dei suoni degli uccelli. Fischi di uccelli, tamburi di corde vocali e suoni del vento si intrecciano nel ricco paesaggio sonoro di BITOI.
SABATO 4 OTTOBRE
H 18:30 Cortile Palazzo Collicola, Spoleto
danza
BOLIDE / DEUS EX MACHINA
per la Giornata del Contemporaneo
Ideazione e regia: Elia Pangaro,
Performance: Polina Sonis, Elia Pangaro
Sound design: Robert Lagerman e Federico Tansella (Meynsense)
Progetto vincitore Biennale College Teatro – Performance site-specific (2024)
BOLIDE vuole essere uno studio sull’accelerazione in tutti i suoi sensi: sociale, figurativo, visivo, ecc. BOLIDE vuole mettere in scena il rapporto passivo e attivo che l’individuo ha con le accelerazioni che gli accadono intorno.
BOLIDE trae ispirazione dal Futurismo italiano, dall’estetica gorpcore e bikercore, dalle teorie di Hartmut Rosa e da altri input visivi. Una performance sulle immagini e la loro velocità. Una velocità che ci assilla. Una velocità che rende più lent*, più pigr*, ma più produttiv*. Una velocità che non si arrende, né di fronte alla tecnologia né di fronte al New Age. Un deus ex machina senza volto si impegna solo alla mercificazione e alla artisticizzazione di queste immagini, rendendole apparentemente non riproducibili o addirittura originali. Il tutto volto a una vendita, a un incasso, di chi/di cosa non si sa. Un’asta all’aperto di opere senza artista.
Un* artist* senza opere
H 20:30 Palazzo Due Mondi, Spoleto
Teatro/Musica
DJ SHOW TWENTYSOMETHING EDITION
creazione Sotterraneo
ideazione e regia Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa
con Sara Bonaventura, Claudio Cirri
scrittura Daniele Villa
sound design Simone Arganini, Mattia Tuliozi
Sotterraneo festeggia i suoi primi 20 anni con una playlist eclettica di canzoni di ogni genere ed epoca intervallata da azioni rapide, testi brevi e visioni fugaci, un compleanno che gira di città in città ripercorrendo l'immaginario del gruppo e l'epoca in cui si è sviluppato. DJ show è una performance con un obiettivo apparentemente semplice: far ballare un pubblico dentro una drammaturgia. Si possono mixare vibrazione musicale istintiva e stimolo cognitivo complesso?
H 22.00 Cantiere Oberdan, Spoleto
musica
MUTES ALIVE
Di e con: Pierre Bastien
La sordina di una tromba normalmente attutisce e ammorbidisce il suono dello strumento. Ma le sordine di Pierre fanno esattamente l’opposto. Aggiungono esplosioni di bolle d’acqua, colpi d’arco, melodie di flauto, percussioni, riff di sanza e accordi di harmonium al suono della tromba: estesa dalle sordine meccaniche, la tromba diventa un’orchestra di timbri molteplici.
Pierre Bastien continua a comporre con un cacciavite. I suoi dispositivi sonori artigianali sono stati ascoltati su diverse etichette di musica elettronica: Rephlex, Morphine, Marionette, Discrepant Records… Eppure sono realizzati esclusivamente con materiali grezzi e fisici: metallo, canna, crine, acqua, ebanite, legno… tutti azionati da motori elettrici. Una cosa che hanno in comune con l’elettronica è che, col passare degli anni, queste costruzioni sono diventate sempre più compatte e miniaturizzate, fino al punto da poter essere inserite nel piccolo volume di una sordina per tromba.
DOMENICA 5 OTTOBRE
H 12:00. Castel San Felice, Sant’Anatolia di Narco
danza
GUADO
Progetto: Rhuena Bracci, Marco Valerio Amico
Con: Carolina Amoretti, Rhuena Bracci, Andrea Dionisi, Agnese Gabrielli
Produzione: Nanou Associazione Culturale ETS
Contributo: MiC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna
Guado è il nuovo lavoro di gruppo nanou, sotto il segno dell’unicità e della trasformazione. L’opera prende forma dal luogo: il corso d’acqua di un fiume diventa tempo e spazio per l’atto coreografico. Guado è soglia, passaggio, attraversamento. Il corpo si lascia scolpire dalla natura, modellare dal tempo e dall’acqua, disponendosi al mutamento continuo. La coreografia si innesta nello spazio naturale e da esso si lascia condurre, in una tensione che rinuncia al controllo per farsi esperienza viva, percettiva, fragile. L’opera approfondisce il paesaggio naturale e l’acqua come partitura in divenire e i corpi come strumenti di ascolto e trasformazione.
H 17:00 Cantiere Oberdan, Spoleto
teatro
OFFICINA PROMETEO
Spettacolo per bambini e famiglie
Una produzione Divisoperzero / Florian Metateatro
di e con Francesco Picciotti
marionette di Francesco Picciotti
scenografia di Miriam Di Domenico e Francesco Picciotti
Questa è la storia di come furono inventati tutti gli animali, compresa quella strana bestia senza corna o zanne capace di creare cose mirabolanti come enormi città pullulanti di vita e monumenti da lasciare a bocca aperta: gli umani.
Il mito di Prometeo parla della natura stessa dell’essere umano, di cosa lo rende quello che è: un animale unico nel suo genere, capace di ragionamenti profondi, contorti, come quello che lo porta a chiedersi: “chi sono?”
GIOVEDÌ 9 OTTOBRE
H 17:00 Palazzo Collicola
danza
Studi per M.
Di e con: Stefania Tansini
E la partecipazione del gruppo del Workshop
Studi per M è una scrittura preliminare, sono indizi e bagliori di un progetto coreografico che indaga la relazione tra i luoghi e la figura umana, in cui si espande la sensibilità verso i luoghi, i paesaggi, ciò che circonda e accoglie il corpo, e nel corpo attua un processo di connessione tra apparenti confini spaziali e temporali.
Il progetto vuole aprire le materie e osservarne l’interno, accostare e cucire insieme pezzi di realtà, vivere la danza come strumento più vicino a quel non detto che i corpi emanano e che i luoghi celano.
H 21:00 Teatro Subasio, Spello
teatro
LUNCH WITH SONIA
*con SCIE de La MaMa Umbria International
dai 13 anni in su
creazione e regia di Federico Restrepo e Denise Greber
Loco7 Dance Puppet Theatre Company (Colombia/USA)
Coreografie di Federico Restrepo
con Melisa Álvarez, Marina Celander, Mónica Lerch, Juan Pablo Toro, e Federico Restrepo,
voce di Sonia: Luz Beatriz Pizano
Performers in Kitchen Video: Alberto Quiroga, con Esmeralda Pinzon, Carolina Restrepo, Federico Restrepo e Natalia Schönwald.
In collaborazione con LaMama Excperimental Theatre Club di New York (USA)
Con il supporto dell’Ambasciata Colombiana a Roma e di Mid Atlantic Arts -US A
Dedicato a Sonia Jaramillo (1940-2012) per averci ispirato a raccontare questa parte della sua storia. Le conversazioni sul suicidio assistito sollevano questioni controverse ed emotivamente complesse: moralità, religione, politica e fede.
Loco7 spera di riconoscere l'incredibile intimità e la natura molto personale della morte come evento finale di una vita umana autorealizzata e individuale e di spostare il dialogo dall'ambito filosofico al regno dell'esperienza personale e delle storie legate al tema della Morte Dignitosa.
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Ultimo aggiornamento: 29 settembre 2025, 15:20