Descrizione
Del ciclo di quattro affreschi che decorano la zona absidale del Duomo di Spoleto, è quello di sinistra ad elevarsi. Al netto delle scoloriture, effetto di maldestri tentativi di restauro eseguiti in epoca pre-scientifica, l'episodio si impone per diversi motivi. Innanzitutto, è l'unico su cui la critica concorda nell'attribuzione a Filippo Lippi; il resto sarebbe opera degli aiuti di bottega – ferma restando la paternità del caposcuola nell'ideazione complessiva. Sul piano compositivo, per l'Annunciazione l'artista fiorentino si confronta con una lunga tradizione e ne accoglie un primo, fondamentale suggerimento: la Vergine compare in un interno, mentre l'Angelo resta all'esterno. Tuttavia, il contatto visivo fra i due è solo supposto, perché l'apertura che lo consente è rappresentata con una fuga prospettica tanto stretta da rendere impercettibile il vano. Non si tratta di una scelta corriva; contiene un preciso messaggio. D'altronde, tra la creatura celeste e la terrestre sussiste una frattura ontologica; l'una e l'altra tengono gli occhi abbassati e le palpebre socchiuse; l'umiltà rispettosa è reciproca, come indicano i gesti delle mani. Tale proposizione si potrebbe definire un “effetto sordina”: l'annuncio viene sussurrato, al pari dell'accettazione; sembra addirittura un dialogo per via telepatica. A riprova di questo, in alto a sinistra si affaccia Dio Padre, da cui origina un raggio che in diagonale raggiunge la Vergine, passando per la finestrella con inferriata sovrastante la porta, sul lato obliquo. L'interno si fa insomma interiore; è dentro di sé che Maria sa dell'incipiente maternità e ne accetta le conseguenze.
Lo sfondo è costituito da una pendice alberata; un muro di cinta la occlude nella parte inferiore, salvo mostrare attraverso un arco un tortuoso sentiero che vi si inerpica. Il composto paesaggio naturale si appone all'elegante sobrietà dell'architettura, l'opera dell'uomo al creato. Perché lo iato torni dittongo occorre però un sacrificio: l'incarnazione del figlio di Dio, la sua passione, la salita al Golgota. Allora, la prospettiva spaziale squadernata dal dipinto allude implicitamente a una prospettiva temporale – e simbolica. Il silenzio che domina la scena è sintomatico: esprime la discrezione di Lippi di fronte al mistero dell'Immacolata Concezione.
Claudio Fraccari
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Ultimo aggiornamento: 25 agosto 2025, 09:22