Descrizione
Sabato 13 dicembre 2025 alle ore 11.30, al Museo delle Scienze e del Territorio di Spoleto (MuST) sarà presentata l’installazione artistica Mausoleo dei cuori infranti, realizzata a quattro mani dagli artisti Pier Alfeo e Cristiano Carotti.
A cura del direttore dei Musei Civici di Spoleto, Saverio Verini, Mausoleo dei cuori infranti incrocia arte visiva, scienza e sensibilità ambientalista. Il progetto – presentato per la prima volta la scorsa primavera al museo Palazzo Lucarini Contemporary di Trevi nell’ambito della residenza artistica D3CAM3RON3 – nasce all’inizio del 2025 in occasione di una visita di Pier Alfeo e Cristiano Carotti al MuST: in quella circostanza, gli artisti vennero a conoscenza della storia dell’esemplare di ibis eremita conservato al museo, finito contro i cavi dell’alta tensione la notte di Capodanno tra il 2022 e il 2023, spaventato dai botti.
Il percorso del volatile, terminato drammaticamente nel territorio spoletino, è stato ricostruito grazie a un GPS che ne ha tracciato la rotta fino al decesso, permettendo il successivo recupero del corpo grazie all’intervento di WildUmbria e del WWF regionale. A partire dai numerosi dati raccolti grazie alla collaborazione con il MuST e il suo referente, lo zoologo Michele Capitani della società Int.Geo.Mod., Alfeo e Carotti hanno sviluppato un’opera ispirata al tragico volo dell’ibis: un’installazione ambientale che pone l’attenzione sulle “morti per paura” degli uccelli, un mausoleo in onore dell’ibis eremita e dei tanti volatili deceduti in circostanze analoghe.
L’opera si articola in sette sculture, realizzate con isolatori elettrici in ceramica e cemento, collegati tra loro da cavi in acciaio per l’alta tensione. Gli isolatori sono sormontati dai calchi in bronzo di diversi uccelli, tutti morti in circostanze analoghe all’ibis eremita, la cui silhouette svetta riconoscibile su quelle degli altri volatili. Le sette strutture che compongono l’opera sono collegate tra loro da cavi elettrici su cui, al posto dell’alta tensione, viaggia un componimento sonoro realizzato sulla base di un richiamo insegnato agli ibis allevati in cattività nell’ambito del “Progetto Life”, a cura di Waldrapp, nato con l’obiettivo di favorire la salvaguardia della specie. Il Mausoleo è arricchito da un dispositivo di monitoraggio dell’inquinamento acustico, tradotto visivamente dallo scuotimento della cenere all’interno di una teca trasparente. A completare l’installazione, una serie di studi, bozzetti e spartiti musicali è allestita all’interno delle antiche teche del MuST, mostrando così una panoramica delle varie fasi che hanno preceduto la realizzazione dell’opera, resa possibile grazie al coinvolgimento delle biologhe del team di Waldrapp, della cantante Sofia Erika Sollo e di Filip Marocchi che ha curato il disegno luci.
Attraverso questa installazione, i Musei Civici di Spoleto, grazie in questo caso alla collaborazione con Int.Geo.Mod. Srl, confermano la propria vocazione alla contaminazione tra ambiti disciplinari: l’arte contemporanea diventa lo strumento capace di unire le diverse sedi del polo museale, offrendo letture inedite in grado di favorire la conoscenza del patrimonio.
Dopo l’inaugurazione di sabato 13 dicembre, la mostra sarà visitabile fino all’11 gennaio negli orari di apertura del MuST (giovedì, venerdì e sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.30).
Gli artisti
Pier Alfeo (Molfetta, 1985) è un artista del suono e transmediale. Attraverso la sua pratica indaga l’intenso rapporto tra essere umano, natura e tecnologia. Le sue installazioni transmediali, sculture sonore e composizioni di musica elettroacustica mettono in tensione la ripetitività dei sistemi algoritmici con l’imprevedibilità del caos. All’interno di questi processi, il suono agisce in modo organico come elemento al tempo stesso destabilizzante e rigenerante, emergendo con la propria espressività irregolare. Alfeo realizza opere che mirano a promuovere una visione fondata sulla collaborazione tra umano e non-umano.
Cristiano Carotti (Terni, 1981) vive e lavora a Roma. Muovendosi tra pittura, scultura e installazione indaga le dinamiche sociali attraverso lo studio del potere archetipico del simbolo. Carotti recupera la valenza dicotomica tra Homo Naturalis e Homo Mechanicus risolvendola attraverso una pratica che rivolge lo sguardo alla Natura e alla possibilità del ristabilimento di un ruolo attivo con essa da parte dell’Uomo. Nell’approccio sia scultoreo che pittorico, l’artista si pone come un alchimista capace di indagare, con uno sguardo altro, le dinamiche sottese alla perdita di centro implicita negli ecosistemi universali e umani.
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Ultimo aggiornamento: 11 dicembre 2025, 11:38